lunedì 21 novembre 2011

Il Papa nel Benin. Una lezione per tutti














Ieri, nella festa di Cristo Re,  il Papa ha salutato il Benin tra una folla incalcolabile di persone.

I laicisti non sanno darsi pace.

Ma come! Il Papa che è contro il preservativo, si dichiara vicino ai malati di Aids.
Il Papa, che quei signori vorrebbero mandare alla corte dell’Aia per crimini contro l’umanità (e magari fucilarlo), circondato proprio da quell’umanità povera per la quale quegli stessi signori vorrebbero fucilarlo. 
Il Papa che parla ancora di Cristo, morto e seppellito, riesce a mobilitare nel Suo Nome una marea di persone festanti e in preghiera.

I laicisti non capiscono. Eppure ormai la lezione dovrebbero averla imparata.

Sulla sessualità il papa insegna una verità semplicissima e fondamentale: l’Aids si vince primaditutto educando alla fedeltà coniugale e alla responsabilità prematrimoniale. È quello che la Chiesa ha sempre insegnato. Con ottimi risultati anche per la salute fisica.

Il sesso ridotto a mero gioco erotico, banalizzato e indiscriminato, favorisce fatalmente la diffusione dell’Aids e di altre Malattie sessualmente trasmissibili, anche con vagonate di preservativi.
E qualcuno dice mai che il cosiddetto “preservativo” preserva solo per l’80/85 per cento dei casi? E quel 15/20 per cento di persone  che prima o poi si becca una Mst, non conta? Ogni due ore in Italia una persona viene contagiata da Hiv.

Solo con una seria educazione all’affettività si può giungere alla riduzione e alla sconfitta di un male che in Africa è originato oltre che da disordine sessuale, anche dalla miseria materiale, causa di tante altre malattie, per le quali non ci sono nemmeno i farmaci più comuni. 
Ma ci si vorrebbe sgravare la coscienza inviando dosi massicce di... condom.

La nazione che ha il più basso numero di casi di Aids nel mondo è  le Filippine, dove finora si è seguito proprio la lezione del papa, cioè l’educazione alla responsabilità (ma ora arrivano i turisti sessuali anche lì...). In Africa il paese che sta vincendo la sfida con l’Aids è l’Uganda, che segue la stessa lezione. Il preservativo è l’aspetto meno rilevante di questo piano di difesa.

“Il problema è capire se la vita ha un senso. Solo così posso volere bene a me e a chi ho davanti. E’ allora che lo proteggo, che faccio di tutto perché non si ammali”. “Il problema è se la vita ha un valore, un significato, altrimenti non c’è preservativo che tenga”. “Qua tutti sanno che Benedetto XVI ci vuole bene, non abbiamo dubbi. I dubbi piuttosto ce li abbiamo su chi ci manda i preservativi invece dell’aspirina. Su chi riconosce che siamo esseri umani non abbiamo dubbi”. Così si esprime un’infermiera dell’Uganda, Rose Busingye. 


Alla corte dell’Aia bisognerebbe spedire chi non informa che il preservativo non preserva sufficientemente.

Alla corte dell’Aia bisognerebbe mandare chi sfascia le famiglie, distrugge la vita umana e con essa i valori morali, con l’idea che tutto è lecito ciò che piace; per cui ci ritroviamo una gioventù che a dodici-tredici anni vende il proprio corpo per una ricarica di telefonino.

Il papa non è una minaccia per l’Africa, è il suo futuro. I signori che non lo capiscono fanno parte di un mondo vecchio, decrepito, destinato a scomparire per mancanza di eredi.

Il condom qualche effetto lo produce.

4 commenti:

  1. Molte volte si perde la bussola, si danno colpe senza prima analizzare a fondo tutte le variabili connesse,
    non si può chiedere alla massima autorità cattolica di entrare in contraddittorio con quanto professato.

    E' come chiedere al Papa di essere favorevole alla pena di morte o all'aborto.

    Inoltre secondo me il "peso" delle sue parole investe solo una parte non maggioritaria di quelle popolazioni, che dovrebbero essere educate all'uso del condom da istituzioni e associazioni varie.

    Però sarebbe bello se il Papa spendesse qualche parola verso le multinazionali del farmaco che di fatto detengono i brevetti per alcune cure di mantenimento e non ne danno accesso ai paesi poveri.

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  2. Carissimo Gero,

    Benedetto XVI più volte è tornato a parlare del diritto dei malati di Aids all'accesso di cure gratuite, o a basso costo. In particolare proprio nel documento finale del sinodo della Chiesa d'Africa, concluso in questi giorni nel Benin.

    «Occorre trovare soluzioni e rendere accessibili a tutti i trattamenti e le medicine, considerando le situazioni di precarietà», scrive il Pontefice. «La Chiesa - ricorda il testo - sostiene da molto tempo la causa di un trattamento medico di alta qualità e a minore costo per tutte le persone coinvolte».


    Un saluto notturno ;-)

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  3. Parole dure sono le tue , infatti hai posto un impportante quesito, l'amiamoo no questa vita, al di la dei metodi.

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  4. È la straordinaria manifestazione di affetto della gente del Benin per la persona del Papa in questi tre giorni di presenza, che ci fa capire come le parole della Chiesa siano concrete ed efficaci ;-)

    Scoprire il senso della vita, essere accanto ai più poveri e abbandonati, dare una speranza di salvezza, sia eterna che umana; e sacrificarsi personalmente, come fanno tanti cristiani e volontari in Africa (nei lebbrosari, missioni, ospedali, scuole, etc.). Così la vita diventa degna di essere vissuta.

    Non basta il solito slogan rifritto: ci vogliono i preservativi. Sì, li mangiano a colazione, pranzo e cena. Si curano la malattia con quelli... Le medicine, no. Quelle le multinazionali se le tengono strette e le fanno pagare care.

    Ma poveri noi!

    Un "forte" saluto, caro Luca, e grazie del tuo apporto :-)

    Ps. Non tutti i laici sono laicisti, ovviamente... ;-)

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