sabato 24 settembre 2011

Autunno: non solo nebbia in Valpadana



Autunno. Una stagione dall’umore imprevedibile.

Talvolta lo trovi mite ed accogliente, altre volte è intrattabile e freddo.

Quel poco che ne è rimasto (si sa, le mezze stagioni non esistono più...) ti fa provare, magari nello stesso giorno, tutti i fenomeni atmosferici, mandando in tilt meteorologi e bollettini per naviganti...

In compenso funghi, castagne, polenta (e osei per bergamaschi e veneti), vino, olio e bruschetta compensano ampiamente le nebbie in Valpadana, le piogge in Toscana, lo scirocco in Sicilia e l’acqua alta a Venezia.

Una stagione, o quel che ne rimane, che ti sorprende comunque, nel bene e nel meno bene (speriamo senza frane e smottamenti quest’anno), e che prima dei rigori invernali ti fa sperimentare le ultime sensazioni di ciò che lasci e gli anticipi di ciò che ti aspetta.

Per una stagione così variegata, ci vuole una musica fremente, e anche un esecutore, anzi un’esecutrice, di grande temperamento.

Il musicista russo Alexsandr Nikolaievic Skrjabin (1872-1915) è un autore poco conosciuto, ma non per questo poco importante.
“Il suo modo di suonare appassionato, nervoso, colorito l’aveva reso celebre in tutta Europa e, dal 1906, anche in America” (H. H. Stuckenschmidt). 
Riprendeva la tradizione romantica di Chopin e di Liszt, per approdare a un tipo di composizione “personalissimo dal punto di vista armonico e melodico”.

Ovviamente la sua opera trovò poi forte ostilità nel nuovo corso dell’URSS, tanto che Shostakovic vedeva in lui “il rappresentante più pericoloso della borghesia musicale, e il più degno di essere combattuto”.

Ascoltiamo di Skriabin il celebre Studio op. 8, n. 12, impostato sul Re diesis minore, del 1894. Porta il titolo di “Patetica”, che evoca altre celebri sonate romantiche.

Uno Studio appassionato, con intervalli anche di undicesima (per sfidare le gigantesche mani di Rachmaninov, Skrjabin perse l’uso della mano destra!), ottave a ripetizione, e innumerevoli salti con la mano sinistra...

Un brano tanto difficile, quanto affascinante.

Come affascinante, e un po’ “crazy”, la pianista uzbeka Lola Astanova (1985), già enfante prodige, ed ora affermata concertista.

Un’interpretazione degna della “pazzia” di Skrjabin, e della meteorologia autunnale.

2 commenti:

  1. Non solo nebbia, ma tante bontà!

    Buona domenica, Antonio.

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  2. Certo, l'autunno è una stagione ricca di buone cose.. :-))

    Quando non fa i capricci... ;-)

    Buona settimana, Gianna :-))

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