martedì 10 aprile 2018

La vittoria di Viktor (Orbán)





Voglio festeggiare la grande vittoria di  Viktor Orbán nelle elezioni ungheresi di domenica scorsa.

Il suo trionfo (maggioranza assoluta e 4° mandato) ci fa capire che l'Europa non vuole e non può essere quella dei burocrati e dei massoni, ma un' Europa dei popoli forgiati nei valori della civiltà cristiana.

L'Ungheria e il Gruppo di Visegrád (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) ci fanno anche capire che il fenomeno dell'immigrazione islamica non è affatto irreversibile: in quelle nazioni non entra nessuno se non dopo essere passato ai raggi X.

Del resto l'Ungheria è sempre stata una nazione con le palle: Santo Stefano, Mattia Corvino, Sándor Petöfi, Imre Nagy, e ora Orbán.

Una bella lezione per tutti coloro che hanno già calato le brache, e un altro ennesimo esempio per il nostro futuro governo.

Ho sempre avuto un debole per l'Ungheria (la patria del canto corale moderno, con  Kodály e Bartók), e per Liszt, il più grande virtuoso del pianoforte. La sua Rapsodia n. 2 in Do diesis minore dà la misura della sua immensa grandezza artistica, oltre che della sua genialità tecnica.






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