lunedì 7 marzo 2016

Un omaggio a Harnoncourt: Bach!




La scomparsa due giorni fa di Nikolaus Harnoncourt (1929-2016) grande direttore d’orchestra austro-tedesco e raffinato  cultore di musica barocca, mi impone di postare un brano di J. S. Bach.

Harnoncourt ha dedicato gran parte della sua attività musicale alla valorizzazione del barocco, e soprattutto all’opera di Bach. Sono rimaste memorabili le sue direzioni dei Concerti Brandeburghesi, della Passione secondo Giovanni, della Passione secondo Matteo, nonché l’esecuzione di tutto il corpus delle Cantate (oltre 200!)

In particolare gli dobbiamo l’appassionata ricerca dell’autentico modo di eseguire la musica del periodo oggetto dei suoi studi. In altri termini, egli ha sempre cercato un’esecuzione filologicamente corretta, a cominciare dagli strumenti, che nel corso degli ultimi secoli sono molto cambiati, e con essi anche i timbri musicali. Per questo nelle sue esecuzioni ritornano – per fare qualche esempio - il liuto, la viola da gamba, il flauto ligneo,  la tromba naturale, le voci bianche, nonché i controtenori.

Il brano musicale che mi piace ascoltare in sua memoria è la Fuga in Sol Minore, tratta dalla 1 Sonata per Violino Solo, BWV 1001, anno 1720.

Le Sei Sonate per Violino Solo di Bach costituiscono un monumento di arte e di difficoltà tecnica, “l’Himalaya dei violinisti”, come sono state definite da George Enescu. Tra di esse, per intenderci, c’è anche la Ciaccona in Re Minore, nella 2 Sonata.
Bach ha volutamente escluso il Basso Continuo (cioè l’accompagnamento con un clavicembalo o un liuto, o altro ancora, come era prassi comune) per dimostrare che anche il solo violino è in grado di costruire un’armonia, un contrappunto e una fuga completi.

Considerando che normalmente il violino permette con il suo arco il suono contemporaneo di due note, si intuisce che la partitura bachiana di questi concerti appariva allora praticamente “insuonabile”, dal momento che in essa appaiono accordi di tre o addirittura di quattro note, senza considerare altre difficoltà tecniche. 
Forse solo il più grande violinista del tempo, J. G. Pisendel, avrebbe potuto cimentarsi nell’esecuzione. Di fatto si dovette aspettare il secolo successivo per la pubblicazione di questo capolavoro (1802) e si dovette attendere ancora decenni prima che Joseph Joachim lo eseguisse. Dopo di lui, nel secolo XX, i grandi violinisti hanno fatto un punto di orgoglio confrontarsi con quest’opera mirabile.

Bach, come per altre sue composizioni, ha in seguito trascritto per organo e per liuto (BWV 539, BWV 1000) questa Fuga per Violino Solo.
Qui la presento ovviamente nella versione “originale” (ne rimane la partitura manoscritta!). Altrimenti Harnoncourt avrebbe qualcosa da dire...

E non avrà da ridire nulla dello strumento: un "Guarneri del Gesù" del 1740, in braccio al grande Isaac Stern.


2 commenti:

  1. Splendida e famosissima questa fuga in sol minore! Ma altrettanto splendido il tuo post, caro Antonio, denso di ricchezza culturale e passione bachiana!
    Un degno omaggio al Maestro Harnoncourt!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, splendida e famosissima questa fuga, cara Annamaria, anche nella versione organistica in re minore, con un bellissimo Preludio :-)

      Solo a Bach poteva venire in mente di costruire la complessa architettura di una fuga con il violino... Incredibile! ;-)

      Grazie, cara Annamaria, per l'apprezzamento :-) Ma un omaggio bachiano al Maestro Harnoncourt mi pareva doveroso ;-)

      Non ho voluto riproporre brani delle due Passioni o di Cantate e dei Concerti Brandeburghesi da lui diretti, perché ormai notissimi.

      Un grande abbraccio :-)

      Elimina