giovedì 27 marzo 2014

Er Colosseo e Obama (pasquinata)

Oggi c'è stata a Roma la visita di Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d'America. Oltre Papa Francesco, il Presidente Napolitano e il Primo Ministro Renzi, Obama aveva espresso desiderio di vedere anche il Colosseo.

Senza sminuire il valore di questa venuta, a me personalmente ha fatto impressione il commento del più potente uomo della terra (così si dice) di fronte alle maestose rovine dell'Anfiteatro Flavio, o Colosseo come dir si voglia: "È più grande di un campo da baseball !"

In genere è l'osservazione che mi è capitato di sentire dai ragazzi delle scuole elementari in gita scolastica: "Sembra un campo da calcio".

Pasquino si è sentito un po' mortificato...





Obama ha preso er volo suo diretto
per vedè er Colosseo, pialla per pialla.
“Anvedi te, ha detto ‘n su’ dialetto,
è più ggrande d’un campo pe la palla”.

Poveraccio, ha sbajato direzzioni,
doveva annare invece a Caracalla;
nei tempi antichi a Roma, me cojoni,
annavan tutti llà a giocare a palla.




Amicusplato

mercoledì 26 marzo 2014

Ave Maria! (e un po' di rock allieta la festa)





Non ho ancora avuto modo di festeggiare qui nel blog la Festa della SS. Annunziata, trascorsa da un giorno. 

Ma il tempo appartiene a Dio, e anche se non sono “in tempo” (puntuale), sono sempre “a tempo” per farlo.

La Chiesa festeggia l’Annunciazione di Maria il 25 di Marzo, cioè 9 mesi prima del Natale di Gesù, il 25 Dicembre.

Si tratta dunque non solo dell’Annunciazione di Maria, ma dell’Incarnazione di Gesù, cioè del concepimento di Gesù. La vita umana è sacra fin dal primo istante. Lo sapevano bene i nostri antenati, pur senza le moderne conoscenze scientifiche e gli ecografi attuali.

In Toscana, fino al 1750, in questo giorno iniziava anche l’anno (“Ab Incarnatione”). Oggi, 26 marzo, per esempio, era il secondo giorno dell’anno nuovo.
Poi, per uniformare i vari calendari, si stabilì di far iniziare l’anno secondo l’antico ordinamento romano, dal 1° Gennaio. 
Un modo più laico; ma come si è detto, il tempo appartiene a Dio, qualunque sia il calendario usato.

“Ave Maria, gratia plena!”, è questo il saluto dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Madre il giorno dell’Annunciazione.

E non può essere che questa la preghiera musicale che oggi postiamo: una bella “Ave Maria” (1866) composta dal poliedrico musicista lombardo Luigi Luzzi (1824-1876).

Viene eseguita dalla cantante finlandese Tarja Turunen, accompagnata dalla band Harus. Un’esecuzione praticamente rock, ma che rende con moderna efficacia il romantico spartito ottocentesco.


Ave Maria! Sancta Maria! 



sabato 22 marzo 2014

Ho beccato l'influenza


 
















Ho beccato l’influenza,
l’influenza mi ha beccato;
non c’è alcuna differenza,
sono a letto influenzato.

Proprio il dì di primavera,
proprio il giorno equinoziale,
mentre un sol splendente c’era,
una febbre allor mi assale.

Una febbre pertinace,
alta, forte, maliziosa;
non dà tregua, non dà pace,
gli antibio li mangia a josa.

Il dottore rassicura:
“Non c’è niente d’importante,
stia seren,  senza paura,
prenda i farmaci costante.

È una semplice influenza
son milion gli influenzati;
qualche giorno di giacenza
ed i virus son spacciati”.

Un po’ più rincoraggiato
io proseguo la battaglia;
notte e dì, sempre sudato,
con continui cambi-maglia.

Per fortuna che al mattino
premurosa la barista
porta sempre un cappuccino
e mi fa tornare in pista.

Stamattina finalmente,
dopo notte da paura,
il termometro repente
non dà alcun’ temperatura.

La vittoria ormai è vicina.
Se quest’oggi sto benino,
dopo Messa, domattina,
andrò al bar pel cappuccino. 




Amicusplato

mercoledì 19 marzo 2014

Nella festa di S. Giuseppe



Nessuna musica da offrire questa volta, per festeggiare S. Giuseppe,  il “padre putativo” di Gesù.

Alla musica ci pensa lui stesso; sì, S. Giuseppe, presentandoci nel quadro di Caravaggio una partitura del compositore fiammingo Noel Bauldewijn (1480-1529), sulle parole del Cantico dei Cantici "Quam pulchra es”, Quanto sei bella... Un canto di lode alla Vergine Maria, sua sposa, che insieme al Divin Figlio prende riposo, nella fuga in Egitto, all’ombra di una palma (ma il pittore si prende una licenza artistica).

Il “Riposo durante la fuga in Egitto”, narrato con dovizie di particolari dai vangeli apocrifi, è stato un soggetto illustrato da molti grandi pittori, come Tiziano, Correggio, Barocci, e via dicendo.

Ma l’unico che rimane impresso nella memoria, indimenticabile, è il dipinto di Caravaggio.

Un’opera ancora giovanile (1596). Si notano le “influenze” dei grandi maestri lombardi, veneti e bolognesi. La figura dell’angelo musicante che domina centralmente la scena è di una bellezza impareggiabile.

The Great Beauty, si potrebbe dire...

La Madre e il  Bambino, vinti dal sonno, sono rappresentati con tenera dolcezza; ma il manierismo si fa ancora sentire.

Talvolta (spesso?) viene un po’ trascurata (artisticamente) la figura di Giuseppe: un vecchio stanco e in ombra, rispetto alla piena luce in cui sono disegnati Maria e Gesù, icone di vita immortale.

A mio modesto avviso, Giuseppe in questo quadro è la figura più “caravaggesca”, quella che maggiormente preannuncia il suo genio artistico.

Giuseppe è avvolto dall’ombra, umbra mortis, l’ombra di morte di ogni essere umano segnato dal peccato  originale. E Caravaggio lo fa notare alla sua maniera: ciuffi di capelli bianchi, così come la barba, rughe sulla fronte spaziosa, viso segnato dal tempo, occhi deteriorati, e pur ancora vigili.

Su quel volto segnato dalla morte giunge il misterioso flash di luce, che lo fa emergere dal buio retrostante. È la luce della grazia, che brilla in pienezza nelle splendide forme dell’angelo e nelle tenerissime figure di Maria e del Bambino.

Giuseppe tiene con impegno la partitura suonata dall’angelo (si vedono i gomiti puntati sui fianchi!). È il canto per la sua amata Sposa e per il Figlio di Dio, di cui è padre secondo la legge, e custode premuroso. 

Non è solo "un leggio" di un musicista, sia pure celeste, come a prima vista verrebbe da pensare!

Buona festa di S. Giuseppe, buon onomastico e auguri ai papà!




domenica 16 marzo 2014

I giardini di Lucio tornano a fiorire




Quando il sole di marzo fa presagire l’inizio della primavera, allora sento il bisogno di fare delle belle camminate sulle colline che circondano la mia città.

Oggi è stata una giornata di sole splendente; così, non ho potuto fare a meno di mettermi in marcia tra campi e boschi, che si stanno risvegliando dal letargo invernale.

Ancora è presto per respirare a pieni polmoni l’aria primaverile e i suoi balsamici profumi; né si sentono cantare gli uccelli tra le fronde, anche perché le fronde sono ancora quasi spoglie. Solo qualche pennuto solista qua e là azzarda i primi gorgheggi per riscaldare la voce.

Ma intanto i giardini campestri si vestono di nuovi colori e offrono allo sguardo ciuffi di viole, file di biondi tarassaci e distese di candide margherite.

I giardini di marzo... 

Il mese di Lucio Battisti, nato il 5 marzo. Non posso lasciar passare sotto silenzio musicale questi giorni, e non ricordare la sua canzone più bella.

Altri magari considerano più belle altre sue canzoni. La musica non è una scienza esatta, e sui gusti non si discute. Ogni canzone poi è legata a qualche ricordo, e quando si entra nel mondo dei sentimenti, la ragione non vuol sentir ragione.

Lascio perciò a ognuno la sua canzone preferita.

A me lasciatemi quel gelataio col suo carretto, quello studente squattrinato, quel vestito più bello di mia madre ancora giovane, quei cieli immensi e quelle praterie dove poter distendere la fantasia e l’immaginazione....

E vividi ricordi, dolcissimi come gli arpeggi di questa canzone.



giovedì 13 marzo 2014

Un papa in Si maggiore!



È passato un anno dalla elezione di Papa Francesco e un dolce vento di primavera ha spazzato via freddo, nubi e nebbie invernali.

Con un “Fratelli e sorelle, buona sera” del 13 marzo 2013 ha conquistato da subito il cuore della gente.
Quel “Buona sera!” così informale per un sommo pontefice appena eletto si è dimostrato un gran bel giorno per la Chiesa di Dio e per il mondo intero.

Via ogni retorica, via ogni inutile orpello, via ogni parvenza di maestà principesca: il papa ritorna anche esteriormente ad essere il “servo dei servi di Dio”.

Un papa che viene dalla periferia del mondo e ci sta facendo capire che esistono anche le periferie della vita e da lì bisogna ripartire per rendere il mondo più umano.

Un papa che conquista la gente con i suoi gesti semplici, umili, “francescani”. Un papa “ricco di misericordia”, secondo il cuore di Cristo, che sa sorridere e dire sì più volentieri del no.

Un papa sì (con l’accento)!

E lo voglio festeggiare con la dolcezza di un Notturno di Chopin, come quel "Buona sera!" di un anno fa.

Uno dei più belli, eseguito da Rubinstein...

In Si maggiore, ovviamente!


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mercoledì 12 marzo 2014

Un mondo in Mi minore

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Se si dovesse indicare la data di nascita della musica moderna, a mio parere si dovrebbe indicare il 1722, anno in cui J. S. Bach scrisse il primo volume de “Il Clavicembalo ben temperato”.

Il motivo è semplice.  Per la prima volta viene assunto come normativo nella determinazione della scala musicale l’intervallo di un semitono esatto. Le note risultano così fissate in 12, quelle che tutti ormai conosciamo: le sette della scala naturale e le cinque “alterate”  da diesis e bemolli.

Se 12 sono le note, rigorosamente determinate da intervalli esatti, 12 saranno pure le tonalità su cui sarà da ora in poi possibile scrivere qualsiasi brano musicale. 

È ciò che intuì e fece il genio di Bach nel 1722. Non si limitò a scrivere nelle tonalità fino ad allora usate, e cioè quelle della scala naturale (do-re-mi-fa-sol-la-si); ma compose in modo sistematico 12 preludi e relative fughe su ogni tonalità della scala “temperata”, cioè fondata sul semitono.

E poiché una tonalità si distingue in maggiore e minore, nel Clavicembalo ben temperato abbiamo per la prima volta nella storia della musica 24 brani scritti in tutte le tonalità, molte delle quali mai viste e udite prima: do diesis maggiore (7 diesis in chiave!), mi bemolle minore (6 bemolli in chiave), si bemolle minore (cinque bemolli), fa diesis minore (6 diesis), ecc.

Sarà il Romanticismo, in particolare con Beethoven, Schubert, Chopin e Liszt, a valorizzare appieno questa ricchezza di chiaroscuri musicali, “inventati” da Bach.

Nel Clavicembalo di Bach è anticipata non solo la rivoluzione romantica, ma anche quella contemporanea. Mi riferisco in particolare alla Fuga n. 10, in Mi minore (BWV, 855).  

Il tema della fuga (che si riconosce bene per il fatto che all’inizio “canta” da solo) è composto da tutte e 12 le note della scala temperata: in pratica si tratta di una composizione “dodecafonica”, che pur scritta in una tonalità (Mi minore), in realtà sembra vagare senza una meta e senza punti di riferimento, se non il tema “dodecafonico” stesso e il rapido accordo finale (quasi un atto dovuto).

Mi pare l’espressione della realtà attuale: un mondo che vaga in cerca di autore e di soluzioni, pirandellianamente. Speriamo che almeno alla fine un accordo, se pur minimale, sia raggiunto. 

La Fuga è preceduta ovviamente dal Preludio, che ha un andamento più “classico”. Lasciamoci incantare dalla sua magia. 
Ma prepariamoci ad una Fuga che ci disorienta. Tre paginette che anticipano tre secoli!

Appassionante e impeccabile l’esecuzione di Friedrich Gulda.

Buon ascolto, in attesa di buone nuove!






domenica 9 marzo 2014

La grande porta di Kiev




Ciò che sta accadendo in Crimea mi impone di digitare qualche riflessione.

Non nascondo che ho sempre avuto una grande ammirazione per il popolo russo, per la sua storia grandiosa al pari della sua terra.

Ho inoltre l’impressione che gli Stati Uniti d'America conoscano poco la storia di cui sopra (non solo quella!), ma uniscano a ciò anche una notevole dose di presuntuosa saccenza, con l’inevitabile conseguenza di interventi a sproposito, vuoi a parole, vuoi con le armi.
Basterà citare l’appoggio armato alle cosiddette “primavere arabe” per capire quale genere di intelligenza politica ci si debba da questi aspettare. Si ha sempre più l’impressione che agli States interessino appunto i propri interessi, come direbbe La Palice.

Dell’Unione Europea meglio non parlare, perché sembra esistere solo come gigantesco apparato burocratico, in una babele di lingue; non riesce a risolvere i suoi problemi interni, figuriamoci se può dire qualcosa di credibile nelle questioni internazionali. La vicenda dei due marò italiani in India ne è un esempio penoso.

Detto questo, torniamo in Crimea.

È ovvio che la guerra tra Federazione Russa e Ucraina vada evitata ad ogni costo. Ma per far questo bisogna che le diplomazie mondiali capiscano bene il problema.

La Crimea è in stragrande maggioranza composta da popolazione russa, pur appartenendo territorialmente all’Ucraina (ma da due secoli e mezzo - dal 1784- e fino a pochi decenni fa era territorio russo, regalato nel 1954 da Kruscev ai “fratelli” ucraini). 

È inoltre l’unico sbocco ai mari caldi della superpotenza russa. Sarà possibile che gli Stati Uniti e l’Unione Europea pretendano che la Russia non faccia valere i suoi diritti su questo territorio strategico così essenziale, in un momento in cui alcuni vorrebbero legare l’Ucraina all’UE? 

Già nel 1856 l’Europa (con l'Impero Ottomano) non riuscì a strappare la Crimea alla Russia dopo anni di guerra. Vorrebbe farlo di nuovo ora? E gli Stati Uniti cosa farebbero, se il problema riguardasse i loro interessi? Remember the Alamo!

Dunque, in questa situazione, un referendum del popolo di Crimea, già stabilito per il 16 marzo prossimo, mi pare la soluzione più giusta. Si dovrà decidere se rimanere a far parte dell’Ucraina o entrare nella Federazione Russa, come pare scontato.

E Kiev non potrà che prenderne atto.

D'obbligo il commento musicale del russo Modesto Mussorgskij, con "La grande porta di Kiev", gran finale della celebre suite: "Quadri di un'esposizione" (1874).

I "Quadri" furono scritti da Mussorgskij per pianoforte, ma sono generalmente eseguiti nell'orchestrazione fatta in seguito (1922) da Ravel: un'opera d'arte dentro un'opera d'arte.

Dio benedica il popolo ucraino e russo!




sabato 1 marzo 2014

Febbraio, mese gaio...





Mica tanto, però.

Roma è in crisi nera, capitale d’Italia anche in questo.

I partiti sono proprio “partiti”: Destra divisa, Sinistra lacerata, Centro finito a “Chi l’ha visto?” e i grillini in libera uscita...

Qualcuno si è accorto che è l’ultima settimana di Carnevale, il periodo (una volta) più festoso dell’anno ?

C’è perfino un’invasione armata in atto in Crimea, come nel 1853-56. Speriamo senza un’altra sciagurata “carica dei 600” a Balaklava, né un altro invio in “missione estera” dei nostri bersaglieri. Ma non abbiamo più il generale La Marmora, e al posto del guerresco Cavour c’è il boy scout Renzi...

Un mese che finisce maluccio.

Ma non date colpa al povero febbraio. Quest’anno non è nemmeno bisestile.

Non rimane che chiedere aiuto al passato... Per esempio,  alle note struggenti di "Bésame Mucho" di Consuelo Velásquez. 

Un po' di sentimento non guasta. Specialmente se accompagnato da una fisarmonica.

Buon fine febbraio e buon inizio di marzo!