lunedì 5 maggio 2014

C'era una volta il calcio













Come Fantozzi, sabato scorso sera mi sono “piazzato” davanti alla TV per vedere, anzi, per godermi 
la finale di Coppa Italia, Fiorentina-Napoli.

Mi piace il calcio, e una finale di coppa è imperdibile, anche se fosse quella "del nonno".

Mi sono piazzato davanti al televisore in anticipo, ovviamente, perché, come dice Leopardi, il piacere sta anzitutto nell’attesa: divano abbassato, gambe spianate sul tavolino, due buste di patatine salate (una per tempo), una birra grande di quelle da “rutto libero”, occhi puntati per la gara dell’Olimpico pieno come un uovo.

Un momento... Quale gara?

In campo di giocatori vedo solo Hamsik del Napoli, con la sua inconfondibile cresta; sembra un gallo cedrone che ha perso la via del pollaio. 
In curva Nord un energumeno, tatuato da aborigeno della Papuasia, a cavalcioni della rete, detta tempi e modi della eventuale partita. La sua maglietta è un insulto alle forze dell’ordine, che infatti in campo sono fatte bersaglio di lacrimogeni, pedardi e bastoni lanciati dagli spalti. 
In tribuna i pezzi grossi della politica e dello sport si fanno piccoli piccoli come i sette nani.

Intanto all'Ospedale Villa S. Pietro e poi al Gemelli un tifoso napoletano, Ciro Esposito, lotta tra la vita e la morte per un colpo di pistola (!) sparato da un tifoso della Roma (!).

Le mie patatine sono rimaste nelle buste, la birra nella bottiglia, il rutto in gola.

Dopo quasi un’ora sono entrate in campo le due squadre. A quel punto la partita era già finita.

O forse il calcio.

Una cosa è certa. Il Leopardi non ha sempre ragione.

Quell’attesa è stata una vera pena.






2 commenti:

  1. Vorrei tanto commentare... ma poi, a che servirebbe? Già da un pò ho superato la settantina e dal 1961 non vado più allo stadio a vedere una partita (sic!)... da allora è passata molta acqua sotto ai ponti, sono passati molti governi, sono cambiati giocatori, allenatori, presidenti delle squadre di calcio, magistrati, capi delle forze dell'ordine, presidenti della repubblica...
    L'unica cosa cambiata (in peggio) sono le tifoserie violente e spavalde che vanno negli stadi per scatenare risse il più delle volte coalizzandosi contro le forze dell'ordine.
    In altri paesi il fenimeno è stato stroncato e non ci sono più reti o barriere tra il pubblico ed il campo di gioco (poche sere fa ho visto una piccola parte dell'incontro di coppa svoltosi in Spagna ed ho potuto constatare proprio questa realtà!). E allora? Di che è la colpa di tutto ciò? Si dice che accade perché intorno al calcio ruotano interessi enormi, ma ciò è valido anche per altri paesi...
    Per questi motivi concludo il mio (inutile) commento con un bel: "NO COMMENT!".

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    1. Pienamente d'accoro con tutte le tue amare osservazioni, ed anche con le tue domande retoriche, caro Anonimo Romano Antico.
      Domande che hanno già la loro risposta nelle tue osservazioni previe: se Inghilterra e Spagna sono riuscite a eliminare la violenza dagli stadi e a giocare senza reti di protezione, perché non in Italia?

      Non ci sono alibi di sorta, come hai già detto. E allora l'unica cosa che occorre è un'esemplare punizione dei violenti e dei facinorosi, allontanati per sempre dagli stadi, ma nel frattempo, messi subito nelle celle appositamente predisposte nei fondi degli stadi, e poi immediato processo. Come in Inghilterra.

      Il tuo commento non è affatto inutile. È molto efficace, invece.

      Ciao!

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