giovedì 10 ottobre 2013

Dal mi basso al do acuto. 200 anni di Verdi




Negli ultimi 200 anni tante cose sono cambiate nel mondo, e ovviamente anche in quello della musica.

Altre invece sono ancora lì, intramontabili, bellissime, più moderne che mai.

Come molte opere di Giuseppe Verdi (10 ottobre 18013 - 27 gennaio 1901).

Probabilmente i più non hanno oggi la pazienza di ascoltare una sua opera per intero, a parte forse l’Aida all’Arena di Verona.

Ma è altrettanto difficile trovare qualcuno che non abbia nelle orecchie almeno qualche brano di musica verdiana, e non solo il “Va’ pensiero”...

Non starò a fare il bilancio di quanto rimane della musica del Cigno di Busseto. È un bilancio grandemente in attivo, e lo spread con il suo rivale e coetaneo tedesco Wagner è quanto meno alla pari.

Verdi ha illuminato di drammatica bellezza musicale due secoli interi. 

Le più belle voci, maschili e femminili, si sono cimentate sulle sue note, dal basso profondo (il Mi grave del Grande Inquisitore nel Don Carlos) ai Do acuti (Manrico nel Trovatore, per tradizione; Gilda nel Rigoletto, e nel gorgheggio è previsto anche il Do diesis e il Re, e oltre; Aida in "O Patria mia", etc.). 
Non solo voci, ma grandissimi personaggi che hanno incantato le platee, le gallerie e i loggioni dei teatri di tutto il mondo: Callas, Tebaldi, Caballé, Price, Sutherland, Bergonzi, Del Monaco, Pavarotti, Domingo, Cappuccilli, Bruson, Ghiaurov..., senza parlare di Tamagno, Caruso e Gigli.
Le più celebri "bacchette" hanno diretto i suoi spartiti; per citarne alcuni, Toscanini, De Sabata, Solti, Von Karajan, Claudio Abbado, Muti, con le più famose orchestre, da quella della Scala ai Berliner, dai Wiener alla London Symphony Orchestra, dall'Orchestre de Paris alla Chicago Symphony Orchestra...

L’elenco sarebbe sterminato. A me, per esempio, piace in modo particolare l’interpretazione di Rigoletto del grande baritono Giuseppe Taddei. In “Cortigiani, vil razza dannata”, quella parola “dannata” viene cantata come un ghigno  (non previsto dalla partitura); un tocco geniale.

La nascita di un artista, anzi di un genio artistico come Verdi, non può che essere una manifestazione dell’opera creatrice di Dio.
Mi piace perciò mettere sotto la protezione della Madre di Dio e degli Angeli questo giorno memorabile.

Da “La forza del destino”, la bellissima preghiera “La Vergine degli Angeli”

La voce solista è quella inconfondibile e affascinante di Leontyne Price.


2 commenti:

  1. Un pezzo sublime che mette brividi di emozione!
    Grazie, Antonio!

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  2. Una vera perla musicale, fatta risplendere a dovere dalla mirabile voce della Price :-)

    Grazie a te, carissima Annamaria, per l'apprezzamento ;-)

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