giovedì 1 dicembre 2011

Natale poverello

 













Ho rubato un po’ di cielo
da una notte blu stellata,
e di muschio un verde velo
ho sottratto a una vallata.

Un capanno poi ho cercato
con un bue e un asinello;
lo scenario ho preparato
al divino Bambinello.

Ma difficile mi è stato
ritrovare i personaggi
per portare al divin nato
i più cari nostri omaggi.

Greggi e pecore son rare,
i pastor sono scomparsi;
le persone hanno da fare,
non han tempo di fermarsi

ad un misero tugurio
dove nasce un bambinello.
C’è il regalo, c’è l’augurio,
è natale e il tempo è bello...

Un Natal senza il Bambino,
festa senza il festeggiato.
Ma io voglio star vicino
a quel Dio che per me è nato!




Amicusplato

6 commenti:

  1. Bellissima, e tenera questa poesia, semplice e vera nella sua profonda attualità.
    Complimenti e grazie, Antonio!

    RispondiElimina
  2. Un pensiero natalizio, all'inizio del mese di dicembre ;-)

    Non mancheranno altre occasioni per riflettere sul mistero del S. Natale :-)

    Anche in musica, ovviamente...

    Grazie del tuo commento, carissima Annamaria :-)

    RispondiElimina
  3. molto vera la poesia.
    si sta sempre più non solo commercializzando ma facendo coincidere il S. Natale con il Panettone.
    grazie+
    ciao
    luisa

    RispondiElimina
  4. È davvero un Natale "poverello", se si riduce la festa ad alberi e panettoni...

    Grazie, cara Luisa, della tua riflessione :-)

    RispondiElimina
  5. il Natale è stata sempre la festa del mangiar tanto e bene, oltrechè la festa dei bambini, col tempo gesù va sfumando via, speriamo che resti nei nostri cuori

    RispondiElimina
  6. Nei nostri cuori, di certo :-))

    Ma la situazione attuale impone anche una riflessione sui consumi e sul modo di vivere, almeno così pare.

    Grazie, Luca, della tua riflessione :-))

    RispondiElimina