giovedì 15 dicembre 2011

Anche gli animali festeggiano il Natale!



Oggi purtroppo molta musica è diventata sinonimo di assordante rumore e i testi sono spesso insulse filastrocche.

Per questo è necessario tornare alle sorgenti limpide e cristalline della polifonia classica, per disintossicarsi un po' da questo inquinamento acustico e per riscoprire la bellezza del vero canto.

La voce umana non ha bisogno di effetti speciali, né di assordanti accompagnamenti strumentali.

Basta a sé stessa.

Siamo ormai in vista del Natale, sono gli ultimi nove giorni di preparazione.

Come inizio di questa novena ascoltiamo il mottetto natalizio “O magnum mysterium” di Tomàs Luis de Victoria (1548-1611).

Intendo così onorare anche il 400° anniversario della morte del grande polifonista spagnolo, che insieme a Palestrina e Orlando di Lasso è il maggior esponente della musica cinquecentesca.

Questi tre sommi artisti hanno però caratteristiche molto diverse tra di loro.

Orlando di Lasso, fiammingo di origine, ha una scrittura musicale quasi “virtuosistica”; Palestrina, “il principe della musica”, preferisce costruzioni solenni e architetture grandiose, con una perfezione formale ineguagliabile.

La polifonia di Tommaso Ludovico da Vittoria (così è conosciuto in Italia) ha invece come caratteristica principale l’intenso pathos, come del resto è lecito aspettarsi da uno spagnolo. La sua musica, solo religiosa, è ricca di forti chiaroscuri e grandemente espressiva. Per molti aspetti anticipa la sensibilità moderna.

Il suo capolavoro è l’Officium Hebdomadae Sanctae (Ufficio della Settimana Santa), pubblicato a Roma nel 1585 da Alessandro Gardano: 57 brani di appassionante e drammatica trenodia, dalla Domenica delle Palme al Sabato Santo, uno dei vertici della musica di ogni tempo. 
Basti pensare che in esso si trovano i mottetti “Popule meus”, “O vos omnes”, “Tenebrae factae sunt” (che sono stati già da me postati in altre occasioni in questo blog).

Devo ammettere che nutro una particolare ammirazione per la musica di Victoria. Per questo non mancherò di presentare ancora, prima che termini il IV centenario, altra sua musica.

Il mottetto “O magnum mysterium”, del 1572, a quattro voci dispari (soprani, contralti, tenori, bassi), stupisce oltre che per la bellezza della composizione, anche per il testo: 
“O grande mistero e ammirabile sacramento: che gli animali abbiano visto il Signore appena nato giacente in una mangiatoia! O Vergine Beata, le cui viscere ebbero l’onore di portare Cristo Signore. Alleluia!”.

O magnum mysterium et admirabile sacramentum,
ut animalia viderent Dominum natum
iacentem in praesepio.
O Beata Virgo, cuius viscera
meruerunt portare Dominum Christum.
Alleluia.

Lo stupore (che gli animali, e non le persone, siano stati i primi a vedere la nascita di Gesù) è espresso con un sommesso inizio, affidato alle sole sezioni femminili; efficacissimi in particolare la lunga nota iniziale e il salto discendente di V del soprano, imitato poi dalle altre sezioni. La meraviglia diviene così espressione corale.
Alla voce maschile è affidato quindi il compito di svelare questo “grande mistero”, che gli animali abbiano avuto un simile onore. Il coro si ricompatta, in un accordo di tonalità maggiore, nell'iniziare a cantare le lodi alla Vergine Madre.
L’Alleluia finale è come una goiosa danza in 3/4.

Buona l’esecuzione del gruppo corale inglese “The Sixteen”, diretto da Harry Christophers, specializzato proprio nella musica rinascimentale e barocca.

8 commenti:

  1. Splendido!
    Anch'io - guarda caso - avevo pensato allo stesso brano per il giorno di Natale....ma nella versione contemporanea di Lauridsen.
    Mi permetti di postarlo???....
    Grazie!

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  2. Carissima Annamaria :-)

    ma è ovvio che puoi postare il bellissimo mottetto di Lauridsen :-))

    È particolarmente importante che la polifonia moderna sia conosciuta e apprezzata, e più si fa conoscere e meglio è per tutti ;-)

    Io invece ho pensato per Natale ad un mottetto di Paestrina... Ma nel frattempo ne posterò altri :-)

    Un carissimo saluto, e grazie a te, della tua visita e del tuo apprezzamento :-))

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  3. sempre colpisci al cuore e da un risanamento dello spirito, neanche più abituato alla bellezza, viste le zuzzure proposte oggi. grazie

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  4. CANTO CELESTIALE.. è dire poco.
    grazie, grazie.
    ciaooooooooooooooooo
    luisa
    PS anch'io lo posto

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  5. Carissimo Luca,

    la musica, come l'arte in genere, è spesso lo specchio di un'epoca.
    La musica attuale sta perdendo valore e bellezza forse perché si stanno perdendo proprio questi aspetti fondamentali dell'animo umano.

    La pollifonia ci fa riscoprire suoni e armonie che ci danno il gusto del bello e il sapore del buono :-)

    Grazie delle tue sempre puntuali osservazioni :-)

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  6. Un gioiello di arte, di fede, di amore, in uno spazio di pochi minuti.

    Hai ragione, cara Luisa, un canto celestiale :-))

    Mi fa piacere che tu lo riproponga nel tuo blog ;-)

    Ciao! :-)))

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