sabato 30 novembre 2013

La luce del Natale















La neve e il freddo di questi giorni sembrano anticipare il clima natalizio, dal punto di vista meteorologico.  
Un Natale che si preannuncia piuttosto sobrio, per non dire austero, data la situazione socio-economica attuale.
Forse tutto questo può essere l'occasione per comprendere meglio il significato della nascita di Gesù. 



La luce del Natale


Forse perché un germoglio
nel gelo dell’inverno
ridona la speranza
di nuova primavera

Forse perché un vagito
di bimbo nella culla
richiama l’attenzione
anche dei più distratti

Forse perché quel bimbo
che nacque un dì a Betlemme
riporta gioia e pace
al nostro cuore inquieto

Per questo forse ancora
città ed abitazioni
si vestono di luce
nei giorni di Natale




Amicusplato





giovedì 28 novembre 2013

Er ladro e li ladroni (pasquinata)






Hanno sfrattato jeri Bberlusconi,
l’hanno cacciato via da ‘r Parlamento;
j’ han dato quattro calci ne cojoni
e l’han mannato a Arcore ‘n convento.

Han detto ch’era ladro e ‘ngannatore;
e chi l’ha detto? anvedi che campioni:
un giudice buggiardo e mmentitore, 
e, li mortacci, un branco de ladroni.





Amicusplato 

martedì 26 novembre 2013

Contro il freddo polare, Mozart e Stradivari!




È in arrivo il freddo polare, almeno così dicono le previsioni.

In effetti dal vetro della finestra del mio studio sto vedendo, nel grande display elettronico del quartiere, un misero +2 che non promette niente di buono.

Mi voglio perciò riscaldare con la musica di Mozart, sempre utile nei momenti in cui l’umore, come la temperatura, scende in basso.

Ho scelto una musica che però non fa pensare a luminose e serene atmosfere, a cui siamo soliti associare il genio di Amadeus.

Una sonata del 1778 per violino e pianoforte, che oscilla tra “stanca rassegnazione e incontenibile ribellione” (H. Abert): la Sonata n. 21, in Mi minore, K. 304. 

Rassegnazione e ribellione. Chissà perché mi viene in mente la situazione socio-politica attuale...

Eseguono il primo movimento ("Allegro") i due fratelli Shaham: Gil al violino, Orli al pianoforte.

Gil Shaham è un violinista di grande levatura. Suona con uno Stradivari del 1699 (!), denominato “Contessa di Polignac”.

Buon ascolto, dunque! 




venerdì 22 novembre 2013

Musiche diverse...






Due diversi strumenti per due diverse ricorrenze nel giorno 22 novembre.

Oggi è S. Cecilia, la patrona della musica.

La vogliamo ricordare simbolicamente con uno strumento musicale, un  violino Stradivari. Il violino è il principe degli strumenti, e lo Stradivari è il principe dei violini. La celebre famiglia di  liutai cremonesi è diventata nel mondo sinonimo di perfezione, e i più grandi violinisti si sono contesi il possesso di qualche loro strumento.

Oggi è anche il 50° anniversario dell’assassinio di John F. Kennedy, un giorno buio e tristissimo nella storia moderna.
Il presidente della “nuova frontiera”, che stava aprendo con la sua azione politica nuovi orizzonti in un mondo diviso da guerra fredda e discriminazioni razziali, venne fermato per sempre a Dallas dagli spari del fucile di Lee H. Oswald.

Anche in quel vile attentato di 50 anni fa è entrato in azione uno strumento italiano, ma con musica ben diversa: un fucile Carcano, Mod 91/38, fabbricato a Terni. Un’arma già allora obsoleta, ma purtroppo sempre micidiale. Niente di cui vantarsi, in ogni senso.

22 novembre. Il ricordo di S. Cecilia e di J. F. Kennedy.

Due persone molto diverse, ma unite nel martirio per nobili cause.



Nelle foto in alto:

Stradivari "Lady Blunt", del 1721, valutato quasi 16 milioni di dollari (proprietà privata).

Il fucile Carcano Mod 91/38, del 1940,  che ha ucciso J. F. Kennedy (National Archives, Maryland).

mercoledì 20 novembre 2013

Deus ti salvet, Sardigna!





È un mese disastroso quello che stiamo vivendo.

Dopo le Filippine e gli Stati Uniti, ora è la nostra amatissima Sardegna ad essere prostrata da una devastante alluvione.

Alla triste conta dei morti (sedici) e degli sfollati (quasi tremila), si aggiungono le impressionanti devastazioni delle case e del territorio, tra l’altro uno dei più belli d’Italia.

Oltre agli aiuti materiali, indispensabili e urgenti, non può mancare l’aiuto spirituale, la nostra preghiera. 

Lo faccio attraverso una delle più belle canzoni della band sarda dei Tazenda: “Preghiera semplice”, del 1992.

Una preghiera semplice nella linea musicale, ma piuttosto complessa nella sua struttura: le parole sono in quattro lingue: sardo, italiano, inglese, giapponese.

In certo senso, un’invocazione a Dio da ogni parte  del mondo: "Oh Lord, you lead me!"
Ma - come dice ancora la canzone- non basta la preghiera, occorre rimboccarsi le maniche: "Non fermarti ad aspettare".

Splendida la voce di Andrea Parodi, frontman dei Tazenda, deceduto nel 2006, una delle voci più belle nel panorama della musica leggera, non solo in Italia.

La canzone è stata scritta da Luigi Marielli (Gino), il chitarrista dei Tazenda, che tra l'altro è originario di Olbia, la città maggiormente provata da questo disastroso nubifragio.


Deus ti salvet, Sardigna!



Preghiera Semplice

Dansat sa majalza
Sa majalza dansat
Archimissa in sas manos
Ballu, ballu tundu 
Abbatticamus su mundu
Brincamus che indianos
Sa vida, sa sorte, su nuscu ‘e sa terra mia 
Sa muida ‘e sa morte, sas dudas mias

Se un’altra volta ancora quella luce splenderà 
Ci sentiremo un po’ più uniti, nei fiumi e nei granai
Ma inevitabilmente un nuovo giorno nascerà 
E per la storia ancora guai 
Se lei...si spegnerà

Oh Lord, you lead me, oh Lord
Oh Lord, you lead me, oh Lord
Oh Lord, oh Lord! 

Malu, malu mundu
Brincamus in ballu tundu 
Pregamus che africanos
Sa vida, sa sorte, su nuscu ‘e sa terra mia
Sa muida ‘e sa morte, sas dudas mias

Se un’altra volta ancora quella luce splenderà 
Ci sentiremo più vicini, a deserti e ghiacciai
Ma inevitabilmente un nuovo giorno nascerà
Per certa gente sempre ed altra mai 
...si spegnerà
Una preghiera semplice può darti tanto 
Ma non illuderti all’incanto 
Che lei t’infonderà
Una preghiera semplice ti può aiutare 
Ma non fermarti ad aspettare 
Così...si spegnerà

Nàm - myo - hò - rénge - kyò 
Nàm - myo - hò - rénge - kyò 

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TRADUZIONE IN ITALIANO



Danza la maliarda
La maliarda danza
Spigo nelle mani
Ballo, ballo tondo
Calpestiamo il mondo
Saltiamo come indiani
La vita, il destino, l’odore della mia terra
Il ronzio della morte, i miei dubbi
Se un’altra volta ancora quella luce splenderà 
Ci sentiremo un po’ più uniti, nei fiumi e nei granai
Ma inevitabilmente un nuovo giorno nascerà 
E per la storia ancora guai 
Se lei...si spegnerà
Oh Signore, guidami tu, oh Signore 
Oh Signore, guidami tu, oh Signore
Oh Signore, oh Signore! 

Cattivo, cattivo mondo
Saltiamo in ballo tondo
Preghiamo come africani
La vita, il destino, l’odore della mia terra
Il ronzio della morte, i miei dubbi
Se un’altra volta ancora quella luce splenderà 
Ci sentiremo più vicini, a deserti e ghiacciai
Ma inevitabilmente un nuovo giorno nascerà
Per certa gente sempre ed altra mai 
...si spegnerà
Una preghiera semplice può darti tanto 
Ma non illuderti all’incanto 
Che lei t’infonderà
Una preghiera semplice ti può aiutare 
Ma non fermarti ad aspettare 
Così...si spegnerà
Mi dedico alla mistica legge di causa ed effetto 
Mi dedico alla mistica legge di causa ed effetto.




giovedì 14 novembre 2013

Per le Filippine un aiuto "corale"





Le isole Filippine sono prostrate dal terrificante tifone  Haiyan che il 7 novembre scorso ha fatto più di tre mila morti e ha raso al suolo intere località.

Il mondo si sta mobilitando per portare aiuto alle popolazioni colpite; al flagello dell’uragano si aggiungono ora problemi di ogni genere nell’organizzazione dei soccorsi e nell’ordine pubblico.

Il popolo filippino è un popolo coraggioso e tenace, abituato a sacrifici di ogni genere. Ma questa volta la prova è davvero superiore alle sue forze. Senza la solidarietà e l’aiuto di tutti, non può risollevarsi.

È anche un popolo profondamente religioso, di fede cattolica nella quasi totalità.

Il mio aiuto consiste qui in una invocazione a Dio, con un mottetto di Francis Poulenc (1899-1963) a quattro (e fino a otto) voci miste (SCTB): “Timor et tremor” (1939).

Le parole sono prese dai Salmi 54 (55) e 30 (31). 

La musica del grande Poulenc unisce alla tradizione polifonica a cappella il fascino dell’armonia moderna francese, di cui egli è stato uno dei maggiori rappresentanti (il Gruppo dei Sei). L'andamento del brano è poliritmico (6/4, 3/4, 4/4 e perfino 5/4).

Il Coro che canta è un coro giovanile giapponese di Koriyama. Non è un coro filippino, ma in certo senso in questa circostanza può essere considerato tale. La città di Koriyama è nel distretto di Fukushima.

E sappiamo bene cosa accadde l’11 marzo 2011 in quella zona...

Un bellissimo aiuto “corale” anche questo.



Timor et tremor venerunt super me,
et caligo cecidit super me:
miserere mei Domine, miserere mei,
quoniam in te confidit anima mea.

Exaudi Deus deprecationem meam
quia refugium meum es
tu adjutor fortis.
Domine, invocavi te, non confundar.


Timore e tremore mi hanno assalito
e l’oscurità è scesa sopra di me.
Abbi pietà di me, Signore, abbi pietà di me,
poiché in te confida l'anima mia.

Esaudisci Dio la mia supplica,
poiché mio rifugio sei tu 
forte sostegno.
Signore, ti ho invocato, che io non sia deluso.






domenica 10 novembre 2013

Auguri Terry!
















Cara Terry, cara amica,
cosa vuoi che io ti dica?
Oggi è il dì, se non mi inganno,
che festeggi il compleanno!

E gran festa oggi è per te,
se sei del ’63.
Mezzo secolo di vita!
hai scalato una salita!

Hai raggiunto cifra tonda,
che la festa sia gioconda!
Io mi unisco ai complimenti
degli amici e dei parenti.

E stappiamo lo spumante
per un brindisi augurante.
Che anche i prossimi cinquanta
siano pien di gioia tanta!




Amicusplato


giovedì 7 novembre 2013

La speranza che non delude




Quando ci sono, come adesso, cupi segnali di malessere (politico, sociale, economico, morale), ci assale lo sconforto.

Se poi si aggiungono anche malesseri fisici (influenza, raffreddore, dolori vari), allora lo sconforto aumenta ulteriormente, in proporzione ai gradi di febbre, alla persistenza dei dolori e alla loro intensità...

Siamo a novembre, ma non sappiamo bene in quale stagione siamo entrati: in un sol giorno si alternano le quattro stagioni: stamani doccia all’aria aperta, poi sole a catinelle, quindi fonata di vento serale e ora una notte limpida e fredda.

Non mancano però motivi di speranza. Soprattutto quella che fa riferimento alla fede.

Abbiamo festeggiato i Santi, abbiamo ricordato i nostri cari defunti; abbiamo festeggiato S. Carlo Borromeo, tra poco festeggeremo S. Martino, il santo della carità, che divise il suo mantello con un povero infreddolito. Anche S. Carlo non scherzò, quando rivestì con i pezzi della sua porpora cardinalizia le spalle dei mendicanti di Milano.

Esempi sempre attuali.

La musica di Vivaldi è quanto mai utile, in questa circostanza. Le sue composizioni sono sempre luminose e piene di calore.

Se abbiamo perso il concetto delle stagioni, lui ce lo può ricordare con i suoi quattro magnifici concerti.

Ma ha pure onorato i Santi Confessori (come sono stati S. Carlo e S. Martino), musicandone la liturgia dei Vespri, cosa che poi farà anche Mozart con una celeberrima composizione.

Ascoltiamo perciò di Antonio Vivaldi il Salmo 116 (117), V Salmo dei Vespri di un Confessore: “Laudate Dominum”, in Re minore, RV 606, per Coro, Archi e Basso continuo.

Nell'ultimo post ho riportato il Salmo 111 (112),  Beatus Vir,  non meno significativo, che è il III dei medesimi Vespri.

E ritorni la speranza!


Laudate Dominum omnes gentes, laudate eum omnes populi.
Quoniam confirmata est super nos misericordia eius; et veritas Domini manet in aeternum.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.
Sicut erat in principio et nunc et semper, et in saecula saeculorum. Amen.

Genti tutte lodate il Signore, lodatelo popoli tutti.
Perché egli ha confermato la sua misericordia su di noi; e la verità del Signore rimane in eterno.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.



venerdì 1 novembre 2013

Beato l'uomo che teme il Signore





Nella festività dei Santi, beato l'uomo che teme il Signore!

Il timore del Signore non è, come qualche saputello presuntuoso potrebbe pensare, una menomazione della libertà dell’uomo.

È esattamente il contrario. Per citare un’espressione della Bibbia, è l’inizio della vera sapienza: “Initium sapientiae timor Domini” (Sir 1, 16), l’inizio della sapienza è il timore del Signore.

Il santo timor di Dio non è ovviamente la paura del padrone, o peggio, la paura del tiranno.
È invece il doveroso rispetto verso colui che è nostro Padre, e che  ci insegna la via della giustizia.

Ma non è l’amore il sentimento che lega al proprio genitore? Come può esistere il timore nell’amore?

Certo, se tutto il nostro rapporto con Dio fosse unicamente nel timore reverenziale, allora si avrebbe un rapporto che vede nei comandamenti divini solo degli obblighi, delle limitazioni al nostro agire.

Ma se il santo timor di Dio è vissuto all’interno del sentimento dell’amore, allora non solo non è più limitativo, ma è la logica e gioiosa espressione della nostra libertà d’azione.

Nessuno vuole veramente bene al proprio genitore se l’offende, se gli mentisce o addirittura lo ignora e lo elimina dalla propria vita, e se disprezza i  familiari.

Chi ama suo padre e sua madre, li onora e quindi ne ha un doveroso rispetto, “il santo timore” di rattristarli, il timore di sbagliare strada e di finire male.

Per questo il Salmo 111 (112) dice nel suo incipit: “Beato l’uomo che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti” (Beatus vir qui timet Dominum, in mandatis eius volet nimis).

I Santi sono quegli uomini beati di cui parla il Salmo, che nell’amore di Dio, non disgiunto dal suo santo timore, hanno operato la giustizia e la carità verso i fratelli, raggiungendo la pienezza della vita.

Il mondo di oggi, che sta perdendo il timor di Dio, si dirige verso l’horror delle zucche di Halloween.

Con il vuoto esistenziale che le accompagna.

Propongo perciò un breve versetto del Salmo 111 (112): Beatus Vir, RV 597, per coro, solisti e orchestra, di Antonio Vivaldi:

"In memoria aeterna erit iustus, ab auditione mala non timebit" (il giusto sarà in eterna memoria, non temerà annunzio di sventura), in un arrangiamento per pianoforte. Volenteroso il coro brasiliano.

Un frammento per invitare all'ascolto del tutto. 

Buona festa di Ognissanti!