lunedì 26 aprile 2010

La musica dei figli del vento




Il popolo zingaro, discendente da popoli nomadi dell’Asia centrale, nel suo infinito peregrinare per tutta Europa, ha sempre presentato per una società stanziale notevoli problemi di inserimento.

Al tempo stesso ha costituito un fascino indiscutibile nell’immaginario collettivo. Una vita errabonda, ma libera; senza patria, ma al tempo stesso senza frontiere, se non l’orizzonte sconfinato.

Un popolo con forti legami familiari e di clan, passionale e al tempo stesso malinconico, come dimostrano le melodie e i canti gitani. La musica e la danza hanno sempre avuto un posto di rilievo nella vita di questa gente.

Grandi artisti, specie nel periodo romantico, hanno preso spunto da temi o argomenti zigani e ne hanno saputo trarre autentici capolavori. Basterà citare Brahms e le sue “Danze Ungheresi” (in realtà, zigane), le "Rapsodie Ungheresi” di Liszt, la “Carmen” di Bizet, la rapsodia da concerto “Tzigane” di Ravel…

Un grande omaggio al popolo gitano è costituto dalle “Zigeunerweisen” (“Aires Zingaros”), op. 20, del 1878, di Pablo De Sarasate, celeberrimo violinista e grande compositore spagnolo (1844-1908).

Presentiamo le “arie zingaresche” di Sarasate con il violino di Sarah Chang, l’Orchestra Filarmonica di Berlino e la direzione di Placido Domingo.

Una musica straordinaria con interpreti eccezionali, per onorare i figli del vento…

2 commenti:

  1. Ma gira gira non mi sembra che che l'etica gitana si sia persa nel puro misero piagnisteo?

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  2. Se in passato il nomadismo poteva essere ancora "accettabile", oggi appare una realtà molto meno comprensibile.

    Appare sempre più assurdo il vivere di accattonaggio o di altri espedienti, dopo che i mestieri dei girovaghi hanno fatto ormai il loro tempo.

    Occorre perciò che le nuove generazioni zigane (Rom, Sinti, etc.) trovino un modus vivendi accettabile con la modernità.

    In effetti il romanticismo gitano è scomparso da tempo.

    Il mio post, come quello di ieri, vuol essere un contributo a vedere in questa gente, che nel secolo XX ha subito vessazioni e stermini, il volto di esseri umani, con la loro dignità, nonostante tutto.

    Ciao!

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