domenica 31 maggio 2009

Pentecoste. Cum Sancto Spiritu (Vivaldi)



La Pentecoste è la celebrazione dello Spirito Santo, che discende sugli Apostoli, nel cinquantesimo giorno (pentekostè) dopo la Pasqua.

Spirito Santo è gioia, esultanza, splendore, bellezza.

Vogliamo celebrare questa solennità con le note gioiose del Gloria di Antonio Vivaldi, una delle musiche più belle del “prete rosso”.

Come noto, il Gloria in excelsis si conclude proprio con la lode allo Spirito Santo.

Cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. Amen.

Racconto surreale: Donella e Fiorella


Ogni riferimento a persone o fatti reali è del tutto casuale




Non lo nego. La domenica vado a Messa. Appena sento suonare le campane, mi alzo da letto, come per riflesso condizionato pavloviano, e comincio a sistemarmi per le feste.

Quando la moglie, dopo avermi squadrato da capo a piedi, mi dà il nulla osta per uscire, mi incammino verso la Chiesa, ed entro quando il prete inizia la celebrazione; come entra lui, entro in contemporanea anch'io; è una coincidenza che non saprei spiegare...

Mi metto di solito nell’ultima panca; preferisco stare in fondo, forse perché mi considero un pubblicano, o forse per guadagnare prima l’uscita…

Tre quarti d’ora passano in fretta, tra canti e preghiere, e qualche occhiata meno devota qua e là. Più di tre quarti d’ora né io né il parroco potremmo resistere; si entrerebbe in crisi di astinenza, da caffè.

Il momento più noioso è quando fa la predica, e così in quella decina di minuti ne approfitto per smaltire l’ultimo residuo di sonno che mi sono portato da casa.

Ma quella mattina il prete aveva un tono di voce ancor più soporifero e già cominciavo ad appisolarmi. All’improvviso una voce femminile, che copriva quella del predicatore, mi ha svegliato dal sonno dogmatico, quasi come Kant dopo la lettura di Hume.

Ho alzato la testa sorpreso e ho visto una donna in piedi che dalla sua panca si rivolgeva al sacerdote: “Io non sono d’accordo con quello che lei sta dicendo! Sì, pace e fratellanza; ma tutto questo buonismo non mi pare evangelico. Bisogna anche lottare e non aver paura dei contrasti!”

La donna che le stava accanto la tirava per la manica del vestito, dicendole di stare zitta: “Per favore, Donella, basta!” Ma visto che non riusciva a farla smettere, anche lei ha cominciato a controbattere: “Va bene opporsi al male; ma sempre con amore e rispetto”. “Sì, tu sei sempre per l’amore e il rispetto… ma occorre anche la lotta, cara Fiorella!”

Il sacerdote, dall’alto del suo ambone, era rimasto senza parole e faceva cenno con le mani alle due donne di tacere. Ma neppure S. Paolo ci sarebbe riuscito, ormai.

Ed ecco che da un’altra parte della Chiesa si alza un giovanotto: “E lo Spirito Santo? ce ne siamo dimenticati? È Lui che ispira momento per momento ciò che dobbiamo fare”.
“Ma stai zitto, tu” - interviene subito un altro- “ragioni come un protestante. Lo Spirito Santo va bene. Ma è il papa che lo interpreta in modo infallibile!”

La cosa cominciava a interessarmi talmente che avrei voluto parlare anch’io. Anzi, chissà come, le mie parole erano già partite senza darmi alcun preavviso:

“Io dico che tutti abbiamo diritto ad esprimere la nostra idea; ma una guida ci vuole. Se no, succede come in famiglia, dove ognuno fa quel che gli pare, e alla fine diventa un manicomio!”

Veramente, a casa mia c’era chi comandava… ma io, preso dalla foga del discorso, me n'ero dimenticato.

Mi son guadagnato la solidarietà di tutti, compresa quella del parroco, che ne ha approfittato subito per riportare la calma in Chiesa e finire rapidamente il suo discorso.

Da quella domenica, alla predica, non dormo più, in attesa che Donella o Fiorella alzi la mano per dire ancora una volta la sua.



sabato 30 maggio 2009

Come far soffrire un uomo... Girl (Beatles)



Girl è una delle più celebri e belle canzoni dei Beatles.

A mio parere, insieme a Yesterday e Michelle, tutte del 1965, costituisce il vertice musicale degli “scarafaggi” di Liverpool.

Due sono le caratteristiche principali di questa canzone.

La ragazza non è cantata in una romantica astrazione, ma nella concretezza del reale: un tipo molto sicuro di sé, ideale per far soffrire un uomo.

Il lungo respiro, che viene volutamente marcato nel canto, più che accennare al profumo di donna, sembra ammiccare alla tirata di uno spinello… Siamo negli anni 60: la trasgressione iniziava a farsi sentire, anche se in modo ancora velato (ma non troppo).

La musica di John Lennon, perché la composizione è prevalentemente sua, risulta veramente raffinata. Da qui la sua bellezza.


Ragazza

C'è qualcuno che vuole ascoltare la mia storia,
tutto sulla ragazza con cui mi sono messo?
E' il tipo di ragazza che vuoi così tanto
da soffrirne,
eppure non ti penti di un solo giorno.
Ah, ragazza, ragazza!

Quando penso alle volte che ho fatto di tutto per lasciarla,
si volta verso di me e comincia a piangere
e mi promette il mondo,
e io le credo
dopo tutto questo tempo, non so perché.
Ah, ragazza, ragazza!

E' il tipo di ragazza che ti butta giù
quando ci sono amici, ti senti uno stupido.
Quando dici che è bella
si comporta come fosse scontato,
è disinvolta…
Ah, ragazza, ragazza!

Le hanno detto quando era bambina che il dolore
conduce al piacere?
Lo capiva quando dicevano
che un uomo deve rompersi la schiena per guadagnarsi
il giorno di riposo?
Lo crederà ancora quando lui sarà morto?
Ah, ragazza, ragazza!


Pasquino e er papi




A sparla’ de Noemi e Berlusconi
molti qua drento ci hanno preso gusto;
e a me che so' rimasto solo un busto
son venuti anche un paio de cojoni.

Chiacchiere da comar, discorsi sciapi,
accuse senza coda e senza capa.
E io che annavo sempre contro er papa
me tocca ora a difender pure er papi.

giovedì 28 maggio 2009

Dedicata a...



Dolce e chiara è la notte, e sono intento
a scriver questo post in poesia.
Dalla finestra aperta un tenue vento
odor di rose e glicini mi invia.

Un disco di vinile, un po’ usurato,
effonde note come una carezza:
musiche di Chopin, innamorato,
che completano un quadro di bellezza.

Entra nella mia stanza, chissà come,
chissà da dove, una farfalla lieve,
è bella da vedersi, non so il nome,
si posa sul pc con volo breve.

Mi fermo anch’io, e vedo ricamate
le sue ali leggiadre e variopinte.
Noto però che sono un po’ sciupate;
forse da man impropria furon strinte.

Sembra che mi sorrida; e mi accarezza
mentre riprende il volo, e va lontano
portanto i suoi colori e sua vaghezza
ad allietar qualche altro internettiano.

Quella farfalla piena di colore,
di luce, d’arte, e di rispetto degna,
chissà perché, amico mio lettore,
mi fa pensare a Terry di Sardegna.

mercoledì 27 maggio 2009

Il compito della Chiesa






In Italia, si sa, tutto va a finire in politica.

Inizi a discutere con qualcuno sull’esistenza di Dio, e alla fine ti ritrovi a parlare invariabilmente del governo Berlusconi. In questi giorni poi, sempre associato alla signorina Noemi.

Una bella scomunica del premier, ecco quello che si chiede da una parte dell’agone politico. La colpa non è chiara; ma lui la sa. Quindi, anatema sit.

La Chiesa non ha preso ovviamente posizione al riguardo: nessuno sa di quale colpa sia accusato Berlusconi nei confronti di questa ragazza. E lui nega ogni addebito.

Qualcuno si è meravigliato che la Chiesa abbia fatto appello alla retta coscienza delle persone, per dare un proprio giudizio.

Apriti cielo! La Chiesa che parla di coscienza individuale! Una contraddizione in terminis, un ossimoro, una novità eretica, la dichiarazione di fallimento del cattolicesimo, la sua autodissoluzione… Se è vero che ognuno può giudicare con la propria coscienza, che cosa ci sta a fare la Chiesa con tutto il suo armamentario teologico e morale?

Fermiamoci un attimo. Ho l’impressione che chi dice queste cose, di catechismo ne conosca pochino.

È un dogma della fede cattolica che ogni persona, credente o non credente, sarà giudicata secondo la propria retta coscienza (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1776)

Perciò, quando saremo davanti al Padreterno (quello vero) non ci sarà il papa, o un vescovo, o l’uaar a difenderci o ad accusarci: ci sarà la nostra coscienza sincera, e Dio. Nessun altro.

Il compito della Chiesa è di formare coscienze rette, cioè informate della verità.

Un compito che non è affatto terminato.

Anzi, oggi più che mai necessario, a quanto pare.



lunedì 25 maggio 2009

Una nota infinita, quanto l'amore



Woman in love: non è solo la dichiarazione di amore di una donna; è anche una riflessione sulla vita:

“La vita è un momento nello spazio”
“Con te, mio per sempre; nell’amore non c’è alcuna misura di tempo”

Una stupenda canzone dei Bee Gees, portata al successo nel 1980 da Barbra Streisand, con la sua voce appassionata. Indimenticabile nell’ultima strofa la nota alta, tenuta per una decina di secondi, in “but I give you it all”, nell’aggettivo finale all.

Una nota che non finisce mai... come l'amore.



Woman in love

Life is a moment in space,
when the dream is gone
its a lonelier place.
I kiss the morning goodbye,
down inside you know
we never know why.
The road is narrow and long,
when eyes meet eyes
and the feeling is strong.
I turn away from the wall,
I stumble and fall,
but I give you it all.

Chorus:
I am a woman in love
and I do anything
to get you into my world
and hold you within,
its a right I defend
over and over again.
What do I do?

With you eternally mine,
in love there is
no measure of time,
we planned it all at the start
that you and I
Would live in each others hearts.
We may be oceans away
you feel my love,
I hear what you say.
No truth is ever a lie,
I stumble and fall,
but I give you it all.....

Repeat chorus

I am a woman in love
and I'm talking to you
Do you know how it feels?
What a woman can do,
its a right
that I defend over and over again.


Una Donna Innamorata

La vita è un momento nello spazio
Quando il sogno è finito
È un posto davvero solitario
Do il bacio di saluto della mattina
Ma dentro nel tuo profondo sai
Che mai sappiamo perché
La via è stretta e lunga
Quando occhi incontrano occhi
E il sentimento è forte
Mi giro dalla parete
Inciampo e cado
Ma ti do tutto ciò…

Rit:
sono una donna innamorata
e faccio qualsiasi cosa
per farti entrare nel mio mondo
e stringerti dentro
è un diritto che io difenderò
per sempre e sempre
Che cosa faccio?

Con te mio per sempre
Nell’amore non c’è alcuna misura di tempo
Abbiamo stabilito tutto ciò all’inizio
Che tu ed io avremmo vissuto l’uno nel cuore dell’altro
Oceani possono anche dividerci
Senti il mio amore
Io sento quello che tu dici
Nessuna verità è mai una bugia
Inciampo e cado
Ma ti do tutto ciò

Rit
Sono una donna innamorata
e sto parlando a te
sai come ci si sente?
Quello che una donna può fare
È un diritto che difenderò per sempre e sempre

domenica 24 maggio 2009

Cantano i cieli e le galassie...




"Cantano i cieli e le galassie la tua gloria, Signor!"

 Nella festa dell’Ascensione, che ricorda la gloria di Gesù Cristo, Signore dell’universo, propongo il Santo della Messa beat (1966), di Marcello Giombini.

Una bellissima musica, che ha segnato una svolta nel canto sacro moderno.


Buona giornata di festa!

sabato 23 maggio 2009

Tutti al mare… con Battiato, però!




Summer on a solitary beach (Estate in una spiaggia solitaria)


Non la solita canzone marinaresca sgangherata, tormentone di una estate...

Ma una raffinata e originale melodia, con parole poetiche che ricordano l’Infinito di Leopardi: “E il naufragar m’è dolce in questo mare”.

“Mare mare mare, voglio annegare; portami lontano a naufragare”…

Franco Battiato con questa canzone ha saputo creare un’atmosfera magica, incantata, che mantiene intatto il suo fascino da quando nel 1981 l'abbiamo ascoltata la prima volta.

L'ideale anche oggi per un buon fine settimana quasi estivo.

venerdì 22 maggio 2009

Pasquinata (per Metilparaben)









Pasquinata



Metil, sei diventato un disco rotto,
hai una fissa pei preti nel cervello.
Non star sempre a cantar ‘sto ritornello,
se no fai sbadigliar, de sopra e sotto.

Ti do un consiglio, gratis et amore:
cambia menu in bottega ai tuoi clienti;
se no, stufati, vanno via scontenti
per andare a magna’ da preti e suore.

giovedì 21 maggio 2009

Racconto surreale: Nemicusplato




Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Si tratta di un racconto fantasioso.



Nel web si trova di tutto. Ma non avrei mai creduto di trovarvi il mio alter ego, e cioè un Amicusplato alla rovescia; insomma un Nemicusplato.

È il mio avversario “ad personam”, la mia inseparabile ombra, la mia nuvola fantozziana.

A qualunque ora io posti o commenti, egli è lì, pronto al suo no e alla sua raffica di commenti negativi.

È un mistero come possa essere sempre in presa diretta, in tempo reale, live.

Mi alzo nel cuore della notte per un' inderogabile scadenza corporea e colgo l’occasione per fare un commentino a un post; ma ecco che subito sono commentato a mia volta da desso lui, più solerte di un metronotte o di una ronda padana.

È l’alba, tutto tace, ancora la città non ha iniziato la sua giornata; mi sono svegliato anzitempo, mi va di fare un post, mentre sorseggio il mio primo caffè. Altrettanto espresso arriva il suo no con commento, senza zucchero ovviamente.

Giunge l’ora in cui i comuni mortali vanno a pranzo. Decido perciò di postare in questo spazio di materialismo godereccio. Ma quando mai? Lui è lì, pronto: con una mano condisce di aceto la sua insalata, e con l’altra condisce di aceto il mio post.

Penso che alla fine Nemicusplato si materializzerà davanti a me e spunterà fuori come un folletto dallo schermo del pc o dalla tastiera, e potrà finalmente capire chi sono, cosa faccio, di dove vengo, dove vado, perché scrivo, se sono un prete, un frate, una suora, un laico dell’Opus Dei, un’eminenza vaticana, il papa stesso; oppure un membro dell'Uaar in incognito…

O forse un giorno qualcuno suonerà alla mia porta e io, aprendo, mi troverò davanti un distinto signore che mi domanderà: "Scusi, abita qui Amicusplato?"

"Sì; Amicusplato sono io. Ma lei chi è, scusi?"

Lo sconosciuto, sorridendo maliziosamente e dandomi la mano, dirà: "Piacere, Nemicus!"

Per ritrovare la serenità. L’ho perduta… (Mozart)



Quando si perde la pazienza, o qualche altra cosa, per ritrovare la serenità bastano due minuti: il tempo di ascoltare il lamento di Barbarina che ha perduto una spilla compromettente, nelle Nozze di Figaro, di Mozart (1786).

La "cavatina" è così graziosa che il risultato è certamente assicurato.



BARBARINA

L’ho perduta

L'ho perduta... me meschina...
ah, chi sa dove sarà?
Non la trovo...
E mia cugina...
e il padron ... cosa dirà?

(Lorenzo da Ponte)

domenica 17 maggio 2009

Racconto surreale: Il signor Algoritmo








Sono il signor Algoritmo. Sì, il famigerato Algoritmo, l’essere più misterioso e vituperato di un social network.

Tutti gli utenti hanno sempre qualcosa da ridire nei miei riguardi. Ora voglio dire anch’io le mie ragioni.

Tanto per cominciare, il mio nome mette subito a disagio le persone.

Mio padre, Al-Khwarizmi, fedele muslim, quando mi fece circoncidere e mi mise il suo stesso nome, non sapeva che sarei finito in mezzo a tutti questi infedeli, che non conoscono nemmeno la lingua del Profeta, e non riescono neppure a pronunziare il mio nome: Algoritmo, figuriamoci!
Ma per chi mi hanno preso? per un cantante rock? o per il figlio di Al Gore?

Non mi piace neppure il mestiere che faccio.

Anzitutto per l’orario; un orario continuato, 24 ore su 24, per tutto l’anno. Niente feste, niente venerdì, niente ramadan, niente donne… Solo numeri, che per fortuna, sono arabi. Ma questa mi pare una magra consolazione.

Non mi piacciono nemmeno i clienti che devo servire.

È vero che io sono di origini levantine e - quando posso - qualche trucco cerco di inventarlo, a mio vantaggio naturalmente. Ma qua la clientela è incontentabile! Qualunque cosa io faccia, qualcuno ha sempre da ridire.

Se con un colpo di scimitarra cerco di tagliare una cordata, subito si alza il coro degli alpini con un canto di protesta. Se vedo salire qualcuno in solitario, ma è vestito da crociato, non me lo lascio sfuggire di certo, e lo faccio secco con due o tre dardi anonimi. Qualcun altro si lamenta che faccio sparire le notizie, che favorisco questo o quello, che a volte vado fuori di testa…

Ma cari incirconcisi (tranne Prepuzio, penso). Solo Allah, grande e misericordioso, ha una mente perfetta e infallibile.

Io sono Al-Khwarizmi, il vostro Algoritmo, un umile servitore dell’Altissimo… e di altre persone che non dico, i cui nomi però sono meno misteriosi.

venerdì 15 maggio 2009

Racconto surreale: Il bounty killer


Si tratta di un racconto fantasioso. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.



Mi piacciono i film western, sono i miei preferiti. Mi affascina soprattutto la figura del bounty killer, cavaliere con qualche macchia ma senza paura, che combatte i criminali più pericolosi, per qualche dollaro in più (si fa quel che si può...).

Ma questo coraggioso e astuto combattente non è finito con il mitico West. L’ho trovato per mia fortuna anche nel mitico Web.

Si tratta di un bounty killer un po’ speciale, dai gusti precisi; va in caccia solo di una categoria di delinquenti: i preti.

Come vede una chiesa, istintivamente mette mano alla sua colt virtuale e comincia a perlustrare con fare minaccioso panche, confessionali, sacrestie e oratori in cerca della preda, dead or alive; e si meraviglia di quanti bambini, ragazzi e adolescenti frequentino ancora questi luoghi malfamati.

Porta sempre in tasca la lista dei preti pedofili; e in questi tempi di vacche magre, in cui essi cominciano a scarseggiare, si consola tirandola fuori e pubblicandola periodicamente.

Ma è un po’ depresso. E così, mentre dà la caccia all’ultimo dei mohicani, non si accorge che sotto il suo naso sta sfilando il corteo dell’orgoglio pedofilo; non vede le bandiere dei partiti politici che lottano per la legalizzazione della pedofilia; non sente rombare sopra il suo capo gli aerei carichi di turisti sessuali pedofili verso il Brasile, la Tailandia, Cuba… E mentre posta per l’ennesima volta la sua lista di preti nel web, si imbatte in centinaia di siti pedopornografici.

Con la sua colt appoggiata accanto alla tastiera, cerca nei giornali on line qualcosa di pedoclericale; e così vede scorrere davanti ai suoi occhi, senza farvi troppa attenzione, violenze pedofile ovunque: genitori snaturati, compagni che violentano i figli delle compagne, e viceversa, parenti pedofili, amici pedofili, vicini di casa pedofili, estranei pedofili, insegnanti pedofili, allenatori pedofili...

Sconfortato perché la caccia non è stata fruttuosa, decide un’ultima e disperata mossa: chiedere qualche notizia nuova al più famoso bounty killer del Web, Don Fortunato Di Noto.

È un prete, però. Pazienza! cosa non si farebbe, per qualche prete in meno...


mercoledì 13 maggio 2009

Racconto surreale: Cecchino e Gentiluomo





Si tratta di un racconto di fantasia.
Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.






Mi hanno sempre insegnato, fin dalle scuole elementari, che l’Impero asburgico ebbe termine con la prima guerra mondale, la grande guerra del 15-18.

Ero perciò convinto che l’esercito austro-ungarico fosse stato ricacciato oltre i sacri confini della patria, il Brennero e il Tarvisio, e di Kaiser Franz Joseph fosse rimasto solo un misero nomignolo: Cecco Beppe.

Ma, come si sa, il web è pieno di sorprese e vi si fanno gli incontri più impensati.

Così ho scoperto che in una delle abbandonate e ormai seminascoste trincee del Carso c’è ancora un cecchino; sì, un soldato scelto dell’esercito di Cecco (Beppe), dalla mira infallibile e dalla fede incrollabile nel biondo imperatore e nella bella e sfortunata imperatrice Sissi.

Per la verità il nostro cecchino si è misteriosamente aggiornato, nel frattempo. Invece del moschetto e della mitraglia egli usa ora un sofisticato armamentario informatico e spara dal suo sito fortificato una serie virtuale di colpi a raffica in direzione Italia.

La mattina, quando è più riposato, usa i suoi post come strumenti di seduzione, e dialoga soprattutto con le femmine. I suoi lanci a lunga gittata arrivano anche in terra ciociara e passano il Tirreno fino alla Sardegna.

Il giorno, prima dei pasti, diventa più aggressivo e spara ad alzo Vaticano; ma si accontenta anche di altri edifici religiosi, meno protetti e più facili da colpire, specie se hanno campanili svettanti.

La sera si fa misterioso, come si conviene al buio del cielo e della trincea, e passa in rassegna i casi irrisolti della storia umana. Praticamente, il pozzo di S. Patrizio...

La notte, prima di andare a dormire, ritorna galante gentiluomo e intrattiene le signore con walzer viennesi, o in alternativa (quando la moglie argentina lo bacchetta sulle dita) in danze latino-americane.

Un vero gentiluomo; anzi, un cavaliere. Dicono infatti di averlo visto talvolta uscire dalla sua trincea con il cavallo di Napoleone e fare una girata di perlustrazione in terra furlana; da non confondere con quella di Monfalcone…

Non basta, cari miei, dire “Mandi” per essere furlans. Bisogna essere nati nei "paesini" sopra Udine.

E il nostro cecchino-gentiluomo lo nacque.

domenica 10 maggio 2009

Le tre madri

Senza dare giudizi, voglio ricordare che esistono madri assai particolari.
Questa mia poesia è loro dedicata, e ai loro figli.




Le tre madri


Due cose ho udito e tre ho sentito dire:
vagire un bimbo
dentro un cassonetto
di un marciapiede,
un altro aprirsi al caldo della vita
nel gelo
di una provetta,
un altro
nascere da estraneo grembo
quasi perla in un’ostrica racchiusa.

Vorrei parlarti, madre,
ma non conosco
il tuo volto
disperato,
alle tue viscere
di amore
voglio accendere
la mia esistenza,
non vedo nei tuoi occhi
il riflesso dei miei
ma il tuo limpido sguardo
mi seduce.

giovedì 7 maggio 2009

Voglio bene a Benedetto XVI













Molti nei blog fanno dichiarazione di odio nei confronti del papa.

Permettete che io faccia la mia dichiarazione di affetto.

Voglio bene a Papa Benedetto perché

• In un mondo che vorrebbe ridurre tutto al relativo, lui continua ad affermare che esiste la verità assoluta.

• In un mondo dove tutto si può vendere e comprare, lui ci ricorda che esistono dei valori non negoziabili.

• In un mondo che sta perdendo la speranza nell’uomo, lui ci fa presente che esiste un Uomo nel quale si può riporre una speranza affidabile.

• In un mondo che vuol salvarsi da malattie e miserie morali indossando solo una foglia di fico come protezione, lui fa presente che senza validi anticorpi non c’è foglia che tenga.

• E a quelli che hanno da ridire anche sul suo cappello a tese larghe, risponde che gli è utile per evitare i colpi di sole e ne consiglia perciò l’uso anche a loro.


Benedetto XVI, sei grande!

lunedì 4 maggio 2009

El señor Juan Sebastiàn (dedicato a Mstatus)




Non amo le questioni irrisolte. Quando si presenta un problema, non sono contento finché non trovo la soluzione.

Il carissimo amico Mstatus ha postato in questi giorni un brano musicale argentino, che mi ha lasciato di stucco per la sua genialità.

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=21b5189188c92916

Si tratta della canzone El señor Juan Sebastiàn, scritta e musicata da Maria Elena Walsh, con un pregevole arrangiamento a cappella del Cuarteto Zupay (1981).

Il titolo sembra popolaresco; ma appena si sente la canzone, ci si accorge subito che si tratta di un intelligente omaggio al signor Juan Sebastiàn Bach. Infatti nel bel mezzo del canto compare il motivo finale della Passione secondo Matteo di Bach.

Del resto, le parole della canzone non lasciano dubbi: si parla del signor Giovanni Sebastiano, tedesco, vissuto in una famiglia di musicisti e che ha scritto una musica divina.

Ciò che mi ha lasciato perplesso è stato l'inizio della canzone. Nella testa mi ronzava un altro motivo bachiano, ma non sapevo individuarlo, nascosto nel tessuto parodico dell'arrangiamento vocale.

Mi sono messo perciò a pensare a quale opera la Walsh si sia ispirata. Ho ripassato mentalmente le composizioni di Bach più conosciute: i corali e le cantate, i minuetti del Quaderno di Anna Magdalena, le Invenzioni, le Suites inglesi e francesi... Perché certamente, per un omaggio a Bach, l'autrice non poteva avere scelto una musica di poco conto.

Dopo una lunga ricerca nei meandri della memoria, è spuntato fuori il ricercato.

A mio parere la canzone inizia con il primo movimento del 5 Concerto Brandeburghese, che del resto è forse il più bello di tutti e 6.

Pertanto, quello che potrebbe sembrare uno scherzo folkloristico vocale, è in realtà una pregevolissima canzone in stile barocco formata da due brani di Bach: l'inizio del 5 Concerto Brandeburghese e la fine della Passione secondo Matteo; due dei massimi capolavori del señor Juan Sebastiàn Bach.

Per essere precisi, le prime due strofe sono il tema iniziale del 5 Concerto Brandeburghese. La terza strofa è il coro finale della Passione secondo Matteo. Seguono poi altre due strofe identiche musicalmente alle prime; nell'ultima strofa ritorna la Passione secondo Matteo, con solenne cadenza finale, come si addice ad un canto barocco.

Devo confessare che sono soddisfatto della ricerca. E come riprova metto i due link: il 5 Concerto Brandeburghese e la Passione secondo Matteo.

Naturalmente si tratta di due brevi spunti, abilmente trasformati in modo "parodico" vocale. Ma mi sembrano proprio quelli.

Giudicate comunque voi.

http://www.youtube.com/watch?v=67b8-WatCN0

http://www.youtube.com/watch?v=OCOW9ZckXfM


El señor Juan Sebastiàn

No son los ángeles que cantan,
no son los pájaros ni el mar,
es un señor lleno de cielo:
el señor Juan Sebastián.

Hace muchísimos inviernos
que, lloriqueando en alemán,
nació entre fusas y corcheas
el señor Juan Sebastián.

Era chiquito y las canciones
que le enseñaba su papá
las repetía para siempre
el señor Juan Sebastián.

Era gordito y con peluca,
indispensable como el pan
y cascarrabias a menudo,
el señor Juan Sebastián.

Soñando en órgano y en clave,
a su país angelical
llevaba a príncipes y a pobres
el señor Juan Sebastián.

Está contándonos un cuento
que no terminará jamás.
Dios le dictaba el argumento
al señor Juan Sebastián.

domenica 3 maggio 2009

Offerta musicale a Maria: la Vergine degli Angeli




Il mese di maggio è il mese dedicato alla Madonna.

Artisti di ogni genere e di ogni epoca hanno onorato la Madre di Dio con le loro opere: grandi poeti e umili rimatori, pittori famosi e anonimi “madonnari”, scultori raffinati e modesti artigiani.

Anche il mondo della musica non è stato da meno.

Giuseppe Verdi ha fatto risuonare più volte la sua musa in onore di Maria, e sempre con felice ispirazione. La Vergine degli Angeli, da La Forza del destino (1862), ne è un mirabile esempio.

Qui l’ascoltiamo nella suggestiva interpretazione del soprano Rebecca Evans.


La Vergine degli Angeli

La Vergine degli Angeli
mi copra del suo manto
e me protegga vigile
di Dio l'Angelo Santo

La Vergine degli Angeli

e me protegga, me protegga
l'Angiol di Dio

E me protegga

l'Angiol di Dio
e me protegga
e me protegga

(Francesco Maria Piave)

venerdì 1 maggio 2009

We can work... We can!




We Can Work It Out

Questa famosa canzone dei Beatles del 1965 con la festa dei lavoratori non c’entra nulla.

Mi piace però postarla perché, se isoliamo le prime parole, diventa un augurio: We can work, possiamo lavorare…

Del resto il presidende americano Obama ha accorciato ancora: We can.

E allora, buona ripresa per il mondo del lavoro!


We Can Work It Out

Try to see it my way Do I have to keep on talking till I can't go on?
While you see it your way Run the risk of knowing that our love may soon be gone
We can work it out We can work it out

Think of what you're saying You can get it wrong and still you think that it's alright
Think of what I'm saying We can work it out and get it straight, or say good night
We can work it out We can work it out

Life is very short, and there's no time For fussing and fighting, my friend
I have always thought that it's a crime So I will ask you once again

Try to see it my way Only time will tell if I am right or I am wrong
While you see it your way There's a chance that we may fall apart before too long
We can work it out We can work it out

Life is very short, and there's no time...

Try to see it my way...


Possiamo Risolverlo


Prova a vederlo secondo il mio punto di vista Devo continuare a parlare fino a quando non ce la farò più?
Finchè lo vedrai a modo tuo Corri il rischio di pensare che il nostro amore possa presto finire
Noi possiamo risolverlo Noi possiamo risolverlo

Pensa a quello che stai dicendo Potresti sbagliare ma continuare a credere di aver ragione
Pensa a quello che sto dicendo io Possiamo risolverlo e tirare dritto, oppure dirci buonanotte
Noi possiamo risolverlo Noi possiamo risolverlo

La vita è troppo breve e non abbiamo tempo per agitazioni e litigi, amica mia
Ho sempre pensato che sia un crimine.. Perciò te lo chiederò ancora una volta:

Prova a vederlo dal mio punto di vista Solo il tempo mi dirà se ho torto o ragione
Finchè la penserai a modo tuo C'è la possibilità che potremmo separarci tra non molto
Noi possiamo risolverlo Noi possiamo risolverlo.