La lettera di Seneca sulla morte, che ho riportato nell’ultimo post, ha dato l’occasione in un social network per una interessante discussione.
Un caro amico blogger, Ufo1, mi ha fatto notare che la figura di Nerone non deve essere descritta così negativamente come in genere viene fatto.
Io ho convenuto con lui che Nerone non può essere considerato quel personaggio tragicomico impersonato da celebri artisti, come Ettore Petrolini e Peter Ustinov.
A parte il ben noto e felice “quinquennio neroniano”, anche l’imponente opera di ricostruzione di Roma, dopo lo spaventoso incendio del 64 d. C., deve ascriversi a suo merito.
Ma ciò non può far dimenticare ciò che scrivono tutti gli storici del tempo, a partire da Tacito: il progressivo accentramento di potere, fino ad una vera e propria tirannia, l’eliminazione sistematica di ogni oppositore (si pensi a Seneca e Petronio) e perfino di persone fedelissime ma “ingombranti”, come il generale Corbulone; senza parlare dei misfatti familiari.
Inoltre il suo nome è macchiato dalla persecuzione contro i cristiani di Roma, sui quali fu fatta ricadere ingiustamente la colpa dell’incendio della città. E si trattò di una “ingente moltitudine” di persone, come riferisce Tacito. In quella persecuzione furono uccisi anche gli apostoli Pietro e Paolo.
Giovanni nell’Apocalisse paragona Nerone alla bestia infernale, indicata col numero 666.
Questo numero infatti, nella numerazione ebraica, che usava le lettere anche come cifre (come del resto i greci ed i latini), significa proprio “Kaesàr Neròn”, Cesare Nerone.
Secondo Tertulliano, inoltre, questa persecuzione segnò l’inizio di una legislazione anticristiana. Infatti il grande apologista ricorda che si deve a Nerone quell’istituto giuridico secondo cui per i cristiani “non licet esse vos”, non era lecito esistere.
Questo “institutum Neronianum” fu certamente applicato, perché dopo Nerone seguirono a ruota le persecuzioni di Domiziano e di Traiano, che facevano riferimento ad una legge esistente nell’impero, la quale vietava la professione della fede cristiana.
Non si può certo raffigurare Nerone come la caricaturale figura impersonata dal geniale Ettore Petrolini (1884-1936), nel suo Nerone, del 1930, diretto da Alessandro Blasetti.
Ma non si può fare a meno di riproporla, in una delle scene più note.
Troppo bella! E sempre attuale…
Un pericolo che corrono anche gli attuali uomini di potere. Quando si ha nelle mani il potere e si cerca di perseguire obiettivi di un certo livello, è facile che si perda la coerenza e non si lavori solo per la propria gloria. Sembra che se accentrato nelle mani di un singolo individuo, la capacità di poter agire come si vuole trasforma questo potere in veri atti di barbaria che solo i posteri potranno ricordare. Ben vengano sistemi democratici che impediscono che il meccanismo si verifichi ma sappiamo che come tutti i meccanismi, sono facilmente modificabili con conseguenze che sono incise nelle memorie di chi ha passato un sistema dittatoriale e di chi lo sta passando suo malgrado anche ai giorni d'oggi.
RispondiEliminaSebbene l'interpretazione 666, la grande bestia citata dall'apocalisse, sia per i più addetti ai lavori da asserirsi all'imperatore Nerone, devo dire che non sempre viene accreditata come la più calzante. L'interpretazione del numero è tutt'oggi fonte di studio e a seconda delle fazioni in campo viene attribuita ora ad uno ora ad un altro personaggio.
La Cabala ebraica assegna ad ogni lettera e gruppo fonetico, un numero, che sommati fra loro, portano al numero del totale che ne racchiude la potenza del significato. Il calcolo però va fatto nella lingua ebraica e contiene molte varianti. In primis si deve dire che gli scritti ebraici sono sinistrossi e il valore dei gruppi fonetici cambiano a seconda siano posti all'inizio, al mezzo o alla fine della parola.
Nel caso di Nerone si applica il calcolo di Pitagora di Samo, che fornisce una tabella analoga per valorizzare le lettere componenti una parola, nell'idioma greco di allora. Forzarlo nella lingua Latina, sebbene con molte similitudini, rischia di non essere azzeccato.
In greco la cosa diventa curiosa, dato che le parole TO MEGA THERION (Τὸ Μεγα Θηρίον - la grande bestia), danno secondo il calcolo di Pitagora proprio 666, riconfermando il valore potenziale della frase, ma non svelandone il nome. Cosa utilizzata per i suoi fini dal sedicente mago Aleister Crowley nel secolo scorso.
Se applichiamo la tabella con l'idioma italiano, vengono fuori cose anche simpatiche. Uri Geller, personaggio illusionista che eseguiva spettacoli cercando di convincere i presenti di essere in possesso di poteri telecinetici e che aveva un certo seguito verso la fine degli anni '70, da proprio come conteggio 666. Attinente nel tema ma non coerente con l'indirizzo apocalittico se non nella parte " e chiunque teneva il numero della bestia..." ecc.
C'è la variante informatica, se facciamo le varie operazioni usando la codifica delle tabelle ASCII (American Standard Code for Information Interchange, si legge aschi!), usando le maiuscole, ecco che il nome WILLIAM GATES III (Bill Gates), da nuovamente questo totale. Interessante che il sistema di codifica denunci che anche il nome MICROSOFT porti allo stesso risultato. Applicando i vari versetti racchiusi nell'apocalisse, uno può farsi idee preoccupanti.
Carissimo Ufo1,
RispondiEliminasapevo che il 666 poteva essere interpretato, anche se meno propriamente, come Cesare Domiziano. Non sapevo di tutto il resto :|
Impressionante! Anche Bill Gates...
Ciao! Grazie per i numerosi spunti di riflessione :-)