Siamo arrivati all’Avvento, cioè al periodo di quattro settimane di preparazione al Natale.
I credenti si preparano con spirito di fede, iniziando un cammino di conversione del cuore, per essere meno indegni di accogliere Gesù nella propria vita.
Per quelli meno assidui è l’occasione propizia per un ritorno alle sorgenti della fede, un po’ indebolita dai virus della società attuale.
Per quelli che hanno perso la fede, o non l’hanno ancora trovata, è il momento per una riflessione sulla figura storica di Gesù, sul suo insegnamento e su ciò che ha significato per la storia umana.
Per tutti è un’occasione di serenità, di gioia, di amicizia fraterna.
E l’occasione anche di riscoprire valori di cultura e di arte che rendono l’uomo ancor più umano, e più simile a Dio, che è la bellezza assoluta.
Io non posso pensare al Natale senza pensare, ad esempio, al Messia di Georg Friederich Händel; e in questo periodo me lo ascolto sempre; a puntate, ovviamente.
Anche per coloro che seguono il mio blog, che ringrazio di cuore per la loro assidua e numerosa presenza, voglio presentare qualche brano di questo straordinario capolavoro musicale, scritto dal conteranneo e coetaneo di Bach nell’estate del 1741, ed eseguito per la prima volta a Dublino nel 1742.
E voglio partire proprio dal brano inziale: una “Sinfony”, nello stile di una ouverture alla francese di quel periodo. Un incipit degno del grandioso oratorio che Händel si accinge a sviluppare.
L’orchestra, composta nel video da un piccolo organico di violini primi e secondi, oboe, fagotto, due viole, due violoncelli, contrabbasso e clavicembalo, inizia con un ritmo “grave”, puntato e cadenzato, in 4/4 e in tonalità di Mi minore, che crea un’atmosfera solenne e piena di pathos.
Dopo questa parte accordale, ripetuta due volte, come un grande sipario a due parti che si apre, inizia un tema brillante (“allegro moderato”) e fugato, che passa dai primi violini e oboe alle altre sezioni, e rende bene l’idea del lieto annunzio che il Messia porterà sulla terra.
Il brano si conclude con una cadenza, che è una breve ripresa del movimento iniziale.
Confesso che ogni volta che ascolto questo brano, mi sento fremere interiormente e mi domando come sia possibile scrivere in modo così sublime.
Ecco la prima pagina del manoscritto. È datata 22 August 1741 (in fondo alla pagina, a destra).
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