domenica 20 settembre 2009

Roma capitale. Un sonetto del Belli



Il 20 settembre 1870, con la presa di Roma, la città è diventata capitale d’Italia.

Voglio ricordare questo avvenimento con un sonetto del più grande poeta romanesco, Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), vissuto nella Roma papalina e che ha dedicato alla sua città oltre 2200 sonetti.

In quello che riportiamo, Er Miserere de la Sittimana Santa, si fa riferimento al canto del Miserere di Gregorio Allegri (1582-1652), a doppio coro e 9 voci, in polifonia a cappella, cioè senza strumenti (“nissun’istrumento l’accompagna”).

Era un brano così gelosamente custodito, che le partiture non venivano date a nessuno al di fuori della Cappella Sistina, e per di più veniva cantato al buio.

Il video riporta l'inizio di questo stupendo canto polifonico.

Nel sonetto si dice che gli inglesi (“l’ingresi”) e altri stranieri accorrevano ad ascoltarlo.

È noto che Mozart, appena quattordicenne, dopo averlo anche lui ascoltato due volte nella Settimana Santa del 1770, lo trascrisse perfettamente a memoria.

Ma il Belli, più che fermarsi sull’aspetto artistico, fa notare la parola “magna”. Quel classico vocabolo latino evoca nel poeta un altro e ben diverso termine popolaresco romano.

Il primo versetto del Salmo 50 dice: “Miserere mei Deus, secundum magnam misericordiam tuam” (Pietà di me o Dio, secondo la tua grande misericordia).



Er Miserere de la Sittimana Santa


Tutti l’ingresi de Piazza de Spagna
nun hanno altro che ddí ssi cche ppiacere
è de sentí a Ssan Pietro er Miserere
che nissun’istrumento l’accompagna.

Defatti, cazzo!, in ne la gran Bretagna
e in nell’antre cappelle furistiere
chi ssa ddí ccom’a Rroma in ste tre ssere
”Miserere mei Deo sicunnum magna?”

Oggi sur “magna” ce sò stati un’ora;
e ccantata accusí, ssangue dell’ua!, [uva]
quer maggna è una parola che innamora.

Prima l’ha ddetta un musico, poi dua,
poi tre, ppoi quattro; e ttutt’er coro allora
j’ha ddato ggiú: “mmisericordiam tua”.


(31 marzo 1836)

4 commenti:

  1. Mandiamolo al cardinal Bagnasco, che si lamenta dell'evasione fiscale degli italiani.

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  2. Penso che il Card. Bagnasco conosca bene il Belli.

    È noto che il grande poeta romanesco ebbe tra i suoi sponsor il Cardinal Consalvi e altri prelati, ottenendo impieghi nello Stato papalino e proprio nel settore fiscale.

    Lo sapevi? La Chiesa sorprende sempre ;-)

    Ciao!

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  3. Giuseppe Gioachino Belli, "Er 996", Pepp'er Tosto, era prima all'Ufficio del Registro, a Montecitorio, poi alla Censura letteraria, in quanto Presidente dell'Accademia dell'Arcadia (nientemeno!).

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    1. Grazie delle precisazioni, caro Konrad ;-) Certo, il Belli alla censura sembra uno scherzo ... del Belli!

      Grande Peppe er Tosto!

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