Il 20 settembre 1870, con la presa di Roma, la città è diventata capitale d’Italia.
Voglio ricordare questo avvenimento con un sonetto del più grande poeta romanesco, Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), vissuto nella Roma papalina e che ha dedicato alla sua città oltre 2200 sonetti.
In quello che riportiamo, Er Miserere de la Sittimana Santa, si fa riferimento al canto del Miserere di Gregorio Allegri (1582-1652), a doppio coro e 9 voci, in polifonia a cappella, cioè senza strumenti (“nissun’istrumento l’accompagna”).
Era un brano così gelosamente custodito, che le partiture non venivano date a nessuno al di fuori della Cappella Sistina, e per di più veniva cantato al buio.
Il video riporta l'inizio di questo stupendo canto polifonico.
Nel sonetto si dice che gli inglesi (“l’ingresi”) e altri stranieri accorrevano ad ascoltarlo.
È noto che Mozart, appena quattordicenne, dopo averlo anche lui ascoltato due volte nella Settimana Santa del 1770, lo trascrisse perfettamente a memoria.
Ma il Belli, più che fermarsi sull’aspetto artistico, fa notare la parola “magna”. Quel classico vocabolo latino evoca nel poeta un altro e ben diverso termine popolaresco romano.
Il primo versetto del Salmo 50 dice: “Miserere mei Deus, secundum magnam misericordiam tuam” (Pietà di me o Dio, secondo la tua grande misericordia).
Er Miserere de la Sittimana Santa
Tutti l’ingresi de Piazza de Spagna
nun hanno altro che ddí ssi cche ppiacere
è de sentí a Ssan Pietro er Miserere
che nissun’istrumento l’accompagna.
Defatti, cazzo!, in ne la gran Bretagna
e in nell’antre cappelle furistiere
chi ssa ddí ccom’a Rroma in ste tre ssere
”Miserere mei Deo sicunnum magna?”
Oggi sur “magna” ce sò stati un’ora;
e ccantata accusí, ssangue dell’ua!, [uva]
quer maggna è una parola che innamora.
Prima l’ha ddetta un musico, poi dua,
poi tre, ppoi quattro; e ttutt’er coro allora
j’ha ddato ggiú: “mmisericordiam tua”.
Voglio ricordare questo avvenimento con un sonetto del più grande poeta romanesco, Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), vissuto nella Roma papalina e che ha dedicato alla sua città oltre 2200 sonetti.
In quello che riportiamo, Er Miserere de la Sittimana Santa, si fa riferimento al canto del Miserere di Gregorio Allegri (1582-1652), a doppio coro e 9 voci, in polifonia a cappella, cioè senza strumenti (“nissun’istrumento l’accompagna”).
Era un brano così gelosamente custodito, che le partiture non venivano date a nessuno al di fuori della Cappella Sistina, e per di più veniva cantato al buio.
Il video riporta l'inizio di questo stupendo canto polifonico.
Nel sonetto si dice che gli inglesi (“l’ingresi”) e altri stranieri accorrevano ad ascoltarlo.
È noto che Mozart, appena quattordicenne, dopo averlo anche lui ascoltato due volte nella Settimana Santa del 1770, lo trascrisse perfettamente a memoria.
Ma il Belli, più che fermarsi sull’aspetto artistico, fa notare la parola “magna”. Quel classico vocabolo latino evoca nel poeta un altro e ben diverso termine popolaresco romano.
Il primo versetto del Salmo 50 dice: “Miserere mei Deus, secundum magnam misericordiam tuam” (Pietà di me o Dio, secondo la tua grande misericordia).
Er Miserere de la Sittimana Santa
Tutti l’ingresi de Piazza de Spagna
nun hanno altro che ddí ssi cche ppiacere
è de sentí a Ssan Pietro er Miserere
che nissun’istrumento l’accompagna.
Defatti, cazzo!, in ne la gran Bretagna
e in nell’antre cappelle furistiere
chi ssa ddí ccom’a Rroma in ste tre ssere
”Miserere mei Deo sicunnum magna?”
Oggi sur “magna” ce sò stati un’ora;
e ccantata accusí, ssangue dell’ua!, [uva]
quer maggna è una parola che innamora.
Prima l’ha ddetta un musico, poi dua,
poi tre, ppoi quattro; e ttutt’er coro allora
j’ha ddato ggiú: “mmisericordiam tua”.
(31 marzo 1836)
Mandiamolo al cardinal Bagnasco, che si lamenta dell'evasione fiscale degli italiani.
RispondiEliminaPenso che il Card. Bagnasco conosca bene il Belli.
RispondiEliminaÈ noto che il grande poeta romanesco ebbe tra i suoi sponsor il Cardinal Consalvi e altri prelati, ottenendo impieghi nello Stato papalino e proprio nel settore fiscale.
Lo sapevi? La Chiesa sorprende sempre ;-)
Ciao!
Giuseppe Gioachino Belli, "Er 996", Pepp'er Tosto, era prima all'Ufficio del Registro, a Montecitorio, poi alla Censura letteraria, in quanto Presidente dell'Accademia dell'Arcadia (nientemeno!).
RispondiEliminaGrazie delle precisazioni, caro Konrad ;-) Certo, il Belli alla censura sembra uno scherzo ... del Belli!
EliminaGrande Peppe er Tosto!