martedì 29 settembre 2009

Ave Maria! nella festa dell'arcangelo Gabriele



Dopo aver ricordato il Concilio di Efeso, che ha messo in piena luce il ruolo della Vergine Maria nella storia della salvezza, riconoscendola Madre del Figlio di Dio, mi pare opportuno offrirle la preghiera a lei più gradita, e cioè il saluto dell’Arcangelo Gabriele, di cui oggi si ricorda la festa (insieme a S. Michele e S. Raffaele): Ave Maria.

Nel campo della musica non c’è autore che non abbia voluto misurarsi con questa preghiera, dagli anonimi del canto gregoriano, ad Arcadelt, Victoria, Palestrina, Caccini… fino a Mozart, Schubert, Gounod, Verdi, Mascagni, Rachmaninov, Kodaly, Poulenc, per ricordare solo alcuni dei più noti.

Celeberrime le melodie di Schubert e di Gounod.

Io però voglio presentare l’Ave Maria di Giulio Caccini (1550-1618), - si tratta per la verità di una moderna rielaborazione di Vladimir Vavilov - perché meno conosciuta ma non meno bella. E voglio scegliere non un’esecuzione perfetta (come quelle di Sumi Jo, di Bocelli, e via dicendo), ma un video imperfetto sotto tutti i punti di vista.

Un coro di dilettanti quasi "allo sbaraglio" (di un college della California), un operatore che "taglia" le teste, un video "ballerino"…

Eppure, secondo me, questa esecuzione ha un fascino particolare.

Anzitutto l’arrangiamento. Un canto solistico è stato trasformato in un canto corale, e con un andamento ritmico molto serrato e coinvolgente. Decisivo al riguardo l’apporto del pianoforte.

Inoltre i coristi. Sono, è vero, molto alla buona (per usare un eufemismo), ma hanno la freschezza della gioventù e la serietà dell’Accademia Chigiana.

Cantano con convinzione. E alla fine, convincono.

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