Mike Bongiorno è stato l'autentico iniziatore della TV italiana.
Ma anche Giovacchino Rossini (1792-1868) è legato in qualche modo alla nascita della nostra televisione.
Molti ricorderanno che i programmi dell’unico canale televisivo si aprivano proprio con un bellissimo brano rossiniano, la parte finale del Guglielmo Tell.
http://www.youtube.com/watch?v=9LTrArDVISw
E allora, in attesa dei funerali di Stato di domani nel Duomo di Milano, noi vogliamo onorare Mike con la Petite Messe Solennelle di Rossini.
È un capolavoro assoluto, scritto nel 1863, che interruppe con lo Stabat Mater (1841) il lunghissimo silenzio artistico del genio pesarese, che durava dal 1829, dopo la composizione del Guglielmo Tell.
Lui, non troppo propenso alle cose religiose, scrisse in tarda età questi due capolavori di musica sacra. Come battuta diceva che erano “peccati di vecchiaia”; ma confidava che questa Messa gli avrebbe aperto le porte del Paradiso.
E non può essere che così. L’ascolto di questa musica apre il cuore alla gioia celeste.
Rossini la scrisse per un organico ridotto ai minimi termini (ecco perché “petite”): solo 12 coristi, “come gli Apostoli”, con un accompagnamento di due pianoforti (che raddoppiano) e un harmonium.
Un abbinamento "improponibile", se non da una mente originale come la sua; in pratica uno strumento da salotto e uno da chiesa, il parente povero dell’organo.
Il risultato è una grande Messa Solenne, altro che “petite”!… che fa vibrare tutte le corde dell’animo umano nel suo anelito verso Dio.
Esiste anche la versione per orchestra, che Rossini successivamente fu costretto a scrivere per far contenti gli amici.
Ma in essa si perde gran parte della eccezionalità di questa Messa stupenda.
Della versione originaria presentiamo una parte del Gloria, per tenore solista:
"Domine Deus, Rex caelestis, Deus Pater Omnipotens. Domine Fili Unigenite, Iesu Christe. Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris".
Una vibrante e accorata invocazione a Dio Padre e al Figlio Gesù Cristo.
Ma anche Giovacchino Rossini (1792-1868) è legato in qualche modo alla nascita della nostra televisione.
Molti ricorderanno che i programmi dell’unico canale televisivo si aprivano proprio con un bellissimo brano rossiniano, la parte finale del Guglielmo Tell.
http://www.youtube.com/watch?v=9LTrArDVISw
E allora, in attesa dei funerali di Stato di domani nel Duomo di Milano, noi vogliamo onorare Mike con la Petite Messe Solennelle di Rossini.
È un capolavoro assoluto, scritto nel 1863, che interruppe con lo Stabat Mater (1841) il lunghissimo silenzio artistico del genio pesarese, che durava dal 1829, dopo la composizione del Guglielmo Tell.
Lui, non troppo propenso alle cose religiose, scrisse in tarda età questi due capolavori di musica sacra. Come battuta diceva che erano “peccati di vecchiaia”; ma confidava che questa Messa gli avrebbe aperto le porte del Paradiso.
E non può essere che così. L’ascolto di questa musica apre il cuore alla gioia celeste.
Rossini la scrisse per un organico ridotto ai minimi termini (ecco perché “petite”): solo 12 coristi, “come gli Apostoli”, con un accompagnamento di due pianoforti (che raddoppiano) e un harmonium.
Un abbinamento "improponibile", se non da una mente originale come la sua; in pratica uno strumento da salotto e uno da chiesa, il parente povero dell’organo.
Il risultato è una grande Messa Solenne, altro che “petite”!… che fa vibrare tutte le corde dell’animo umano nel suo anelito verso Dio.
Esiste anche la versione per orchestra, che Rossini successivamente fu costretto a scrivere per far contenti gli amici.
Ma in essa si perde gran parte della eccezionalità di questa Messa stupenda.
Della versione originaria presentiamo una parte del Gloria, per tenore solista:
"Domine Deus, Rex caelestis, Deus Pater Omnipotens. Domine Fili Unigenite, Iesu Christe. Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris".
Una vibrante e accorata invocazione a Dio Padre e al Figlio Gesù Cristo.
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