Ho rubato un po’ di cielo
da una notte blu stellata,
e di muschio un verde velo
ho sottratto a una vallata.
Un capanno poi ho cercato
con un bue e un asinello;
lo scenario ho preparato
al divino Bambinello.
Ma difficile mi è stato
ritrovare i personaggi
per portare al divin nato
i più cari nostri omaggi.
Greggi e pecore son rare,
i pastor sono scomparsi;
le persone hanno da fare,
non han tempo di fermarsi
ad un misero tugurio
dove nasce un bambinello.
C’è il regalo, c’è l’augurio,
è natale e il tempo è bello...
Un Natal senza il Bambino,
festa senza il festeggiato.
Ma io voglio star vicino
a quel Dio che per me è nato!
Amicusplato
Bellissima, e tenera questa poesia, semplice e vera nella sua profonda attualità.
RispondiEliminaComplimenti e grazie, Antonio!
Un pensiero natalizio, all'inizio del mese di dicembre ;-)
RispondiEliminaNon mancheranno altre occasioni per riflettere sul mistero del S. Natale :-)
Anche in musica, ovviamente...
Grazie del tuo commento, carissima Annamaria :-)
molto vera la poesia.
RispondiEliminasi sta sempre più non solo commercializzando ma facendo coincidere il S. Natale con il Panettone.
grazie+
ciao
luisa
È davvero un Natale "poverello", se si riduce la festa ad alberi e panettoni...
RispondiEliminaGrazie, cara Luisa, della tua riflessione :-)
il Natale è stata sempre la festa del mangiar tanto e bene, oltrechè la festa dei bambini, col tempo gesù va sfumando via, speriamo che resti nei nostri cuori
RispondiEliminaNei nostri cuori, di certo :-))
RispondiEliminaMa la situazione attuale impone anche una riflessione sui consumi e sul modo di vivere, almeno così pare.
Grazie, Luca, della tua riflessione :-))