Quando il tempo lo permette, sia quello atmosferico che quello lavorativo, mi piace fare una bella camminata per i boschi, nelle colline che sovrastano la mia città.
E stamani mi sono fatto una bella e salutifera camminata.
Quest’anno tutto è un po’ in ritardo, per il freddo che ha caratterizzato la stagione invernale.
Ma ho visto finalmente per la prima volta, ai bordi di un fossatello, le prime viole.
Le viole! Quando ne vedo una, penso che l’inverno sia ormai passato, e inizi la primavera.
Si tratta della viola a mammola, ma in certo senso la identifico con la “viola del pensiero”, perché quando la vedo mi ritornano in mente dei bellissimi ricordi.
Mi ricordo ad esempio che, alle Elementari, la Maestra ci portava in questo periodo a fare una bella passeggiata nel bosco vicino alla scuola (abitavo in un paese di campagna), proprio per cercare le violette. Sempre prima del 25 di Marzo, altrimenti perdevano valore… Così dice una tradizione toscana.
Mi ricordo dell’inizio della poesia del Pascoli, L’Aquilone:
“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.”
Anche il Pascoli, col profumo delle viole, ritorna con il pensiero ai suoi anni da studente.
E con le viole del Pascoli, mi viene in mente un altro poeta, meno conosciuto, ma non meno significativo, Giulio Salvadori (1862-1928), e una sua poesia: Accenna il cuore.
“Piega , o mortale, al peso uman le spalle
giù, tra i fratelli, a migliorarti intento;
e del mistero avrai l’alta parola.
Sarai com’arbor posto nella valle,
cui schermo è il monte all’impeto del vento;
e al piè gli s’apre l’umile viola”.
Il Salvadori ci invita a farci solidali con i fratelli, unico modo per capire il mistero di Dio Padre, e al tempo stesso vedremo anche i primi e affascinanti segni di ripresa della vita, rappresentata da quell’ “umile viola” che sboccia al riparo del vento.
Il Pascoli apprezzò molto questa poesia e quando, nel 1897 a Roma, ebbe modo di conoscere personalmente il Salvadori, gli andò incontro recitando a memoria l’ultima terzina della poesia: “Sarai com’arbor posto nella valle / cui schermo è il monte all’impeto del vento / e al piè gli s’apre l’umile viola”.
Bellissima!
Mi pare logico postare perciò un concerto per Viola. Niente a che fare con la viola a mammola, né con quella del pensiero. Ma sempre di una viola si tratta...
La viola, come ben noto, ha dimensioni maggiori del violino (circa di un 1/7) ed un suono più grave, con un timbro caldo e pastoso.
Ascoltiamo il celeberrimo Preludio dalla Suite n. 1 per violoncello, di J. S. Bach; il brano viene eseguito frequentemente anche nella trascrizione per viola.
Esegue la violista Nokuthula Ngwenyama (classe 1976), americana originaria dello Zimbabwe, eccellente anche come violinista.
Nel vedere questa bella violista, mi viene in mente una poesia di Alceo dedicata a Saffo: "O Saffo, dai capelli di viola..."
E' un pezzo di musica che smentisce chi dice che la musica è fuori tempo, infatti ha me ha toccato le emozioni quindi qualcosa di autentico, che forse non si spegnerà mai.
RispondiEliminaAmo le violette: piccoli, teneri, dolci, profumati, umili fiorellini...
RispondiEliminaHai una gran capacità di descrivere sensazioni, ricordi. Mi sono ritrovata perfettamente. Anche a me due giorni fa mi è capitato nel mio giardino di vedere spuntare le violette...tenere, inizio di vita.
RispondiEliminaGrazie per la bella riflessione.
ciao
luisa
Caro amico, come te amo immergermi nella natura...
RispondiElimina...una volta erano anche le rondini ad annunciare la primavera, ma se ne vedono ormai così poche...
...quanto mi mancano...
...grazie a Dio le viole resistono all'azione poco edificante dell'uomo...
Grazie !
Maddy
Carissimo Luca, la bella musica è l'armonia dell'anima, e nulla la può spegnere :-)
RispondiEliminaLe profonde emozioni che suscita ne sono la testimonianza, come tu hai giustamente osservato ;-)
Un caro saluto!
È vero, la bellezza delle violette sta proprio nella loro umiltà e nel loro profumo, e in quell'intenso colore vellutato... :-))
RispondiEliminaNon posso immaginare una vera Maestra senza la poesia delle violette ;-))
Ecco perché ti piacciono, Maestra Gianna! ;-))
Grazie, cara Luisa, del tuo apprezzamento :-)
RispondiEliminaLa viola è proprio il simbolo che la vita riprende ;-)
Un saluto affettuoso :-)
Sono piccole, le violette, ma tenaci, a quanto pare... ;-))
RispondiEliminaÈ vero, le rondini ci hanno quasi abbandonato.. :-(
Grazie, carissima Maddy, per le tue giustissime osservazioni :-))
Un brano di Bach affascinante e profondo nella sua semplicità!
RispondiEliminaE' uno dei miei preferiti (insieme alla Sarabanda dalla VI suite per cello che avevo postato tempo fa con la verione di Sting).
Grazie!
Me la ricordo benissimo, carissima Annamaria, quella straordinaria intepretazione vocale di Sting, da te postata, insieme alla Sarabanda della VI Suite ;-))
RispondiEliminaMa perché, la Bourrée della III Suite, quella che Rostropovich suonò alla caduta del muro di Berlino, nel 1989, non è geniale? ;-)
L'imbarazzo della scelta!
Ho postato il Preludio della I Suite perché notissimo, e perché eseguito da un'eccellente violista nera e a piedi nudi...
Siamo di marzo. E una volta, di marzo, si andava a piedi scalzi :-DD
Grazie, cara Annamaria, delle tue puntualizzazioni :-))