Si sono svolti oggi i funerali del Ministro pakistano per le minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti, ucciso due giorni fa a Islamabad per mano di tre fondamentalisti islamici.
Bhatti è stato crivellato da trenta colpi da arma da fuoco all'uscita di casa, mentre si recava al consiglio dei ministri.
Dava fastidio il suo impegno per la libertà religiosa, e in particolare per la liberazione di Asia Bibi, la donna condannata a morte ingiustamente per blasfemia, di cui già abbiamo parlato e della quale parleremo ancora.
L'assassinio di Shahbaz Bhatti segue di appena due mesi quello del governatore del Punjab, il musulmano Salman Taseer, anch’egli favorevole ad una riforma delle Legge sulla blasfemia, che in pratica impedisce a chiunque non sia musulmano di esprimere pubblicamente la propria fede.
Il ministro Bhatti sapeva di essere in grave pericolo di vita, ed ha lasciato in un video il suo testamento spirituale, che contiene questa professione di fede:
“Voglio vivere per Cristo, e per Lui morire”.
Sembrano le parole dell’Apostolo Paolo: “Mihi vivere Christus est, et mori lucrum”; il mio vivere è Cristo, e morire un guadagno (Lettera ai Filippesi, 1, 21).
L’orrendo omicidio getta un’ulteriore luce sinistra sugli integralisti islamici, e fa risplendere davanti a tutto il mondo la fulgida figura di Shahba Bhatti.
Onoriamo il martirio di Bhatti con uno stupendo corale di Mendelssohn, tratto dall'oratorio "Paulus" (1836). L'opera descrive la vita dell'Apostolo delle genti.
Le parole del corale non hanno bisogno di commento.
Herr! Der Du bist der Gott, der Himmel und
Erde und das Meer gemacht hat.
Die Heiden lehnen sich auf, Herr wider dich
und deiner Christ.
Und nun, Herr, siehe an ihr Droh'n und gieb
deinen knechten, mitt aller Freudigkeit zu
reden Dein Wort.
Herr!
Signore, tu sei il Dio creatore del cielo,
della terra e del mare!
Si schierarono i popoli contro il Signore ed il Suo Cristo;
e ora, Signore, considera le loro ingiurie,
e concedi ai tuoi servi d'annunciar la tua parola
con tutta franchezza.
Signore!
(Cfr. Atti degli Apostoli, cap. 4, vv. 24, 26, 29).
Geremia 20, 7-9;
RispondiEliminaRomani 12, 1-2;
Matteo 16, 21-27:
"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà".
Caro Antonio, una volta di più un tuo post ti fa molto onore.
Ti abbraccio *
Maddy
Non si può lasciar passare sotto silenzio, carissima Maddy, la persecuzione e il martirio di tanti cristiani e di altre persone di buona volontà, che lottano per la libertà.
RispondiEliminaE la libertà religiosa è senz'altro la più qualificante dell'uomo.
Il ministro Bhatti è l'ultimo di una serie infinita di martiri che parte, come tu hai ricordato, dalla croce di Cristo.
Un abbraccio affettuoso :-))
Antonio
Ancora oggi si muore perseguitati...
RispondiEliminaChe angoscia, Antonio.
Quanta tristezza al pensiero che le libertà fondamentali vengono amcora violate!
RispondiEliminaMa quale insegnamento ci lasciano in eredità questi martiri, lontani da ogni tipo di compromesso o di tiepidezza!...
Notizie che ci fanno capire quanto siamo lontani ancora dal comprendere il vero "senso religioso", cioè l'amarsi reciprocamente, qualunque sia il credo di ciascuno.
RispondiEliminaGrazie per la tua presenza, Gianna carissima!
È vero, cara Annamaria!
RispondiEliminaQuesti martiri, come Clement Shahbaz Bhatti, ci lasciano in eredità un insegnamento che non andrà mai perduto; la testimonianza eroica di una fede che vince anche la morte.