Alle Elementari, metà anni ’50, ho imparato a scrivere con la penna, il pennino e l’inchiostro del calamaio. Quasi come al tempo dell’alto Medio Evo.
Il problema principale erano le macchie d’inchiostro. Nei quaderni, nelle dita, nel grembiule e talora anche nel viso. Per i rimproveri della maestra a scuola e il sapone (e bruschino) della mamma a casa.
Alle Medie, fine anni 50-inizio anni 60, comparve la “biro”. Una rivoluzione epocale.
Strumento tascabile e di pochissima spesa. Niente più macchie d’inchiostro. Visi puliti all’uscita dalla scuola. Nessun problema né con gli insegnanti né con la mamma.
Preparai il programma di terza media con la macchina da scrivere, una usurata Remington della scuola.
Fu il mio primo incontro con una tastiera. Naturalmente alla velocità di due dita.
I problemi più grossi erano con la carta-carbone (ve la ricordate?)
Dalla tastiera della macchina da scrivere a quella del “computer”, negli anni ’80, e relativa “stampante” (a aghi). Un’altra rivoluzione epocale, che ho vissuto dall'altra parte della barricata, come insegnante.
Niente più errori di scrittura (correzione in itinere), niente più fogli da buttar via con infiniti ricominciamenti da capo. Tutto esce perfetto dalle "mani" della stampante, avrebbe detto Rousseau.
Ora c’è internet. Si legge e si scrive on-line. Bastano le dita.
In poco più di mezzo secolo siamo passati dall’epoca degli amanuensi alla videoscrittura.
Dalla penna (quasi) d’oca a word.
Incredibile, ma vero!
Hai una capacità unica nello scrivere.
RispondiEliminaMi ci ritrovo, esprimi quello che io sento. Anch'io ho iniziato con penna e lamaio, le aste, etc etc.
L'uomo ha grandissime potenzialità ma poi fa la guerra, il male è nel cuore dell'uomo non fuori.
grazie sempre
luisa
Che bello scrivere con il pennino e l'inchiostro, che bella scrittura arrotondata, come piace a me...
RispondiEliminaLa grafia viene risaltata.
Da quano ho aperto il blog che pigio due dita sulla tastiera e mi pare già storia...
Bacio, Antonio.
Anch'io sono dell'epoca della penna e del calamaio...
RispondiEliminaE certo che mi ricordo la carta carbone! E la macchina da scrivere!
Avevo un'Olivetti lettera 32 sulla quale ho battuto la tesi.
E vi ricordate, prima delle attuali fotocopie, le matrici da battere a macchina e poi passare a ciclostile?
Preistoria, ragazzi!!!
Sai che leggendo questo tuo post ho risentito l'odore della
RispondiEliminaCoccoina ?!?!?
Maddy ! :-)
Sono contento, cara Luisa, che il mio scrivere sia di tuo gradimento ;-)
RispondiEliminaÈ vero, abbiamo fatto straordinari progressi negli strumenti di scrittura, ma anche negli strumenti di distruzione... purtroppo.
Grazie dei complimenti, e della tua opportuna riflessione ;-)
Ciao!
Mi meraviglierei, cara Gianna, se una Maestra non avesse una bella scrittura rotonda... ;-)
RispondiEliminaAmmiro chi sa scrivere così :-)
Lo sai che, andando avanti negli studi, sono regredito ai geroglifici e al cuneiforme? :-(
Mi ha salvato word...
Un abbraccio :-))
Antonio
Ps. Vedi come scrivo bene anch'io ora il minuscolo carolino? :-D
Cara Annamaria, sono passato anch'io dalla trafila delle Olivetti, a partire dalla Lettera 22... ;-)
RispondiEliminaIl ciclostile!
Eh sì, preistoria; e ci sembrava di essere nel futuro...
Io però uso sempre l'agendina tascabile di carta, con lapis incorporato ;-) Altro che agende elettroniche! :-))
Ciao!
La Coccoina, come no! :-)
RispondiEliminaUn abbraccio, carissima Maddy :-))
Antonio
Anch'io ho avuto una macchina da scrivere, e scrivevo per un nostro giornalino, non ho mai visto il pennino con l'inchiostro. Ora c'è il PC, Ma se scivi una lettera ad un amico o ad una ragazza , scrivi col computer o con la penna?
RispondiEliminaTu sei della generazione successiva ;-) Buon per te :-))
RispondiEliminaIn certi casi, uno deve scrivere a mano.. Io lo faccio ancora con la cara vecchia Bic, oppure con una Pilot...
Ciao, carissimo Luca, e grazie :-))