Questa volta il Brasile non mi è piaciuto. Né come squadra,
né come comportamento in campo.
Ho sempre ammirato il Brasile per i suoi “fenomeni”; e ne ha
avuti in passato una bella schiera.
Ma al tempo stesso la “Seleçao” mi ha sempre impressionato per
il suo fair play, per il suo gioco
pulito, senza le “astuzie” e le “cattiverie” tipiche di quasi tutte le squadre
del mondo (tranne forse l’Inghilterra e la Germania).
Pulito non significa non combattivo, ma solo senza i meschini mezzucci
per ingannare gli arbitri o per danneggiare gli avversari.
Da poche ore è terminata la partita iniziale di questo
Campionato del Mondo, in cui il Brasile ha sconfitto la Croazia per 3 a 1.
Eravamo (è un modo di dire, io ero davanti alla TV) nel
nuovo stadio di San Paolo del Brasile, davanti a 120.000 spettatori. La squadra
brasiliana ha in progetto di arrivare fino in fondo e di vincere, ovviamente,
davanti al pubblico di casa.
Lo Stato ha tutto l’interesse che ciò avvenga, se non altro
per placare le critiche delle spese folli per organizzare l’evento.
Anche la Fifa (la Federazione Internazionale del Calcio) ha
tutto l’interesse che ciò avvenga. Ve lo immaginate un campionato del mondo in
Brasile, senza il Brasile? E chi va a vedere l’Argentina? o l’odiato Uruguay? Stadi
semivuoti, fallimento assicurato.
Tutto questo mi sta perfino bene e posso anche capirlo.
Ciò che non capisco è
come si intenda arrivare a questi traguardi. Con i metodi visti nella partita iniziale?
Cioè, da una parte la vittima sacrificale e dall’altra il Brasile vincitore a
prescindere?
Abbiamo visto al 27’ del 1° tempo un fallo da espulsione
nettissimo da parte di Neymar, sanzionato solo con un cartellino giallo (l’avversario,
dopo aver ricevuto una gomitata, è stato cinturato al collo con violenza e
volontariamente!). Qualunque arbitro di calcio europeo, e perfino brasiliano,
avrebbe estratto il rosso.
Il Brasile perdeva 1 a 0. Due minuti dopo, Neymar (che non doveva
essere più in campo) ha segnato invece il pareggio (una rete bellissima). Nel secondo tempo ancora Neymar
ha segnato su rigore, concesso graziosamente dall’arbitro giapponese Nishimura per
un fallo inesistente in area croata; un giocatore brasiliano si è gettato a
terra appena sfiorato da un avversario. Perfino un arbitro di terza categoria avrebbe
dato punizione contro il Brasile e ammonito il brasiliano per simulazione.
Così il Brasile ha vinto. La terza rete è venuta all’ultimo minuto,
mentre tutta la Croazia, incazzata come una bestia, dava l’assalto a Fort
Apache.
Di quelle tre reti, due sono state segnate da un “espulso”.
Con il Brasile fin dal primo tempo ridotto in dieci, la partita avrebbe avuto ben
altro epilogo. Molto triste per la Seleçao, per i Brasiliani, per la Presidenta Roussef,
e per la Fifa. La prossima volta la Fifa chi manderà ad arbitrare il Brasile,
un coreano?
Ma ciò che mi ha lasciato di più l’amaro in bocca è il
comportamento della Seleçao: astuzie, meschinità, fallacci volontari...
Non esiste più il Brasile di Pelé, Ronaldo, Kakà,
Ronaldinho...
I miti scompaiono. Rimangono solo le vergogne coperte da foglie
di fico.
Che prima o poi cadono a terra.
E non esiste più il calcio di una volta...
RispondiEliminaAffettuosissimi auguri, caro Antonio.
Buon onomastico!!!
Cara Gianna, ormai il calcio si è globalizzato ;-) Nella squadra brasiliana ieri c'era un solo giocatore che milita in Brasile.Tutti gli altri giocano in squadre europee...
EliminaGrazie per gli auguri dell'onomastico :-))
Auguroni per S.Antonio e un grande abbraccio!!!
RispondiEliminaGrazie per gli auguri, e un grande abbraccio anche a te, carissima Annamaria :-))
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