Il Brasile ieri sera ha festeggiato doppiamente.
In primis perché
ha battuto il Cile dopo una gara epica (4-3), vinta ai rigori, e dal portiere
Julio Cesar (che ne ha parati due) attribuita addirittura all’intervento
divino.
Certo, considerando che all’ultimo minuto dei tempi
supplementari, sull’1 a 1, il cileno Pinilla ha colpito in pieno la traversa a
portiere battuto, Julio Cesar un cero al Cristo del Corcovado lo accenderà di
sicuro. Cinque centimetri sotto, e in Brasile si sarebbe assistito a un
suicidio di massa.
Secundo loco, perché
è stato sconfitto dalla Colombia l’odiato (calcisticamente) Uruguay; tra l’altro
con due reti del bomber James Rodriguez, la prima delle quali è una delle cose
più belle viste finora al Mundial 2014.
Cosa significhi l’Uruguay per il Brasile bisogna essere brasileiros
per capirlo. Nel lontano 16 luglio 1950 ai campionati del mondo che si svolsero
proprio in Brasile, di fronte ai 200.000 spettatori del Maracanà (record di
presenze ancora imbattuto) l’Uruguay sconfisse la squadra di casa con reti di Schiaffino
e Ghiggia, due grandi nomi che agli italiani dicono ancora molto, perché poi
hanno militato nel Bel Paese (nel Milan e nella Roma) e perfino nella Nazionale Italiana, come “oriundi”.
Ghiggia è ancora vivente (87 anni), ma non è stato invitato a presenziare alle
celebrazioni inaugurali di questo Mundial. Chissà perché...
Forse si temeva un altro “Maracanaço”, cioè un’altra fatale
sconfitta in finale al Maracanà di Rio de Janeiro. Il “Maracanaço” fu un evento tragico: venne proclamato il
lutto nazionale, ci furono suicidi collettivi ed anche una vera e propria crisi economica (molti si erano
indebitati con le scommesse).
Se invece della Colombia ieri avesse vinto l’Uruguay, il
calendario avrebbe fatto scontrare nella prossima partita dei quarti di finale
proprio Brasile-Uruguay. Roba da infarto...
Postremo, anch’io
sono contento per la sconfitta dell’Uruguay. È la squadra che ci ha mandati
a casa, e dunque mi pare giusto che qualcuno abbia subito "lavato" l’offesa. Specialmente l’ingiusta espulsione di Marchisio, che ha
permesso a Cavani e soci di passare il turno. Per non parlare del morso di
Suarez a Chiellini.
Non mi piacciono i pitbull. Schiaffino era un’altra cosa.
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