I friulani sono gente tosta, lo sappiamo.
Vedere scendere il friulano Daniele Molmenti con il suo kaiak
nelle “rapide” e tra le strette porte del torrente olimpionico di Londra, nella
gara di K1 slalom, ci ha risollevato il
morale, messo KO dal naufragio completo della nostra squadra di nuoto, maschile
e femminile.
Se ancora ha senso fare le Olimpiadi, in un mondo smaliziato
e con pochi riferimenti ideali, lo ha nel recupero dei valori fondanti questa manifestazione
sportiva mondiale. Altrimenti è meglio chiudere il baraccone.
Sono valori così semplici, da apparire ovvii. Eppure sembra
necessario ricordarli.
Alle doti che madre natura ha fornito all’atleta, occorre
aggiungere disciplina, impegno assiduo e non ultimo lo spirito della nazione
che uno rappresenta. Ma nel vero campione non deve mai mancare l’umiltà, se
vuol rimanere campione.
Un bel compendio di tutto questo è la medaglia d’oro del “forestale”
Molmenti: passione, grinta, precisione, e soprattutto un grande cuore.
Furlan e italiano.
Nel video l'inizio di "Chariots of fire" (in Italia, "Momenti di gloria") del 1981, con la colonna sonora di Vangelis, anch'egli premiato con l'oro dell'Oscar (1982).
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