domenica 12 agosto 2012

Due calci in bocca e ti danno una medaglia




Il taekwondo è un’ arte marziale e una disciplina olimpica, di origine coreana, che significa letteralmente «l'arte dei pugni e dei calci in volo».

Più calci riesci a sferrare, più accumuli punti. Un calcio al petto, un punto; un calcio in faccia, tre punti. Con un paio di calci in bocca all’avversario ti assicuri la medaglia d’oro.

Ciò che stupisce in questo sport è la straordinaria varietà di calci previsti: calcio frontale, calcio circolare, calcio laterale, calcio in verticale, calcio int./esterno, calcio est./interno, calcio a martello, calcio a schiaffo, calcio a gancio, calcio frontale esterno, calcio a spinta, calcio laterale indietro, calcio semicircolare, calcio circolare indietro.

Esistono anche i “calci Kulo”, che vengono lanciati con la gamba anteriore.

Al confronto, i muli sono dei poveri dilettanti.

A quanto pare l’Italia è una delle nazioni più esperte in questo genere di sport.

Carlo Molfetta nella categoria dei massimi (+ 80 kg) ha battuto ieri in finale, con calci in bocca dati e ricevuti, Anthony Obame del Gabon.

Mauro Sarmiento, dopo l’argento di Pechino nel 2008, ha conquistato invece la medaglia di bronzo nella categoria fino a 80 kg. Un calcio al petto all’afgano Bahawi gli ha portato un punto e un successivo calcio ben assestato in bocca all’avversario ne ha fruttati altri 3.

L’Italia è una nazione abituata ultimamente ad essere presa a calci, anche a calci (in) Kulo, da altre nazioni.

In queste Olimpiadi l’oro di Molfetta e il bronzo di Sarmiento, “nell’arte dei calci in volo”, hanno dimostrato al mondo che siamo in grado di darne qualcuno ben assestato anche noi.

Almeno ogni quattro anni.



2 commenti:

  1. Carissimo Amicus, tra un calcio in bocca e l'altro, un mulo e la colonna sonora di Morricone, ti lascio questa cosina qua che ho trovato nascosta tra le pieghe del DB di Youtube.

    Roberto Carlos & Erasmo Carlos - sentado a beira do caminho

    http://www.youtube.com/watch?v=1oVtXyAr_io

    Abituato all'Ornella e al testo italiano di Lauzi ci ho impiegato un po' per farmela entrare ed apprezzarla. Devo dire, però, che la "copia" rispetto all'originale non è proprio così male. :-))

    Mandi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei un vero cercatore di perle, caro Mstatus :-)) Anch'io avevo nelle orecchie la bellissima canzone della Vanoni.

      Devo dire che anche a me, forse grazie anche al bel testo di Lauzi, quella cover non dispiace affatto!

      Ma l'originale è sempre... una bella sorpresa :-))

      Un caro saluto!

      Elimina