Non si può passare sotto silenzio la tragedia avvenuta ieri nel Canale di Sicilia, a 40 miglia da Lampedusa.
Un barcone carico di migranti, oltre 300 persone provenienti da vari stati africani, partito dalle coste libiche, ha fatto naufragio mentre era in atto un tentativo di salvataggio da parte di una nave italiana.
Il mare agitato e i profughi a bordo del barcone, che si sono ammassati tutti da un lato nel tentativo di avvicinarsi ai soccorritori, hanno fatto spezzare il natante e 250 di essi sono state inghiottiti dalle onde. Tra loro, anche donne e bambini.
Solo 53 sono stati tratti in salvo.
Stiamo assistendo a un vero e proprio esodo dai paesi africani verso l’Italia, la porta d’Europa per molti disperati.
Oggi non è il momento di disquisire su ciò che possiamo fare nei confronti di questa gente che continua ad avventurarsi in mare per raggiungere le nostre coste.
Oggi è il momento del dolore e della pietà per l’immane tragedia.
Vogliamo onorare le 250 vittime, cittadini della Somalia, della Costa d’Avorio, della Nigeria, del Ciad, del Sudan, del Bangladesh e della Libia, che hanno trovato la morte ad un passo dalla salvezza.
Per loro, uno dei massimi capolavori di Robert Schumann: un’appassionata marcia funebre, dal “Quintetto in Mi bemolle maggiore per pianoforte ed archi”, op. 44, del 1842.
È il II Movimento, “Un poco Andante, In modo d’una Marcia”.
È il nostro modo di accompagnarli nella loro ultima marcia verso la libertà.
Tragedia immane...senza parole...
RispondiEliminaSì, carissima Gianna.
RispondiEliminaUna tragedia che fa passare in secondo piano ogni altra considerazione.
Un abbraccio :-))