Giorni velati di tristezza, non possiamo nasconderlo e non possiamo far finta di nulla.
Fatti di cronaca orrendi, che non voglio nemmeno ricordare per pudore, a cui si aggiunge il mesto rientro in patria delle salme dei nostri quattro militari uccisi in Afghanistan.
E il volto triste dell’ottobre, improvvisamente freddo e piovigginoso.
Voglio esprimere tutti questi sentimenti con il II Movimento del Concerto n. 23 in La maggiore per Pianoforte e Orchestra, KV 488, di W. A. Mozart (anno 1786).
È lo stupendo Andante, trattato alla "Siciliana" nel tempo di 6/8, in Fa # minore.
Per alcuni aspetti si potrebbe confondere con la musica di Schubert, di Chopin, di Beethoven...
Per alcuni aspetti si potrebbe confondere con la musica di Schubert, di Chopin, di Beethoven...
È Mozart.
Il disco di questo concerto (con Maria Yudina come pianista) fu trovato nel giradischi di Stalin il giorno della sua morte (5 marzo 1953). Era una musica che commuoveva "Baffone" fino alle lacrime, e fu l'ultima che egli ascoltò.
Era stato inciso in una sola notte e in una sola copia per il "compagno" Presidente, il quale ricompensò la Yudina con ben 20.000 rubli. La grande pianista rispose ringraziando Yosif Vissarionovich (Stalin), dicendo che avrebbe pregato "giorno e notte" perché il Signore gli perdonasse "tutti i suoi crimini"; gli rese noto inoltre che il denaro lo aveva donato alla sua parrocchia per la riparazione della Chiesa.
L'episodio è ricordato da Shostakovich nelle sue "Memorie" (Mondadori, 1979).
Stalin non rispose, né fece arrestare questa volta la coraggiosa contestatrice. Ma parlarono i fatti.
L'arte ebbe la meglio.
Anche i grandi dittatori, a quanto pare, hanno un'anima.
Il disco di questo concerto (con Maria Yudina come pianista) fu trovato nel giradischi di Stalin il giorno della sua morte (5 marzo 1953). Era una musica che commuoveva "Baffone" fino alle lacrime, e fu l'ultima che egli ascoltò.
Era stato inciso in una sola notte e in una sola copia per il "compagno" Presidente, il quale ricompensò la Yudina con ben 20.000 rubli. La grande pianista rispose ringraziando Yosif Vissarionovich (Stalin), dicendo che avrebbe pregato "giorno e notte" perché il Signore gli perdonasse "tutti i suoi crimini"; gli rese noto inoltre che il denaro lo aveva donato alla sua parrocchia per la riparazione della Chiesa.
L'episodio è ricordato da Shostakovich nelle sue "Memorie" (Mondadori, 1979).
Stalin non rispose, né fece arrestare questa volta la coraggiosa contestatrice. Ma parlarono i fatti.
L'arte ebbe la meglio.
Anche i grandi dittatori, a quanto pare, hanno un'anima.
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