Il linguaggio calcistico è fatto spesso di luoghi comuni e frasi stereotipate, anche perché i funambolici eroi della pedata non sembrano altrettanto abili nei fraseggi verbali.
“Il pallone è tondo”, “la partita dura 90 minuti”, “noi faremo la nostra partita” (?), “scendiamo in campo per vincere”… Perfino Lapalisse rimarrebbe sorpreso.
Ad un linguaggio così banale, nella realtà corrisponde invece una varietà di situazioni che lascia non meno sconcertati.
Una squadra domina per tutta la partita, ma perde per un’unica azione di contropiede, o per un errore arbitrale. Un’altra squadra vince con la più forte, ma perde con la più debole…
Il girone della Germania (Gruppo D) in questi Campionati del Mondo 2010 è stato la sagra dell’imponderabile calcistico.
La Croazia, ultima del girone, ha vinto con la Germania, prima del girone; ma ha perso con l’Australia, penultima e anch’essa eliminata.
Il Ghana, perdendo con la Germania, è arrivato secondo, ma incontrerà l’abbordabile squadra degli Stati Uniti; la Germania invece, vincendo il girone, dovrà vedersela con i leoni d’Inghilterra (e di Capello).
Era meglio se la Germania questa volta non avesse vinto (1-0); e in effetti avrebbe desiderato farsi fare un golletto dal Ghana, che ovviamente non era intenzionato a fare.
Eh sì, il pallone è tondo, ognuno fa la sua partita, che dura 90 minuti (più ovviamente il recupero)...
Ma non sempre si scende in campo per vincere, a quanto pare.
Per l'Italia invece oggi è d'obbligo la vittoria. Le altre frasi fatte questa volta non sono valide.
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