Socrate, Platone e Aristotele, tra il V e il IV secolo avanti Cristo, erano pervenuti ad affermare l'esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima, in base ad argomenti di ragione.
Questo "dialogo" utilizza solo quei concetti, di cui poi il Cristianesimo si servirà (con qualche importante modifica) nell'annuncio della fede.
A sinistra l'immagine di Platone (disegnata da Raffaello); a destra un busto di Epicuro.
Il dialogo si svolge ad Atene agli inizi del IV secolo a. C.
tra un amico di Platone e un uomo di Alicarnasso
- Ehilà, uomo di Alicarnasso!
- Ciao, amico di Platone!
- Qual buon vento ti porta qui ad Atene?
- No, nessun vento. Le mie gambe, piuttosto.
- Sempre di buon umore, eh? Lo so che ti piace scherzare...
- Sono discepolo di Epicuro e di Lucrezio, mi piace la concretezza; sono realista.
- Epicuro e Lucrezio? E chi sono? Non li ho mai sentiti dire.
- Verranno dopo di te, stanne certo. Noi sosteniamo che tutto è fatto di particelle piccolissime, indivisibili. E quando siamo morti, queste se ne vanno a caso per l’aria, a formare altri corpi.
- Quindi tu, come Democrito, il mondo a caso poni?
- Certo! Perché, c’è qualche altra spiegazione?
- Per esempio, Aristotele non dice così; e mi pare abbia argomentato con più verosimiglianza.
- Aristotele! Chi era costui?
- Ne sentirai parlare. Verrà dopo di noi. Egli sostiene che il mondo è ordinato secondo regole e leggi, sia fisiche che morali. Nulla è a caso. È inutile lanciare un sasso mille volte per aria; non imparerà mai a volare. E anche tu, uomo di Alicarnasso, ti comporti secondo principi di saggezza e regole morali; non sei certo uno che si pavoneggia scioccamente o che strepita e si agita nel teatro della vita, dicendo cose che non significano nulla. O no?
- Certo che no! I miei discorsi sono sensati, e il mio comportamento è irreprensibile, secondo la logica e l'etica epicurea: niente di troppo, il piacere consiste nell’equilibrio tra estremi. Il giusto mezzo, insomma.
- Appunto, come dice pure Aristotele. L’uomo è un animale ragionevole. E con un’anima che trascende il suo corpo.
- Qui non ti seguo, caro amico di Platone. L’anima è mortale. Io sono uno di quelli che l’anima col corpo morta fanno.
- Trovo la tua affermazione un po’ contraddittoria. Se dici di seguire regole morali, se hai idee che ritieni giuste, se affermi delle verità universali, dovrai ammettere che provengono da qualcosa che non è solo un casuale aggregato di particelle. Ci deve essere in noi un principio che trascende la parte materiale, e che le dà ordine, moralità e verità. Un principio che supera la pura materia; un’anima immateriale e immortale insomma, che è l’origine della verità e della moralità in ciascuno di noi, come ha insegnato il mio maestro Socrate.
- Caro amico di Platone, io credo solo a ciò che vedo! e quest’anima non si è mai vista. Tu l’hai forse vista? L’hai misurata, calcolata, pesata? Ha un colore, un sapore, un odore, una forma?
- E tu puoi vedere i tuoi pensieri, odorare i tuoi sentimenti, le tue passioni, le tue idee? Le hai pesate, misurate, spezzate, come saranno spezzate quelle particelle che tu chiami indivisibili?
- Quelle particelle non potranno mai essere spezzate; non per nulla le chiamiamo atomi!
- Li spezzeranno, li spezzeranno… Perché la materia è quantità, occupa spazio, perciò è per sé stessa divisibile. Le idee invece non occupano spazio e superano ogni ostacolo materiale. Sono immortali, sono di un’altra consistenza, sono una realtà spirituale, divina.
- Sogni, i tuoi sono solo sogni! Mi sembri come quel poeta che ha detto che la vita ha la consistenza dei sogni. La realtà invece è concreta, ed è quella che possiamo vedere e toccare con mano. Il resto è silenzio.
- Non esserne così certo. C’è chi ha detto che le cose più concrete sono proprio le idee. Senza idee l’uomo sarebbe ancora all’età della pietra; anzi, non sarebbe neppure uomo, distinto dall’animale. E se c’è stato progresso, questo si deve proprio alla capacità dell’uomo di formulare concetti, ipotesi, idee; sogni, come tu dici, che però si sono rivelati quanto di più concreto si possa immaginare.
- Ammetto che le idee siano importanti; ma perché devono provenire da un’anima dentro di noi?
- E da quale principio dovrebbero provenire? Solo da organi materiali, limitati nel tempo e nello spazio? Sarebbe una contraddizione in terminis. Se ho pensieri immortali, in me ci deve essere un principio immortale. Dammi retta, uomo di Alicarnasso. Se l’uomo viene ridotto solo a ciò che mangia, viene umiliato nella sua dignità più grande. Non sarebbe diverso dagli altri animali; anzi, mi parrebbe il più misero di tutti, perché, mentre gli altri ignorano la loro sorte, noi sappiamo con certezza che cosa ci riserva il futuro: una condanna a morte.
- Ma io, da buon epicureo, non aspetto la morte; semplicemente la ignoro: quando ci sono io non c'è lei, e quando c'è lei non ci sono io.
- Ma i segni del tempo ti obbligano a pensarci ogni tanto, amico mio. Anzi, come dirà Seneca, ogni giorno moriamo, perché non è l’ultima goccia che fa vuotare la clessidra, ma tutta l’acqua che è scorsa prima. Perfino l'imperatore Federico II di Svevia, verso il quale mostrerai profonda ammirazione, proprio lui, dopo una vita non certo esemplare, al momento della morte volle indossare l'abito da monaco e morire con quello.
- Non vorrai farmi diventare un uomo spirituale, uno che va in Chiesa e dai preti per paura della morte e dell’aldilà!
- La Chiesa, i preti? Che significa? Chi sono?
- Lo saprai, lo saprai. Avrai a che farci tutti i giorni, per secoli e secoli. E se non stai attento, ti faranno bere la cicuta, come al tuo maestro Socrate. Anzi, ti metteranno sopra una catasta di legna e ti daranno fuoco.
- Ah! Proprio una brutta fine. Ma a te, che sei un epicureo, non ti hanno ancora messo al rogo?
- Ancora no. Per questo me ne sto alla larga…
- Ma attento a non allontanarti troppo, perché invece che arrosto, potresti finire allo spiedo, come il prode Anselmo.
- Per questo anch'io porto le braghe di ferro.
- Se poi guardi ancora più avanti, potresti ritrovarti in un regime peggiore di quello dei Trenta Tiranni, che il valoroso Trasibulo ha rovesciato qualche anno fa, come ben ricorderai.
- Non ci sarà più spazio per regimi tirannici, in un futuro di epicurei e scettici. È la religione la causa di ogni male, come scriverà in versi mirabili il mio caro Lucrezio.
- Veramente Lucrezio parlava della religione pagana, quella che faceva sacrifici umani agli dei; non immaginava di certo cosa sarebbe successo quando l'uomo si fosse sostituito a Dio nel governare la terra: il sacrificio di Ifigenia si sarebbe moltiplicato per milioni di volte! Tu invece questi orrori li vedrai con i tuoi occhi, uomo di Alicarnasso, e non so come potrai giustificarli.
- Non mi vorrai attribuire qualche colpa...
- Ma quando mai! Tu sei un uomo pacifico, e le tue guerre sono solo verbali. Non ami la Chiesa, questo è vero, ma non manderesti (forse) alla ghigliottina nessuno.
-Neanche tu, amico di Platone, sei un uomo di guerra. Le tue battaglie sono soprattutto contro gli errori di grammatica (che il tuo futuro discepolo Agostino considererà più gravi di un peccato mortale) e contro qualche miscredente, che non metteresti (forse) al rogo, ma magari alla berlina.
-Ti saluto, uomo di Alicarnasso!
- Se poi guardi ancora più avanti, potresti ritrovarti in un regime peggiore di quello dei Trenta Tiranni, che il valoroso Trasibulo ha rovesciato qualche anno fa, come ben ricorderai.
- Non ci sarà più spazio per regimi tirannici, in un futuro di epicurei e scettici. È la religione la causa di ogni male, come scriverà in versi mirabili il mio caro Lucrezio.
- Veramente Lucrezio parlava della religione pagana, quella che faceva sacrifici umani agli dei; non immaginava di certo cosa sarebbe successo quando l'uomo si fosse sostituito a Dio nel governare la terra: il sacrificio di Ifigenia si sarebbe moltiplicato per milioni di volte! Tu invece questi orrori li vedrai con i tuoi occhi, uomo di Alicarnasso, e non so come potrai giustificarli.
- Non mi vorrai attribuire qualche colpa...
- Ma quando mai! Tu sei un uomo pacifico, e le tue guerre sono solo verbali. Non ami la Chiesa, questo è vero, ma non manderesti (forse) alla ghigliottina nessuno.
-Neanche tu, amico di Platone, sei un uomo di guerra. Le tue battaglie sono soprattutto contro gli errori di grammatica (che il tuo futuro discepolo Agostino considererà più gravi di un peccato mortale) e contro qualche miscredente, che non metteresti (forse) al rogo, ma magari alla berlina.
-Ti saluto, uomo di Alicarnasso!
- Salute a te, amico di Platone!
PS. Absit iniuria verbis.
Molto interessante! Se fossi ancora a scuola (cosa che ho fatto) e insegnassi filosofia (cosa che non ho fatto), userei questo tuo testo, seguito da qualche domanda, come esercitazione per gli studenti perchè ne ricavassero alcuni aspetti del pensiero dei filosofi citati. Sarebbe divertente....o no???
RispondiEliminaUn abbraccio!!!
Come no?! Quando insegnavo filosofia e avevamo fatto Platone con i suoi dialoghi più importanti, come interrogazione chiamavo due o tre studenti o più (secondo le esigenze del dialogo) e facevo recitare loro (non proprio a mente, ma nei concetti essenziali) la parte degli interlocutori. Era uno spettacolo! Del resto i dialoghi di Platone sono un'opera drammatica vera e propria.
EliminaE quando avevo finito Aristotele (due mesi di studio), allo studente che si presentava spontaneamente su tutto il filosofo, davo come voto 10. Ovviamente se lo sapeva nelle sue linee essenziali (logica, metafisica, etica, politica, estetica).
Ogni anno ce n'era sempre qualcuno che si cimentava nell'impresa, con il 10 assicurato (alle superiori...).
Anche quello era uno spettacolo, te lo assicuro ;-)
Un grande abbraccio, carissima collega Annamaria :-)
PS. Questo "dialogo" si origina da uno scambio di idee che ho avuto alcune volte con un utente (nick Alicarnasso) nel nuovo sito di Oknotizie, che ho ripreso a frequentare un po', dopo la chiusura del precedente sito, da cui mi ero allontanato per motivi personali alcuni anni fa. Questo nuovo Oknotizie (Ex-Oknotizie, sub Reddit) è agli inizi, ma sembra abbastanza interessante. Così mi auguro.
Ciao :-)
Questo metodo mi fa venire in mente anche le "controversie" e le "suasorie"....
EliminaDevi essere stato un insegnante fantastico a dir poco!!!!
Devo dire che a scuola mi sono trovato bene. Mi sono "divertito" e mi pagavano anche... :)
EliminaNon avrai insegnato filosofia, ma conosci la letteratura classica, mia cara ;-) Non sono curioso, per cui non ti domando cosa hai insegnato.
Sì, un po' lo spirito delle controversie e delle suasorie; ed anche quello delle quaestiones disputatae e quodlibetanes.
Grazie per l'apprezzamento e per le tue troppo benevole parole.
Un grande abbraccio :-)
Ho insegnato a lungo in un istituto tecnico agrario: italiano e storia nel biennio e, negli ultimi anni, italiano anche nel triennio. Tutto qui!
EliminaCiaoooo!!!
Si sente la formazione letteraria ;-) e l'amore per la natura, anche negli aspetti più "segreti" per noi profani..;-)
EliminaGrazie, carissima Annamaria, di queste tue notizie personali, e un grande abbraccio tra colleghi :-))
Grazie a te!!! Ricambio l'abbraccio!!!
Elimina