Un po’ di musica nella festa degli innamorati ci vuole. Se
no, che festa è, eh?
Ho pensato così a una delle più belle romanze del patrimonio lirico: lo struggente canto di Nadir, “Je crois entendre encore”, tratto dall’opera “I pescatori di perle” (1863), di Georges Bizet.
Nadir si sta innamorando di Leila e gli sorge spontanea dal cuore questa affascinante melodia.
È conosciuta anche nella libera traduzione italiana: “Mi par d’udire ancora”.
Propongo la romanza di Nadir nella stupenda performance di Placido Domingo, il quale esegue il canto in una tonalità più alta dell’originale, giungendo nell’acuto fino al re bemolle sopra il rigo.
Un vero regalo per tutte le ascoltatrici (e gli ascoltatori). Non è da tutti superare il do.
Buon S. Valentino!
Je crois entendre encore
Je crois entendre encore, caché sous les palmiers,
sa voix tendre et sonore comme un chant de ramiers.
Ô nuit enchanteresse ! Divin ravissement !
Ô souvenir charmant ! Folle ivresse ! Doux rêve !
sa voix tendre et sonore comme un chant de ramiers.
Ô nuit enchanteresse ! Divin ravissement !
Ô souvenir charmant ! Folle ivresse ! Doux rêve !
Aux clartés des étoiles, je crois encore la voir
entr'ouvrir ses longs voiles aux vents tièdes du soir.
Ô nuit enchanteresse, divin ravissement,
Ô souvenir charmant ! Folle ivresse ! Doux rêve !
Charmant souvenir ! Charmant souvenir !
Mi sembra di sentire ancora, nascosta sotto le palme,
la sua tenera e musicale voce, come un canto di colombe
selvatiche.
Oh notte incantevole, divino rapimento,
oh incantevole ricordo! folle ebbrezza! dolce sogno!
Alla luce delle stelle, mi sembra di vederla ancora
socchiudere i suoi lunghi veli ai tiepidi venti della sera.
Oh notte incantevole! divino rapimento!
Oh incantevole ricordo! folle ebbrezza! dolce sogno!
Incantevole ricordo! incantevole ricordo!
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