Mio padre amava la musica lirica. Aveva una certa cultura e conosceva
le arie più note dell’opera, nonché dell’operetta.
A questo riguardo, voglio ricordare un piccolo episodio.
Quando sentiva cantare la canzone “Abat-jour”, che negli
anni 60 era trasmessa frequentemente dalla radio e dalla tv (la cantavano
tra gli altri Aurelio Fierro, Nicola Arigliano, Achille Togliani, Milva e
soprattutto Henry Wright) mio padre esclamava: “Senti, l’aria di Madama di Tebe”.
Io non capivo. Anzitutto perché non conoscevo quest’operetta,
e poi perché pensavo che si trattasse di
una canzone anni 50-60. Era ben nota la scena del film “Ieri-Oggi-Domani” del
1963 con Mastroianni e la Loren “spogliarellista” al suono del disco di Henry Wright
(del 1962).
Oggi le clip di YouTube ci permettono di ampliare ad abundantiam le nostre conoscenze
musicali. E così, navigando qua e là, mi sono imbattuto per caso nell’operetta
Madama di Tebe. Subito ho pensato a mio padre, e così mi sono messo ad
ascoltare i video musicali della stessa.
Nessuna traccia di un’aria che
vagamente si potesse ricollegare ad Abat-jour.
Ma mi sembrava impossibile che mio padre avesse potuto
scambiare una canzone moderna con un’aria ascoltata in gioventù.
Così ho cercato ancora, e finalmente
ho trovato. L’aria in effetti non è in Madama di Tebe.
Si tratta invece di “Salomè”, un’aria
composta nel 1920 dall’austriaco Robert Stolz, autore di operette e
musiche di successo. Le parole, in tedesco, sono di Arthur Rebner.
Dello stesso anno (1920) è la cover italiana, con tutt’altro titolo
e argomento, quello che tutti conosciamo: Abat-jour.
Mio padre aveva allora 18 anni.
Caro babbo, ti sbagliavi nel titolo dell’operetta; ma avevi
ragione nel punto fondamentale: quell’aria affascinante l’avevi già ascoltata
nella tua giovinezza.
E ora che ho capito, te la dedico.
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