L’Epifania è la "manifestazione" di Gesù come Salvatore del mondo, rappresentato dai Re Magi.
La gioia epifanica è la gioia di tutte le genti e di tutti i popoli.
Nessuno fino a Gesù aveva osato parlare dell’unità del genere umano; neanche lo aveva immaginato.
In compenso perfino i più grandi pensatori e filosofi avevano diviso l’umanità con ogni genere di discriminazione: liberi e schiavi, civili e barbari, razze superiori e razze inferiori, popoli eletti e popoli reprobi, caste sociali invalicabili, e via sezionando.
Il messaggio cristiano spezza ogni barriera politica e sociale:
“Non c’è più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, ma tutti siete uno in Cristo Gesù” (Paolo ai Galati, 3, 28).
Tutto ciò che è avvenuto dopo la “rivoluzione cristiana” non è altro che una ripresa di questo “lieto annuncio”, magari con qualche retromarcia e tragici sbandamenti storici.
Ci prepariamo alla festosa venuta dei Re Magi con una esaltante musica di danza: il “Grand Galop Chromatique” (1838) di Ferenc (Franz) Liszt.
I Re Magi, secondo la tradizione, giunsero con cammelli e dromedari, e non certo al galoppo.
Ma noi li accogliamo con una danza sfrenata.
Si tratta della “liberazione” del genere umano dalla schiavitù dei vari razzismi, ancora duri a morire.
Se non ora, quando si deve saltare dalla gioia?
Al pianoforte, l’insuperabile interprete dell’impossibile Liszt, György Cziffra.
Quello che è stato detto per il binomio Bach-Gould, si può dire per Liszt-Cziffra: Cziffra non esegue Liszt, ma è Liszt.
E per favore: qualcuno non venga a raccontarci che Liszt è solo virtuosismo.
Altrimenti, direbbero Bud Spencer e Terence Hill, ci arrabbiamo...
Buona Epifania in arrivo!
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