È il momento della grande lirica.
Molti riscoprono il fascino del "bel canto" e dell'opera, che ha avuto nei musicisti italiani i più grandi compositori.
Non starò a farne l'elenco, perché bisognerebbe cominciare dal secolo XVI, visto che il melodramma è nato proprio in Italia, a Firenze, con la Camerata dei Bardi.
Ma l'Italia non ha avuto solo i più grandi compositori; l'Italia può vantare anche i più grandi interpreti, specialmente maschili; soprattutto tenori.
Oggi, 6 settembre, ricordiamo il grande Luciano Pavarotti nel 3° anniversario della sua scomparsa (6 settembre 2007).
E lo voglio ricordare quasi all'inizio della sua avventura musicale.
Nel 1966 il maestro per eccellenza di allora, H. Von Karajan, lo volle alla Scala di Milano come interprete della Bohème di Puccini.
Dopo il grande successo di questo giovane tenore, Von Karajan lo chiamò ancora l'anno seguente alla Scala per la Messa di Requiem di Verdi. Era la commemorazione di Arturo Toscanini.
Di quella straordinaria esecuzione propongo l'aria di tenore del Dies Irae, il ben noto "Ingemisco".
Nel 1967 Pavarotti la cantò per commemorare Toscanini. Oggi la sua voce stupenda ricorda a tutti noi chi era big Luciano; e le parole che egli canta sono un'accorata e pressante invocazione a Dio, affinché non lo cacci tra i reprobi, ma lo accolga tra gli eletti.
Dio ha perdonato al ladrone e a Maria Maddalena.
Non può lasciare fuori dal Paradiso una voce così bella, che implora di essere accolta con una scala di note finali che giungono al Si bemolle acuto, tenuto a piena voce...
No, non può.
Ingemisco
Ingemisco, tamquam reus,
culpa rubet vultus meus
supplicanti parce, Deus.
Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.
Preces meae non sunt dignae,
sed tu bonus fac benigne,
ne perenni cremer igne.
Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.
Ingemisco, tamquam reus,
culpa rubet vultus meus
supplicanti parce, Deus.
Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.
Preces meae non sunt dignae,
sed tu bonus fac benigne,
ne perenni cremer igne.
Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.
Comincio a gemere come un colpevole,
per la colpa si arrossa il mio volto;
perdona chi ti supplica, o Dio.
Tu che hai perdonato Maria [Maddalena]
tu che hai accolto il buon ladrone,
anche a me hai dato speranza.
Le mie preghiere non sono degne;
ma tu, buon Dio, benignamente
fa' che io non bruci nel fuoco eterno.
Dammi un posto fra le pecorelle,
e tienimi lontano dai capri,
ponendomi alla tua destra.
Voce eccezionale...
RispondiEliminaSono già passati tre anni?
La vita è proprio un lampo, amicus.
Sì, una voce straordinaria :-)
RispondiEliminaL'ultimo grande tenore del XX secolo.
Nel nuovo secolo buone voci, ma nessun big... per ora.
'Notte, carissima Stella :-)