Qualunque interpretazione si voglia dare dell’album "La Buona Novella" (1970) di Fabrizio De André, una cosa è certa. L’album rivela il forte senso religioso di Faber, il suo amore verso la figura di Cristo, di Maria e di tutto il messaggio evangelico.
Un messaggio di pace, di perdono, di fratellanza; il messaggio di Cristo rende l’uomo più umano.
Nel Festa della S. Croce mi piace riascoltare "Maria nella bottega del falegname"; quando l'ascoltammo la prima volta ci stupì profondamente.
Sentire da De André un canto sulla passione di Cristo, sulla sua Croce, vista con gli occhi di Maria, ci riempì di commozione.
Allora, come oggi.
Maria nella bottega del falegname
[Maria]
"Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?
Costruisci le stampelle
per chi in guerra andò?
Dalla Nubia sulle mani
a casa ritornò?"
[Il falegname]
"Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare".
[La gente]
"Alle tempie addormentate
di questa città
pulsa il cuore di un martello,
quando smetterà?
Falegname, su quel legno,
quanti corpi ormai,
quanto ancora con la pialla
lo assottiglierai?"
[Maria]
"Alle piaghe, alle ferite
che sul legno fai,
falegname su quei tagli
manca il sangue, ormai,
perché spieghino da soli,
con le loro voci,
quali volti sbiancheranno
sopra le tue croci".
[Il falegname]
"Questi ceppi che han portato
perché il mio sudore
li trasformi nell'immagine
di tre dolori,
vedran lacrime di Dimaco
e di Tito al ciglio,
il più grande che tu guardi
abbraccerà tuo figlio".
[La gente]
"Dalla strada alla montagna
sale il tuo den den
ogni valle di Giordania
impara il tuo fren fren;
qualche gruppo di dolore
muove il passo inquieto,
altri aspettan di far bere
a quelle seti aceto".
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