Raramente la musica di Richard Wagner (1813-1883) esprime sentimenti di gioia piena e serena visione della vita.
Nell’opera “I Maestri Cantori di Norimberga” invece egli abbandona i temi drammatici e si lascia vincere dal fascino di una vicenda quasi giocosa e talora grottesca: sarà una gara canora tra Meistersinger (i “maestri cantori” medievali, per lo più di ceto popolare) a decidere del destino matrimoniale di due giovani innamorati.
Affascinante la figura di Hans Sachs, il maestro cantore-ciabattino, protagonista dell’opera, personaggio realmente esistito, celebre poeta e Meistersinger (1494-1576).
Sarà per suo merito che Walther, con un canto meraviglioso, potrà vincere la gara contro il rivale “Marcatore” e sposare l’amata Eva.
È l’unica commedia di Wagner, e venne concepita, secondo quanto egli stesso ha scritto, durante un viaggio a Venezia nel 1861. In particolare lo ispirò il quadro dell’Assunzione della Vergine, capolavoro del Tiziano.
Capolavoro chiama capolavoro. “I Maestri Cantori di Norimberga”, terminati nel 1868, sono un’opera affascinante, di una freschezza tutta veneziana. E a Venezia Wagner chiuse la sua esistenza.
Noi postiamo la celebre Ouverture.
Ma chi ha l’orecchio fine non potrà non associarla ad un’altra celeberrima Ouverture, e cioè “La gazza ladra” di Gioacchino Rossini, del 1817.
Non si tratta di un plagio; ma questa volta il grande Wagner, per scrivere una musica solare, non ha potuto fare a meno di ispirarsi al più solare dei compositori d’opera, e cioè l’italiano Rossini.
È noto che Nietzsche ebbe una profonda ammirazione per la musica di Wagner, fino alla composizione del Parsifal (1882). Dopo quest’opera, che egli considerava decisamente “cristiana”, volse le spalle a Wagner e salutò come perfetta la musica mediterranea di Rossini (e di Bizet).
Forse Nietzsche, a parte la polemica religiosa con Wagner, non aveva presente “I maestri cantori di Norimberga”.
Proponiamo perciò anche il confronto tra le due Ouvertures, con il link a "La gazza ladra":
Grande musica!
Buon ascolto, dunque.
Gira e rigira siamo sempre in Sicilia, causa della rottura con Nietzsche, da piccolo mi affascinava vedere gli spartiti e lo sgabello di Wagner ;)
RispondiEliminaÈ vero! Il Parsifal, iniziato nella costa amalfitana, venne concluso nel soggiorno palermitano di Wagner; e in Sicilia si consumò definitivamente il distacco con Nietzsche.
RispondiEliminaGrazie per questa puntuale precisazione!
E dove hai visto, Gero, lo sgabello e gli spartiti di Wagner? a Palermo?
Sì sì a Palermo, si trovano nelle sale vicino alla hall del grande hotel delle palme (adesso si chiama nello stesso modo ma in francese).
RispondiEliminaDa piccolo quando andavo a Palermo con mio padre ci facevamo sempre una passeggiata, i 2 punti fissi erano il bar Mazzara per il dolce, dove Tomasi di Lampedusa scrisse il Gattopardo (ancora oggi il tavolo dove si sedeva è *sempre libero* come lo sgabello del Floridita a Cuba sul quale sedeva abitualmente Hemingway) e l'hotel delle palme per il caffè ma io prendevo la granulosa al limone.
Il grande hotel delle palme è prestigioso come il florian di Venezia.
Non ho trovato immagini interne dell'hotel nemmeno nel sito ufficiale ma ho trovato un articolo su repubblica palermo:
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-laristocrazia-si-scopri-devota-al-maestro/1420804
Musica per le mie orecchie, queste precisazioni e questi aneddoti così dettagliati e di prima mano ;-))
RispondiEliminaGrazie, anche per il link, molto opportuno ;-)