Voglio dedicare questo post a tanti amici atei e laicisti, che attaccano la Chiesa Cattolica per i suoi crimini veri o presunti e che ricordano ad ogni piè sospinto Giordano Bruno e Galileo.
Si tratta dell’opera di Francis Poulenc “Les Dialogues des Carmélites” (I Dialoghi delle Carmelitane) (1956), dall’omonimo dramma di Georges Bernanos.
La vicenda narrata è un fatto storico. Al tempo della Rivoluzione francese le 16 suore del Monastero Carmelitano di Compiègne, protagoniste della vicenda, vennero a forza esclaustrate dai rivoluzionari e infine condannate a morte per la loro pertinace volontà di rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa, il 17/07/1794.
Solo una, Blanche, per timore della ghigliottina, si separò da loro.
Quando però le vide salire il patibolo cantando il "Veni Creator Spiritus" (nell’opera di Poulenc, la “Salve Regina”), uscì dalla folla che assisteva all’esecuzione e si unì alle altre, terminando lei l’inno allo Spirito Santo, prima di essere decapitata.
Le 16 monache carmelitane sono state beatificate da S. Pio X nel 1906.
Il dramma di Bernanos è un capolavoro; e solo un genio della vocalità come Poulenc poteva rendere giustizia con la musica ad un testo così mirabile.
Per quanto riguarda la scena finale postata, credo che raramente sia dato vedere e sentire in teatro tanta drammatica commozione con sì pochi mezzi. La ghigliottina viene resa con un lugubre e violento sibilo.
Agli amici laicisti e atei ricordo che fece più vittime la Rivoluzione francese in pochi anni, che cinque secoli di Inquisizione.
Rotolarono teste celebri, come quella del poeta Andrea Chénier e quella del più grande scienziato del tempo, il padre della chimica moderna, Antoine Lavoisier. “La Rivoluzione non ha bisogno di scienziati”, disse il giudice che lo condannò.
Fu abolita perfino l’Académie Française, orgoglio e vanto della Francia fin dal tempo del Re Sole.
La storia va conosciuta bene, perché sia veramente “maestra di vita” per tutti.
Si tratta dell’opera di Francis Poulenc “Les Dialogues des Carmélites” (I Dialoghi delle Carmelitane) (1956), dall’omonimo dramma di Georges Bernanos.
La vicenda narrata è un fatto storico. Al tempo della Rivoluzione francese le 16 suore del Monastero Carmelitano di Compiègne, protagoniste della vicenda, vennero a forza esclaustrate dai rivoluzionari e infine condannate a morte per la loro pertinace volontà di rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa, il 17/07/1794.
Solo una, Blanche, per timore della ghigliottina, si separò da loro.
Quando però le vide salire il patibolo cantando il "Veni Creator Spiritus" (nell’opera di Poulenc, la “Salve Regina”), uscì dalla folla che assisteva all’esecuzione e si unì alle altre, terminando lei l’inno allo Spirito Santo, prima di essere decapitata.
Le 16 monache carmelitane sono state beatificate da S. Pio X nel 1906.
Il dramma di Bernanos è un capolavoro; e solo un genio della vocalità come Poulenc poteva rendere giustizia con la musica ad un testo così mirabile.
Per quanto riguarda la scena finale postata, credo che raramente sia dato vedere e sentire in teatro tanta drammatica commozione con sì pochi mezzi. La ghigliottina viene resa con un lugubre e violento sibilo.
Agli amici laicisti e atei ricordo che fece più vittime la Rivoluzione francese in pochi anni, che cinque secoli di Inquisizione.
Rotolarono teste celebri, come quella del poeta Andrea Chénier e quella del più grande scienziato del tempo, il padre della chimica moderna, Antoine Lavoisier. “La Rivoluzione non ha bisogno di scienziati”, disse il giudice che lo condannò.
Fu abolita perfino l’Académie Française, orgoglio e vanto della Francia fin dal tempo del Re Sole.
La storia va conosciuta bene, perché sia veramente “maestra di vita” per tutti.
Ho trovato questo post così bello e toccante che vorrei ripubblicarlo sul mio blog.
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto conoscere quest'opera.
Mi fa piacere, caro Hayal'el, che ti sia stato di aiuto nello scoprire quest'opera di Poulenc, davvero stupenda, e che tu l'abbia riportata nel tuo sito :-)))
RispondiEliminaC'è anche nella stessa opera, una meravigliosa "Ave Maria".
Grazie per le parole sul post :-)
Ciao!