Non posso lasciar passare la Festa dell'Annunciazione senza un pensiero alla Madre di Dio.
Il significato dell'Annunciazione si capisce immediatamente se si fa una semplice annotazione di calendario. Il 25 Marzo precede di nove mesi il 25 Dicembre; nell'Annunciazione si festeggia perciò l'Incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, cioè il suo concepimento nel grembo della Vergine Maria.
Questo ci fa anche capire come la Chiesa consideri il concepimento: l'inizio della vita umana.
Infinite sono le rappresentazioni dell'Annuciazione, in ogni settore delle arti: pittura, scultura, musica, poesia...
Quelle del Beato Angelico sono certamente le più celebri, in S. Marco a Firenze, a S. Giovanni Valdarno, a Cortona.
Ma a me piace in modo particolare l'Annunciazione in terracotta invetriata di Andrea della Robbia (1438 ca), che si trova nel Santuario francescano della Verna (Arezzo).
Colpisce la sua essenzialità, la sua immediata comprensione, la sua forza espressiva: il gioioso e trepido annuncio dell'Arcangelo Gabriele, l'umile e pensoso assenso della Beata Vergine Maria.
Il bellissimo vaso di gigli che separa le due figure, in realtà le mette in risalto e le unisce in un'unica splendida composizione, dove sono delicatamente accennate le immagini del Padre e dello Spirito Santo, in forma di colomba.
Si può commentare questa meravigliosa robbiana con le parole di un altro sommo fiorentino:
Giurato si saria ch'el dicesse "Ave!";
perché iv' era imaginata quella
ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave;
e avea in atto impressa esta favella:
"Ecce ancilla Dei", propriamente
come figura in cera si suggella. (Purg. X, 40-45)
Non con la cera, ma con un materiale ancor più umile come la terracotta, Andrea della Robbia ci ha lasciato un capolavoro più splendente del marmo.
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