Tra gli strumenti a fiato spicca per la sua forma vistosa, per la sua voce nasale che nel basso diventa un po’ grottesca, e per il suo nome, il fagotto.
Il nome sembra derivare proprio dalla sua forma curiosa: un lungo tubo di legno (circa 2 metri e mezzo) ravvolto alla bell' e meglio come un “fagotto”.
La voce è tipica di un’ancia doppia, come quella dell’oboe, ma nella sezione del basso.
È uno strumento assai duttile musicalmente, poiché ha un’estensione molto ampia di suoni, tre ottave e mezzo, che vanno da quelli gravi a quelli medi.
Altrettanto vario è il timbro di voce, che passa da quello fortemente nasale nelle note più alte, a quello solenne, pomposo e infine grottesco nelle note più gravi.
Dalla musica barocca in poi il fagotto costituisce uno strumento fondamentale dell’orchestra, necessario per dare profondità e mordente agli strumenti a fiato e a tutto l’insieme sonoro.
Ma per le sue caratteristiche è usato anche come strumento solista.
In particolare, Antonio Vivaldi gli ha dedicato ben 39 concerti.
Per conoscere questo simpatico e curioso strumento, così importante nell’economia di un’orchestra, presentiamo proprio di Vivaldi il suggestivo Concerto in Mi minore per fagotto, archi e continuo (RV 484), I Movimento, “Allegro poco”.
All'inizio del dicembre, niente di meglio che ascoltare la gioiosa musica di Vivaldi, magari suonata col fagotto.
Apprezzabili le doti del giovane fagottista.
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