Venerdì Santo. La morte di Dio.
Ma il mondo sembra quasi non accorgersene. In realtà molti
lo hanno già fatto fuori dalla loro vita.
Eppure senza di Lui non è possibile vivere. Non ha senso la
nostra esistenza.
Tutto si riduce ad una ripetizione meccanica di gesti,
oppure ad una affannosa ricerca di felicità che ci sfugge tra le dita come
granelli di sabbia.
O peggio, alla perdita di ogni valore, al vuoto esistenziale,
ai gesti più insensati, fino all’autodistruzione.
La morte di Dio sulla Croce, paradossalmente, è l’inizio
della nostra speranza.
Quella morte dà un significato nuovo alla nostra vita,
alle sue sconfitte, alle sue fragilità, alla sua disperazione.
La morte di Dio non è la fine di tutto, ma il principio di
una vita nuova. La vita del Risorto.
La Croce di Cristo apre il passaggio alla Risurrezione, alla
Pasqua.
L’esistenza umana non è un “essere per la morte” come diceva
Heidegger, ma una vita da risorti.
Dio è morto, ma non come pensava Nietzsche, nel suo
nichilismo.
Dio è morto. Ma il terzo giorno risorge!
La contemplazione del mistero doloroso di Cristo morente diventa
più intensa e commovente se vista con
gli occhi della Madre, Maria Santissima.
Lo Stabat Mater è un mirabile componimento di Jacopone da
Todi, di poesia e di fede.
I grandi musicisti lo hanno poi arricchito con le loro note. Su
tutti Giovanni Battista Pergolesi (1736). In epoca moderna, Zoltan Kodaly.
Ma oggi desidero ascoltare lo Stabat Mater di Antonio
Vivaldi (1712). La sua musica geniale, anche se affronta temi drammatici, non è mai “deprimente”.
Nella passione di Cristo e nel dolore della Madre egli non perde
di vista il valore di tanta sofferenza: per la nostra salvezza tutto questo è
accaduto.
Propongo perciò le strofe centrali.
Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis,
et flagellis subditum.
Vidit suum dulcem Natum
moriendo desolatum,
dum emisit spiritum.
Eja, Mater, fons amoris
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
vidit Jesum in tormentis,
et flagellis subditum.
Vidit suum dulcem Natum
moriendo desolatum,
dum emisit spiritum.
Eja, Mater, fons amoris
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
Per i peccati della sua gente
vide Gesù nei tormenti
e sottoposto ai flagelli
Vide il suo dolce Figlio
morire desolato
mentre emise lo spirito.
Orsù, Madre, fonte di amore,
fammi provare la forza del dolore
affinché possa piangere con te.
Caro Gesù, perdona anche noi che non sappiamo quel che facciamo ...
RispondiEliminaTi auguro una Santa Pasqua con un abbraccio, caro Antonio.
Buona Pasqua anche a te, carissima Gianna :-)
EliminaCon un abbraccio :-)
E' proprio vero, Antonio, ciò che scrivi: la musica di Vivaldi non è mai deprimente, anche se il tema è tragico. Non conoscevo qusto brano in particolare e lo sto apprezzando grazie a te!
RispondiEliminaE condivido anche tutto ciò che hai scritto...
Grazie e un abbraccio!!!
I tempi sono davvero drammatici. La passione di Cristo continua nei tanti martiri del nostro tempo, come quei 147 giovani studenti in Kenya, uccisi due giorni fa per la loro fede cristiana.
EliminaCi vuole davvero la forza dello Spirito di Dio per riuscire a superare questi orrori e non perdere la speranza in un mondo più umano.
Anche la luminosa musica di Vivaldi ci può aiutare.
Un grande abbraccio, carissima Annamaria, e Buona Pasqua! :-)
Che la musica ci aiuti a guardare in alto!
RispondiEliminaBuona Pasqua di tutto cuore!
grazie
luisa
Oltre agli orrori jihadisti nei confronti delle persone, fa impressione la barbarie degli stessi sulle mirabili opere artistiche e religiose che antichi popoli hanno realizzato e che hanno segnato il cammino della civiltà umana; pensiamo a Ninive, Nimrud, e ora anche Hatra, devastate dal fanatismo iconoclasta.
EliminaCarissima Luisa, dove manca lo spirito di sapienza, non siamo più di fronte ad uomini, ma ad essere bruti.
La musica di Vivaldi, come la sua radiosa città e tutto ciò che il genio umano è riuscito a costruire, è immagine di quella sublime Bellezza che salverà il mondo. Nonostante tutto ;-)
Buona Pasqua!
Auguri AmicusPlato.
RispondiEliminaDal profondo Nord-Est
Mastatus
Mi mancavano i tuoi auguri e i tuoi commenti, mio caro Mstatus..
EliminaMi domandavano dove eri (M)stato, in tutto questo tempo di "latitanza", ma ho visto che hai costruito un'intero network (scherzo!). Complimenti comunque per i tuoi nuovi blog, che non mancherò di visitare, qui dalla Tuscia Annonaria.
Intanto, Auguri anche a te, di cuore :-))
Mandi!
Ritorno per augurarti Buona Pasqua, caro Antonio!!!
RispondiEliminaUn abbraccio!!!
Buona Pasqua anche a te, Annamaria carissima; anzi, Buona Settimana di Pasqua :-))
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