Doveroso un gran lutto, per la morte di centinaia di naufraghi nel Mediterraneo, sabato notte.
Insieme al pianto, l’indignazione nei confronti dell’Unione
Europea che sta lasciando sola l’Italia a
gestire un’impressionante migrazione di popoli nel suo ormai saturo territorio.
Questo continuo flusso umano nel Canale di Sicilia deve
essere comunque fermato, sia per l’impossibilità di ospitare tutti gli esuli
dell’Africa e dell’Asia, sia per stroncare il traffico di esseri umani dei
nuovi schiavisti e dei loro associati (anche italiani, a quanto pare!) che lucrano
sulla pelle degli esuli, sia per evitare pericoli di vario genere, non ultimo
il terrorismo e l’estremismo islamico; non dimentichiamo che quattro giorni fa
12 cristiani sono stati gettati in mare per
motivi religiosi ad opera dei loro “compagni di viaggio” musulmani...
Ma come fermare questo flusso? Ovviamente, prima della
partenza dalla Libia e dalle coste africane, (ci sono varie proposte al
riguardo), e comunque con il pattugliamento dei porti da dove si muovono i
barconi, come suggerisce anche l’ONU, e come estrema ratio con i respingimenti.
Ora è il momento del dolore. Ma con gli occhi lucidi di
pianto dobbiamo pure guardare verso il futuro.
Che non può essere l’invasione dell’Italia.
Ma il governo pensa alle poltrone (vedi legge elettorale),
la Boldrini alla sua personale riforma della grammatica e della storia dell’arte,
e l’Unione Europea, contraria ai respingimenti, respinge alle sue varie frontiere
i profughi provenienti dall’Italia.
E qualcuno si meraviglia se gli italiani, brava gente, stanno perdendo
la pazienza...
Quanto dolore, Antonio...!
RispondiEliminaUn dolore immane per le povere vittime, e un non più rinviabile impegno
Eliminaeuropeo-africano per porre fine a questo inaccettabile assalto all'Italia.
Un grande abbraccio, carissima Gianna :-)
Davvero, Antonio, quanto dolore....e altrettanta indifferenza da parte di chi potrebbe almeno limitare i danni...
RispondiEliminaL'orrenda tragedia è arrivata nella prima pagina di tutti i giornali del mondo. Si tratta di un dolore che sconvolge tutti.
EliminaBisogna perciò porre fine a questi misfatti. Io ho semplicemente ricordato ciò che da più parti (senza distinzione di colore politico) viene detto in Italia.
E comunque non possiamo chiamarci ed essere Comunità Europea senza condividerne anche il peso.
Un affettuoso abbraccio, cara Annamaria :-)