Agosto è sinonimo di riposo, di rilassamento, di fiacca; il mese del “dolce
far niente”. Sole splendente, clima torrido, fuga verso i luoghi di villeggiatura.
Ma se confrontiamo i parametri suddetti con quello che
vediamo, dobbiamo modificare di molto questi concetti.
Più che bagni di sole abbiamo bagni di pioggia, e talora
bombe d’acqua che portano devastazione e fanno vittime.
Del clima è pressoché inutile parlare. In un giorno abbiamo
tutte le 4 stagioni, come la pizza.
I meteorologi navigano a vista (nel senso che anche loro scrutano
l’orizzonte dal finestrino) e si affidano a previsioni che fanno pensare al
gioco del lotto.
La gente non ha più voglia di incolonnarsi in autostrada, e
continua a ingorgare le strade cittadine come un mese qualunque.
Perfino i politici sono al lavoro in Parlamento. Usiamo qui il
termine “lavoro” nel senso più leggero possibile; ma di fatto, almeno un buon
numero sono chiusi là dentro. Cosa combinino, non è ancora chiaro. La politica
è più nebulosa di Andromeda.
Se poi allarghiamo lo sguardo oltre i confini italici, di caldo vediamo solo le zone di guerra: Libia, Ucraina, Iraq, Siria, Israele, Palestina... Razzi, missili, aerei che cadono, colonne di fumo che
si innalzano, città rase al suolo, e al sottosuolo.
Come si fa allora a postare uno dei soliti tormentoni musicali estivi, se l’estate
ancora non è arrivata e di tormentone c’è solo la situazione generale?
Voglio invece onorare le vittime delle guerre e dei disastrosi
fenomeni atmosferici di questi giorni con la drammatica e solenne “Pièce héroïque”, in Si minore,
di César Frank (1878).
All’organo di Notre-Dame di Parigi il grande Pierre Cochereau,
in una storica registrazione del 1958.
Nessun commento:
Posta un commento