lunedì 4 agosto 2014

Agosto, si fa per dire...




Agosto è sinonimo di riposo, di rilassamento, di fiacca; il mese del “dolce far niente”. Sole splendente, clima torrido, fuga verso i luoghi di villeggiatura.

Ma se confrontiamo i parametri suddetti con quello che vediamo, dobbiamo modificare di molto questi concetti.

Più che bagni di sole abbiamo bagni di pioggia, e talora bombe d’acqua che portano devastazione e fanno vittime.

Del clima è pressoché inutile parlare. In un giorno abbiamo tutte le  4 stagioni, come la pizza.

I meteorologi navigano a vista (nel senso che anche loro scrutano l’orizzonte dal finestrino) e si affidano a previsioni che fanno pensare al gioco del lotto.

La gente non ha più voglia di incolonnarsi in autostrada, e continua a ingorgare le strade cittadine come un mese qualunque.

Perfino i politici sono al lavoro in Parlamento. Usiamo qui il termine “lavoro” nel senso più leggero possibile; ma di fatto, almeno un buon numero sono chiusi là dentro. Cosa combinino, non è ancora chiaro. La politica è più nebulosa di Andromeda.

Se poi allarghiamo lo sguardo oltre i confini italici, di caldo vediamo solo le zone di guerra: Libia, Ucraina, Iraq, Siria, Israele, Palestina... Razzi, missili, aerei che cadono, colonne di fumo che si innalzano, città rase al suolo, e al sottosuolo.

Come si fa allora a postare uno dei soliti tormentoni musicali estivi, se l’estate ancora non è arrivata e di tormentone c’è solo la situazione generale?

Voglio invece onorare le vittime delle guerre e dei disastrosi fenomeni atmosferici di questi giorni con la drammatica e solenne “Pièce héroïque”, in Si minore, di César Frank (1878).


All’organo di Notre-Dame di Parigi il grande Pierre Cochereau, in una storica registrazione del 1958.


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