In questi giorni ci sono notizie tragiche che occupano le
prime pagine dei giornali e dei media.
Il Boeing 777 della Malaysia Airlines abbattuto in
territorio ucraino, con 298 vittime; l’ennesima ripresa della guerra tra
Israele e Palestina, con oltre 300 vittime finora; i numerosi profughi che
trovano la morte nel Mediterraneo su barconi strapieni diretti per lo più in
Italia...
Solo in taglio basso possiamo leggere, ma non in tutti i
giornali, che a Mossul (l’antica Ninive) in Iraq non ci sono più Cristiani dopo
2000 anni. Il territorio è in mano ai musulmani dell’Isis, cioè del nuovo “califfato”,
che hanno raso al suolo anche la sede del Patriarcato siro-cattolico.
I tolleranti seguaci di “Allah il misericordioso e di
Maometto suo profeta” hanno annunciato che passeranno per le armi i pochi
Cristiani rimasti se non si convertiranno all’islam (lettera piccola, per
favore!).
"Le ultime
notizie sono disastrose", dice alla Radio Vaticana il patriarca Younan.
"Noi con rammarico ripetiamo ciò che abbiamo sempre detto: non si deve
mischiare la religione con la politica - sottolinea -. Se ci sono inimicizie
tra sciiti, sunniti e non so chi altro, questo non deve essere assolutamente
una ragione per attaccare innocenti cristiani e altre minoranze a Mosul e
altrove". Noi con rammarico diciamo che il nostro arcivescovado a Mosul è
stato bruciato totalmente: manoscritti, biblioteca. E hanno già minacciato che,
se non si convertiranno all'islam, tutti i cristiani saranno ammazzati. E'
terribile! Questa è una vergogna per la comunità internazionale".
E così una gloriosa comunità Cristiana, risalente addirittura
al tempo degli Apostoli, viene cancellata da criminali islamisti, che intendono
conquistare il mondo e convertirlo all’islam (sempre lettera piccola, per carità!),
compresa Roma, come ha annunciato il nuovo califfo Abu Bakr, “urbi et orbi”.
A parte il proclama del califfo (!), la notizia della epurazione dei Cattolici di
Mossul è orrenda.
Si tocca il cuore di uno dei più grandi aspetti della realtà
umana: la libertà, di cui quella religiosa è la massima espressione.
In Iraq, prima della sciagurata guerra voluta dagli
americani, e profeticamente condannata da S. Giovanni Paolo II, c’erano 2
milioni di Cristiani che convivevano in pace. Oggi stanno scomparendo, per l’intolleranza
islamica. In Nigeria ogni giorno ci sono attentati contro persone e chiese Cristiane, per imporre la famigerata sharia. In Egitto, in Libia, in Tunisia, dopo
le “primavere” favorite dai soliti americani e da qualche cretino europeo (vedi
Sarkosy), i Cristiani sono perseguitati o addirittura scomparsi, i governi nel
caos, le fazioni in lotta. E i profughi vengono in Italia.
Sono solo pochi esempi. Ma dovunque i musulmani sono al
potere, per i Cristiani la vita è pressoché impossibile. Basti pensare ad Asia
Bibi (qualcuno se ne ricorda?), ancora in carcere per blasfemia in Pakistan, e
a Meriam Yehya Ibrahim, la donna sudanese condannata a morte per apostasia, e
ora liberata, perché ha la fortuna di avere un marito con passaporto americano.
I paladini laicisti della libertà alzano la voce solo contro
i Cristiani, anzi, contro i Cattolici, tanto sanno che il Cristiano, anzi, il Cattolico, prende gli schiaffi e porta a casa.
Quando si tratta di musulmani sono invece incredibilmente cauti.
Anzi, fanno finta di niente, anche se la donna è vista nell'islam come proprietà dell’uomo, anche se un cristiano o un laico vengono impiccati, se un’adultera o un omosessuale vengono
lapidati, e via dicendo.
Il fatto è che i musulmani menano. Ora hanno anche il califfo...
Il fatto è che i musulmani menano. Ora hanno anche il califfo...
Non saranno certo i laicisti, paladini a corrente alternata, a salvarci dalla
barbarie; ma gente seria come Shabaz Bahtti, Asia Bibi e Meriam Yehya, e l’innumerevole
schiera dei martiri e dei testimoni Cristiani di questa nostra epoca.
Contro la barbarie islamista e per i Cattolici di Mossul perseguitati e dispersi, alzo la mia voce indignata.
Vergogna!
Amicusplato
Nella foto: gli ultimi Cattolici di Mossul in fuga dalla loro città.
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