Negli ultimi 200 anni tante cose sono cambiate nel mondo, e ovviamente anche in quello della musica.
Altre invece sono ancora lì, intramontabili, bellissime, più
moderne che mai.
Come molte opere di Giuseppe Verdi (10 ottobre 18013 - 27 gennaio 1901).
Probabilmente i più non hanno oggi la pazienza di ascoltare una
sua opera per intero, a parte forse l’Aida all’Arena di Verona.
Ma è altrettanto difficile trovare qualcuno che non abbia
nelle orecchie almeno qualche brano di musica verdiana, e non solo il “Va’
pensiero”...
Non starò a fare il bilancio di quanto rimane della musica del
Cigno di Busseto. È un bilancio grandemente in attivo, e lo spread con il suo
rivale e coetaneo tedesco Wagner è quanto meno alla pari.
Verdi ha illuminato di drammatica bellezza musicale due secoli
interi.
Le più belle voci, maschili e femminili, si sono cimentate sulle sue note, dal basso profondo (il Mi grave del Grande Inquisitore nel Don Carlos) ai Do acuti (Manrico nel Trovatore, per tradizione; Gilda nel Rigoletto, e nel gorgheggio è previsto anche il Do diesis e il Re, e oltre; Aida in "O Patria mia", etc.).
Non solo voci, ma
grandissimi personaggi che hanno incantato le platee, le gallerie e i loggioni
dei teatri di tutto il mondo: Callas, Tebaldi, Caballé, Price, Sutherland, Bergonzi,
Del Monaco, Pavarotti, Domingo, Cappuccilli, Bruson, Ghiaurov..., senza parlare
di Tamagno, Caruso e Gigli.
Le più celebri "bacchette" hanno diretto i suoi spartiti; per citarne alcuni, Toscanini, De Sabata, Solti, Von Karajan, Claudio Abbado, Muti, con le più famose orchestre, da quella della Scala ai Berliner, dai Wiener alla London Symphony Orchestra, dall'Orchestre de Paris alla Chicago Symphony Orchestra...
Le più celebri "bacchette" hanno diretto i suoi spartiti; per citarne alcuni, Toscanini, De Sabata, Solti, Von Karajan, Claudio Abbado, Muti, con le più famose orchestre, da quella della Scala ai Berliner, dai Wiener alla London Symphony Orchestra, dall'Orchestre de Paris alla Chicago Symphony Orchestra...
L’elenco sarebbe sterminato. A me, per esempio, piace in
modo particolare l’interpretazione di Rigoletto del grande baritono Giuseppe Taddei. In “Cortigiani,
vil razza dannata”, quella parola “dannata” viene cantata come un ghigno (non previsto dalla partitura); un tocco geniale.
La nascita di un artista, anzi di un genio artistico come Verdi, non
può che essere una manifestazione dell’opera creatrice di Dio.
Mi piace perciò mettere sotto la protezione della Madre di
Dio e degli Angeli questo giorno memorabile.
Da “La forza del destino”, la bellissima preghiera “La Vergine degli Angeli”.
Da “La forza del destino”, la bellissima preghiera “La Vergine degli Angeli”.
La voce solista è quella inconfondibile e affascinante di
Leontyne Price.
Un pezzo sublime che mette brividi di emozione!
RispondiEliminaGrazie, Antonio!
Una vera perla musicale, fatta risplendere a dovere dalla mirabile voce della Price :-)
RispondiEliminaGrazie a te, carissima Annamaria, per l'apprezzamento ;-)