Alessandro Manzoni (1785-1873), il più grande prosatore italiano e grandissimo poeta, dopo aver abbandonato in gioventù il cattolicesimo ed aver aderito alla filosofia sensista e scettica dell’illuminismo francese, ritornò con un meditato cammino di conversione nel 1810 alla fede cattolica, che cambiò radicalmente la sua vita e determinò la sua arte.
Come primo segno concreto della sua conversione e della nuova ispirazione artistica sono i ben noti Inni Sacri, cinque composizioni poetiche per le principali festività dell’anno liturgico: La Risurrezione, Il nome di Maria, il Natale, La Passione, La Pentecoste.
Vennero composti tra il 1812 e il 1822.
Vogliamo riportare alcune strofe centrali de “Il Natale”, scritto nel 1813.
Bellissimo il richiamo al profeta Isaia: “Ecco ci è nato un Pargolo, ci fu largito un Figlio” (noi l’abbiamo postato due volte in musica!), e davvero mirabile nella sua semplicità la descrizione del mistero del Figlio di Dio posto "soavemente" nell’ “umil presepio”, adorato dalla Madre e dai “pastor devoti”.
Il Manzoni già in questo inno mostra la sua predilezione per gli umili e la sua presa di distanza dai potenti: “non de’ potenti volgesi alle vegliate porte, ma tra pastor devoti, al duro mondo ignoti”.
Sarà il tema dominante de I Promessi Sposi e di tutta la sua opera; ed è l’insegnamento del Vangelo, a partire proprio dal Natale.
In questo inno vedo anche un riferimento alla conversione del poeta. La fede in Cristo è stata per il Manzoni una rinascita a vita nuova: “all’uom la mano Ei porge, che si ravviva e sorge”.
Buon Natale a tutti, con le poetiche parole del Manzoni!
Il Natale (1813)
…
Ecco ci è nato un Pargolo,
ci fu largito un Figlio:
le avverse forze tremano
al mover del suo ciglio:
all' uom la mano Ei porge,
che si ravviva, e sorge
oltre l'antico onor.
La mira Madre in poveri
panni il Figliol compose,
e nell'umil presepio
soavemente il pose;
e l'adorò: beata!
innanzi al Dio prostrata,
che il puro sen le aprì.
L’Angel del cielo, agli uomini
nunzio di tanta sorte,
non de' potenti volgesi
alle vegliate porte;
ma tra i pastor devoti,
al duro mondo ignoti,
subito in luce appar.
Senza indugiar, cercarono
l'albergo poveretto
que' fortunati, e videro,
siccome a lor fu detto,
videro in panni avvolto,
in un presepe accolto,
vagire il Re del Ciel.
...
(Alessandro Manzoni)
Versi intensi di un Grande!
RispondiEliminaBuon Natale, Antonio!
L'idea di una poesia natalizia me l'hai data tu... ;-)
RispondiEliminaUn grande abbraccio e un bacio affettuoso :-))
Buon Natale, Gianna :-))
Buon Santo Natale.
RispondiEliminaGrazie sempre di tutte le bellissime riflessioni in musica.
ciaoo
luisa
Riposto il mio commento, perchè oggi sono un po' suonata dalla stanchezza...
RispondiEliminaGRAZIE non solo per il tuo commento al Manzoni, ma anche per tutto quello che ho imparato da te in questi primi 2 mesi da blogger.
Stavolta non ho scritto nulla sul mio post natalizio, solo gli auguri. Poi ho lasciato parlare la musica. Quale, lo sai già.
Un gioioso Buon Natale, Antonio!!!
Grazie a te, Luisa, degli auguri natalizi, e per l'apprezzamento che mostri per i miei post.
RispondiEliminaBuon Natale! :-))
Buon Natale anche a te, Annamaria :-))
RispondiEliminaSplendido il brano del Messia, nel punto che ricorda il Natale.
In più hai messo anche un codice miniato con il Puer natus gregoriano...
Cosa si vuole di più??
Grazie :-))
Antonio