Per celebrare la festa di S. Cecilia, patrona della musica (22 novembre), bisogna ascoltare una musica veramente bella, degna della patrona.
Propongo il Te Deum di Marc-Antoine Charpentier per due motivi.
Anzitutto perché è una musica molto bella, di quelle che, udite una volta, non si dimenticano più.
Il secondo motivo è per un chiarimento. Dopo le prime note, molti diranno: “Ma è la sigla dell’Eurovisione!” Infatti l’Eurovisione ha adottato questo Preludio del Te Deum di Charpentier per aprire e chiudere i suoi programmi. Un bel riconoscimento al valore del brano, e un perdonabile “furto” di musica sacra.
Nella liturgia cattolica, il Te Deum è un inno di ringraziamento a Dio per la riuscita di un’impresa importante. Questo venne eseguito la prima volta nel 1692 per celebrare una vittoria militare di Luigi XIV, il Re Sole.
Il brano postato è solo l’inizio, maestoso e barocco, del lungo componimento, che continua con le voci soliste, il coro, lo squillare delle trombe e il rullo dei tamburi, alternati a melodiosi suoni di flauti, oboi e archi.
Marc-Antoine Charpentier è uno dei massimi esponenti della musica barocca francese, uomo di grande cultura; non a caso aveva studiato presso i gesuiti a Roma. Intrattenne rapporti di amicizia con i grandi letterati del secolo d’oro francese: Molière, Racine, Corneille.
Il celebre Te Deum, in re maggiore, venne composto quando era insegnante di musica nel collegio dei gesuiti di S. Louis a Parigi.
A ben guardare, le radici cristiane dell’Europa si trovano anche nella sigla musicale dell’Eurovisione…
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