Oggi, 14 settembre, è la Festa della Santa Croce.
Strumento di morte e di ignominia per gli antichi, è
diventato il simbolo della nostra salvezza.
Anche di quelli che non ci credono e che perfino la
combattono.
Senza la Croce di Cristo il mondo sarebbe ancora nella mentalità
schiavista, bellicista, razzista, imperialista del mondo romano, che pure era
la più alta espressione della civiltà dei suoi tempi.
Anche oggi purtroppo ci sono di quelli che mettono in croce i
cristiani (nel senso vero e proprio del termine), o li uccidono in altri modi
non meno barbari, li torturano, li perseguitano, li vogliono cancellare dai
loro luoghi di origine, per imporre modelli di ideologie peggiori di quelli del
tempo romano.
Per questi carnefici c’è la condanna di Dio e della storia.
Ma la Croce di Cristo è vessillo di salvezza. Come dimostra
anche la fuga verso l’Europa di tanti disperati.
Quell’Europa che ha nel Cristianesimo le sue radici e che porta
in molte delle proprie bandiere nazionali il segno della Santa Croce.
Esprimo la mia gioia nella salvezza portata da Cristo, con un canto
di Taizé del grande Jacques Berthier: “Crucem tuam”.
Crucem tuam
adoramus Domine, Resurrectionem tuam laudamus Domine.
Laudamus et
glorificamus.
Resurrectionem tuam laudamus Domine.
Adoriamo, Signore, la tua Croce; lodiamo la tua Resurrezione.
Lodiamo e glorifichiamo.
Lodiamo, Signore, la tua Resurrezione.
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