Chi ha assistito oggi alla Messa celebrata da Papa Francesco
a L’Avana in Piazza della Rivoluzione davanti a mezzo milione di persone, non
ha potuto fare a meno di notare oltre alla figura del Papa anche quella- in
effigie - di Che Guevara.
Due figure a prima vista opposte. L’emblema della pace l’uno,
il simbolo della lotta armata il secondo; il testimone principale della fede cristiana,
il militante anticlericale e ateo.
Eppure tra i due ci sono molte cose che li accomunano.
Anzitutto la nazionalità: ambedue argentini.
Ambedue portatori di un forte messaggio di giustizia
sociale.
Ambedue in lotta con le vergognose sperequazioni economiche tra
chi possiede tutto e chi non possiede nulla.
Ambedue applauditi e accolti trionfalmente dal popolo
cubano.
Ma come è possibile tenere insieme l’immagine di Papa
Francesco e del Che nella “Plaza de la Revolution” de l’Avana castrista?
Forse perché il messaggio evangelico accomuna tutti e due,
consapevolmente o meno.
Così, caduto dopo oltre 50 anni il mito della giustizia violenta,
estranea al Cristo, è rimasto nel cuore del popolo cubano il cuore del
messaggio cristiano: la giustizia nella pace e nella fratellanza tra i popoli.
Una giustizia da ottenere senza le ingiustizie di una dittatura
militare e di un’ideologia totalitaria che non ha servito l’uomo, ma lo ha
oppresso.
Una giustizia ottenuta con ben altri mezzi, perché, come ha
detto il Papa, il popolo cubano “è un popolo che cammina, che canta e loda”.
E lo abbiamo visto e sentito.
Grande Papa Francesco!
Grande, Papa Francesco, giustissimo, carissimo amico mio.
RispondiEliminaAbbraccio infinito a te.
Sì, un grande Papa, che sta facendo uno straordinario lavoro di pacificazione nel continente americano, e sta dando una lezione a tutto il mondo ;-)
EliminaAbbraccio ricambiato, cara Gianna, e buona notte :-) Ma a quest'ora tu già dormi... ;-)