La Grecia è la patria della tragedia. Basterà ricordare i
sommi autori di questo genere letterario: Eschilo, Sofocle, Euripide.
La nascita della tragedia affascinava il pensiero di Nietzsche,
che proprio a questo argomento ha dedicato un’opera famosa (1872).
Nietzsche sosteneva che due sono gli aspetti che
caratterizzano l’essere umano: l’ apollineo, cioè l’amore per la perfezione, l’ordine e la misura
(Apollo era il dio della bellezza e della proporzione), e il dionisiaco, cioè l’orgiastico,
il pathos, il “disordine”, tutto ciò che è sregolato (Dioniso era il dio del
vino e della fantasia più sfrenata, nonché della musica).
Sembra impossibile far convivere contemporaneamente i due
aspetti; la prevalenza dell’uno o dell’altro determina quella disarmonia e
sproporzione che spesso caratterizza l’arte e la realtà umana. Ma, secondo
Nietzsche, c’è stato un momento in cui i due aspetti hanno trovato, “quasi per miracolo”, una sintesi perfetta; e ciò è accaduto in Grecia, nel periodo attico
(V secolo a. C.), proprio con la nascita della tragedia.
La tragedia attica infatti è al tempo stesso un’esplosione
di sentimenti e di comportamenti estremi, espressi in una mirabile bellezza e
armonia formale. Terribili contenuti compresi in un equilibrio espressivo che
non è stato mai più raggiunto nella storia umana.
Pensiamo, ad esempio, alle tragedie di Edipo Re e di
Antigone, capolavori di Sofocle, colui che più di ogni altro è riuscito in questa
mirabile conciliazione tra apollineo e dionisiaco.
Nietzsche conclude la sua riflessione guardando a Wagner e
all’opera tedesca come possibile rinascita dello spirito della tragedia attica.
Ma sappiamo che il Parsifal (1882) deluse le sue aspettative, perché l’opera
venne considerata troppo vicina allo spirito cristiano; e Nietzsche, come noto, non amava troppo il Cristianesimo...
La tragedia attuale che la Grecia sta vivendo è di ben altro
genere, e ben poco ha di apollineo e di dionisiaco. È comunque un segno della
grave disarmonia che esiste nella nostra Europa.
L’opera tedesca può fare molto per sanare questa situazione.
Non l’opera di Wagner, ovviamente, ma quella più prosaica della Merkel.
Nel video, il potente e fascinoso "Prologo" del "Crepuscolo degli dei" (1876) di Richard Wagner, con le voci di Birgit Nilsson per Brunilde e di Wolfgang Windgassen per Sigfrido. Dirige i Wiener Philharmoniker Georg Solti.
I massimi livelli dell'interpretazione di Wagner, come auspicio per una pronta rigenerazione della Grecia, che tanto ha dato alla nostra civiltà occidentale.
Ci vorrebbe un "genio" per rimettere a posto le cose e mi sembra che manchi proprio questo. Un genio visionario, capace di unire, un leader. Uno come papa Francesco che pur arrivando da un altro mondo,da una cultura diversa è capace di unire le varie coscienze e popoli...che Dio aiuti l'Europa.
RispondiEliminaEh sì, che Dio salvi l'Europa (non solo la regina...) ;-)
EliminaUn grande abbraccio :-)