mercoledì 10 giugno 2015

L'Europa che non mi piace





Questa Europa non mi piace più.

Consideravo l’Unione Europea un’utopia, poi  un’idea affascinante,  infine una realtà a portata di mano. Tutto questo tra gli anni ‘60 e il 2000.

Mi ricordo ancora i primi temi d’italiano sull’argomento, da liceale. Non sapevo quasi cosa scrivere, tanto mi sembrava impossibile l’eliminazione delle barriere tra francesi  e tedeschi, italiani e austriaci, nord e sud Europa. Non parliamo poi di est ed ovest.

Poi il '68 ha aperto nuovi orizzonti, grazie ai movimenti studenteschi, ai viaggi nelle varie nazioni, magari in tenda e in sacco a pelo, con il nostro broken English o un français comme ci comme ça, che comunque ci permetteva la sopravvivenza materiale, e qualche piacevole avventura.

La mia meraviglia nel constatare che mezza Europa parlava invece il tedesco; ho capito allora che l’impero asburgico in 500 anni aveva già fatto un notevole lavoro di sintesi...

Ma con l’inglese, e con i giovani, c’era sempre modo di intendersi. Do you speak English? Where do you come from? erano le due espressione più gettonate del periodo e permettevano di iniziare una qualche conversazione, tra errori (orrori) grammaticali e simpatici strafalcioni di pronuncia. Gli scandinavi e gli olandesi, invece, parlavano un inglese fluente. 
Con i francesi la cosa migliore, se potevi, era tentare di parlare en français. Avevi subito la loro attenzione.

Esperienze affascinanti, in cui anche la musica ha avuto il suo valore. Per i Beatles, Rolling Stones, Deep Purple, Bee Gees, Queen, Pink Floyd, altre band e singoli singers, se volevi capire qualcosa, dovevi masticare un po’ d’inglese.

Con l’arrivo di Internet l’idea di Europa sembrò addirittura piccola. Ora si pensava nell’ordine della connessione mondiale.

Quando l’Unione Europea è stata ufficialmente costituita, mi ha trovato perciò pienamente convinto. Anche la moneta unica rientrava in quest’ordine di idee.

Dopo il 2000  sono venuti fuori i primi dubbi, le prime diffidenze.

L'Europa mi è sembrata sempre più un'associazione di banchieri e di burocrati, senza riferimenti alle radici culturali che l’hanno formata, principalmente quelle cristiane.

Ora poi sono ritornate in piena funzione le frontiere. I migranti che sbarcano in Italia sono respinti ai confini di Stato dalle altre nazioni.

Il parlamento europeo ha stabilito proprio ieri che non esiste un solo tipo di famiglia, ma ci sono altri tipi di famiglie: gay, lesbo, trans, equiparate alla prima. Cioè, l’Europa mi vorrebbe far credere che i bambini possono avere due babbi, due mamme, oppure né babbo né mamma, per diritto.

Ma per favore!

L’Europa dei banchieri e dei burocrati, l’Europa che chiude le frontiere a chi ha bisogno,  l’Europa che vuole imporre una morale aliena, togliendo ai bambini il diritto naturale di avere un padre e una madre, non è la mia Europa.

Voglio scendere.


La tremenda invettiva di Rigoletto nei confronti di coloro che hanno portato al disonore sua figlia Gilda ("Cortigiani, vil razza dannata") mi pare un degno commento alla delibera del parlamento europeo di ieri.

Con la voce del grande baritono Renato Bruson.



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