In questi giorni di fine ottobre si ricorda la Rivoluzione Russa del 1917.
Ogni anno di questi tempi mi piace soffermarmi un po’ da
quelle parti.
Non posso negarlo. La storia della Russia mi piace. Anzi,
per essere più precisi, mi affascina, mi ha sempre affascinato.
Neppure l’immane disastro della dittatura sovietica è
riuscito a cancellare in me questo amore viscerale.
Dico subito il perché.
Io penso che nessun popolo o nazione o stato abbia una
storia paragonabile a quella russa. Forse solo l’antica Roma può vantare il
primato, dalla quale del resto la Russia ha
ereditato sia il simbolo dell’aquila imperiale, sia il nome del capo supremo: Caesar
(Cesare), Csar, Zar.
La storia russa mi colpisce per la sua immane grandezza, in
ogni suo aspetto, nel bene e nel male. Tutto nella Russia appare spropositato, quasi
“senza misura”.
Immenso è il territorio di cui parliamo, 17 milioni di Km2
(55 volte l’Italia), il più grande del
mondo, che copre ben 11 fusi orari (in realtà 12). Quando sorge il sole a
Vladivostok, sull’Oceano Pacifico (!), nella parte più occidentale del paese (Kaliningrad,
in Europa) siamo ancora al tramonto del sole del giorno precedente.
Con questa sequenza di ore, il capodanno è festeggiato 11
volte, e quanto scocca la mezzanotte nella parte più orientale (la Kanciacca), a
Mosca ad esempio sono ancora le 15 dell’anno vecchio.
La Transiberiana, costruita dagli Zar, ha un percorso di
oltre 9 mila km, ancor oggi la ferrovia più lunga del mondo.
Negli inverni siberiani si sono acclimatati villaggi e intere
città (citerò solo Tomtor, Jakutsk, Ojmjakon) con temperature
che scendono anche sotto i –60 e perfino i –70 gradi centigradi. Mi fa freddo
solo a scriverle, queste cose!
Non essendoci catene montuose significative (tranne quella
modesta degli Urali e i monti siberiani sui confini), gli orizzonti sono
praticamente illimitati, infiniti.
Lunghissimi i fiumi: il Volga con i suoi 3530 km è il più
lungo d’Europa; l’ Ob, il Jenissej e la Lena con i loro 4000 e passa km fanno a
gara con i più lunghi del mondo. Immensi
i suoi laghi (Ladoga, Onega, Baikal), ed uno ha le dimensioni di un mare: il Mar Caspio,
che con i suoi 371.000 km2 è il più grande del mondo e supera in
estensione da solo l’intera Italia.
Si potrebbe continuare a lungo con queste note esteriori. Ma
in questi sterminati territori si sono svolte, per dirla con il Manzoni, “luttuose
traggedie d’horrori, e scene di malvaggità grandiosa, con intermezzi d’imprese
virtuose e buontà angeliche, opposte alle operationi diaboliche” (I promessi sposi, Introduzione).
La Russia, anzi, la Santa Russia, ha fermato i Tartari con
Ivan il Terribile (bisognava essere proprio “terribili” per fermarli), salvando
tutto l’Occidente cristiano da Nord-Est.
Ha fermato Napoleone, che nessuna coalizione di nazioni
sembrava fermare; lo ha fermato, come dice Tolstoj in Guerra e Pace, nella sua arroganza di
pensare che fosse giusto tutto ciò che faceva, invece di fare tutto ciò che era giusto. E Napoleone aveva invaso contro ogni diritto internazionale la Russia
allora neutrale e in pace.
Ha fermato Hitler nella sua folle avanzata per la conquista
del pianeta, con l’eroico martirio di milioni di soldati.
Al tempo stesso, quella medesima Russia volle dare compimento
ad una tragica utopia egalitaria, frutto del pensiero di uomini “ad una sola
dimensione”, quella materialista. La Santa Russia fu sanguinosamente trasformata in uno Stato senza
Dio, senza Chiesa, senza Religione, senza un passato. E senza voci di dissenso: un "pensiero
unico", quello del marxismo-leninismo.
Così, quella Russia che aveva salvato l’occidente dai
Tartari, si è presentata in Occidente col volto dei “nuovi tartari”; non a
cavallo, ma con i carri armati: in
Ungheria, in Cecoslovacchia, in Polonia...
Fu quello il tragico inizio della fine dell’utopia comunista
sovietica e l’inizio di una “primavera di popoli”; compreso quello russo, che
deve ancora ritrovare il senso e la dignità della sua storia umile e grandiosa.
Mi vengono in mente le parole di Solgenitzin: “Senza quell’Uomo
giusto non può sussistere né un villaggio, né una città, né il mondo intero” (La casa di Matriona). Non è difficile
capire a chi si riferiva il grande dissidente cristiano.
Così come ugualmente affascinanti e profetiche risuonano le
parole di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. E si riferiva non solo
alla bellezza artistica, ma soprattutto alla bellezza spirituale e morale di
Cristo.
Notissima (ma forse poco letta) la grande letteratura russa
dell’800. Quella del 900 non le è paragonabile.
Ma meno conosciuta ancora, forse per molti, è la nascita della musica
russa moderna. Tutti conosciamo i grandi compositori di fine 800 e del 900:
in particolare Rimskij-Korsakov, Tchaikovskij, Rachmaninov, Prokovief,
Shostakovic...
Tutto è iniziato però con Glinka, nel 1836 a S. Pietroburgo.
Fino ad allora non esisteva una musica classica russa. Alla corte degli zar
venivano chiamati compositori italiani, francesi, austriaci, tedeschi. Era
quella la musica che contava e che piaceva.
Michail Glinka (1804-1857), amico dei compositori italiani,
francesi e tedeschi, volle dare inizio ad una musica che non fosse solo
imitazione di questi, ma che prendesse spunto e significato dalla tradizione
russa, religiosa e civile.
Nasce così la prima vera e grande opera russa: “Una vita per
lo Zar”, nel 1836. Dopo quest’opera ne vennero altre, ma soprattutto fu di
stimolo e di esempio ad altri musicisti che continuarono e portarono a
compimento questa grande avventura: dare alla Russia una musica propria.
Fu soprattutto Balakirev e il suo “Gruppo dei Cinque” (Cui, Borodin, Mussorgskij, Rimskij-Korsakov, e ovviamente Balakirev) che nella seconda metà dell’800 fecero rifiorire l’arte
musicale nell’impero degli Zar.
Così possiamo dire che tutti i più grandi musicisti russi sono eredi di
Balakirev e prima ancora di Michail Glinka.
I bolscevichi, nel 1918, sterminarono la famiglia dello Zar,
compresi i membri più giovani, tra cui il tredicenne Aleksej, malato. Così, tragicamente, alla maniera russa, finì la dinastia
dei Romanov.
Con il canto finale dell'opera, «Славься, славься, святая Русь!» (Gloria, gloria, Santa Russia!), vogliamo
onorare anche l’ultimo Zar di tutte le Russie, Nicola II, giustiziato ingiustamente.
“Una vita per lo Zar” era stata dedicata da Glinka allo Zar regnante, Nicola I.
Basta aggiungere una iota.
Orchestra e Coro del Bolshoi di Mosca.
Caro Antonio, grazie per questa ricca pagina di Storia.
RispondiEliminaIl brano musicale che hai proposto è molto bello, lo trovo imponente e maestoso.
Orchestra e coro sono indubbiamente all'altezza.
Buona serata con un abbraccio.
Carissima Gianna, grazie a te del tuo commento :-)
EliminaAnch'io trovo molto bello questo canto finale dell'opera di Glinka, con caratteristiche tipicamente russe (potenza e "nostalgia" insieme).
Per alcuni anni, dal 1991 al 2000, è stato anche l'inno nazionale della Russia post-sovietica.
Un grande abbraccio (di dodici fusi orari...) ;-))
Carissimo Amicus passando di qua, mi sono ritrovato con "caccia all'ottobre rosso". :-)) Tra l'altro tempo fa avevo postato un articolo da "Storia in" nel quale pare che anche le banche americane diedero una mano a Lenin. Per il resto la rivoluzione di ottobre dimostra che di fatto il "comunismo" (inteso come dottrina), non è applicabile in quanto, dove si è cercato di realizzarlo concretamente, si è ottenuto la sostituzione della classe aristocratica sfruttatrice con una classe burocratica di partito altrettanto sfruttatrice o talvolta addirittura peggiore. Sulla tua considerazione finale in merito allo Zar, non saprei: probabilmente in quel momento e in quelle condizioni era un atto inevitabile. Oggi ne parliamo in salotto, ma sul "campo" le cose sono diverse. Ipotizzando una rivoluzione oggi (non di tipo comunista) che faremmo dei pochi signori che hanno accumulato nelle loro mani l'intera ricchezza del pianeta e decidono chi deve vivere e chi deve morire? Potremmo forse dar loro una pacca sulle spalle e dirgli vai? Come vedi a tavolino è un conto (perdite accettabili), poi sul campo è diverso, spesso si improvvisa al momento. :-))
RispondiEliminaTanto per restare in tema con la Caccia all'ottobre rosso, ho trovato questo:
http://www.youtube.com/watch?v=ajfvO5cvk-g&feature=related
Mandi!
P.S.: Come avrai notato anche il Cavaliere ha improvvisato oggi pomeriggio, e ora vedremo quali potranno essere gli eventuali sviluppi se staccasse "la spina".
La colonna sonora di Caccia a Ottobre Rosso, l'interpretazione di Sean Connery (il Comandante Ramius) e il canto dell'Inno Sovietico all'interno del sommergibile sono pezzi da cineteca ;-) Hai fatto bene, carissimo Mstatus, a riportare qui il link della colonna sonora di quel film memorabile ;-)
EliminaSono d'accordo sul fallimento dell'utopia comunista, dal momento che, come hai ricordato, ovunque ha preso il potere, ha fatto disastri.
Non sono d'accordo sullo sterminio della famiglia dello Zar, e non solo per motivi di pietà cristiana o umana; ma perché ingiusta davanti alla legge.
Lo Zar Nicola II aveva abdicato ben prima della Rivoluzione d'Ottobre (nel Marzo 1917), e la Russia era diventata una Repubblica (questo i libri di storia se ne "dimenticano" sempre, chissà perché...), a capo della quale era stato eletto Lvov e poi Kerenskij, che era del partito socialista rivoluzionario; c'era il parlamento (la Duma) e una maggioranza socialdemocratica. Lo Zar non solo non c'era più, aveva solo il titolo di Colonnello, ed era stato addirittura "esiliato", prima in Crimea, poi in Siberia dal governo di Kerenskij.
L'assalto al Palazzo d'Inverno, che fu l'inizio della Rivoluzione d'Ottobre, non fu contro lo Zar ma contro la socialdemocratica Repubblica Russa del presidente Kerenskij...
Quasi un anno dopo la presa del potere da parte della minoranza comunista guidata da Lenin (aiutato a tornare in patria dalla nemica Germania, perché facesse una pace separata) i bolscevichi si "ricordarono" dell' ex Zar e della sua famiglia (colpevole di che? di aver lasciato il potere? di non aver ceduto alla Germania buona parte dei possedimenti europei? di essere alleata con l'Inghilterra e la Francia e di aver mantenuto la parola?), e li trucidarono senza alcun processo, di nascosto (per non far insorgere l'indignazione mondiale) e in modo allucinante. Se leggi (come avrai fatto certamente) la descrizione del massacro di Ekaterinburg c'è da rimanere basiti per l'orrore. Il plotone di esecuzione russo si rifiutò di uccidere lo zar e la famiglia, e il compito venne affidati ad austriaci e ungherresi (i soliti "comunisti fratelli").
In compenso il popolo russo ha sempre considerato Nicola II un santo, ed è stato proclamato tale nel 2000 a Mosca, come "martire".
Per quanto riguarda la nostra situazione, c'è da stare poco allegri. A parte Berlusconi, che ha certamente le sue colpe, non minori sono le colpe di chi lo condanna: eravamo pronti per l'euro? le finanze allegre erano solo dell'epoca del Cavaliere? e lo schifo del governo americano che ha scaricato sull'Europa i suoi miliardi di titoli spazzatura e poi ride di noi? e la signora Merkel che ha fatto dell'euro una moneta tedesca? Non parliamo della classe politica italiana che fa come i ladri di Pisa: il giorno litigano e la notte vanno a rubare insieme. Ma i politici sono senza pudore: stanno rubando in pieno giorno, spudoratamente, e piangono.
Cosa succederà? non lo so. Mi auguro una grande astensione nelle votazioni, e un cambio totale della classe politica. Riduzione dei politici e dei burocrati.
Non c'è bisogno di fucilare vecchi, donne e ragazzi, insieme allo Zar, come fecero a Ekaterinburg nel luglio del 1918. La storia si vendica. Morto uno zar, se ne fa un altro, e quello morto viene beatificato.
Basta mandarli a casa, a pagare le bollette, l'affitto, le accise che hanno messo.
I vizi se li pagano di tasca propria, se lo stipendio di "esodati" glielo permette. Ma penso che anche la moralità ne guadagni.
Un saluto dalla Toscana Rossa (anche qua, "magnum latrocinium", direbbe S. Agostino, un brigantaggio pubblico in grande stile...).
Mandi!
Correggo una parte finale del mio commento, quella in cui mi auguravo "una grande astensione nelle votazioni". L'ho scritta a tarda notte, ero piuttosto stanco e un po' di amarezza ha preso il sopravvento.
EliminaMi auguro invece, caro Mstatus, che ci sia una partecipazione responsabile e avveduta. Scegliere chi merita di essere eletto e chi ha idee degne di essere votate.
Certamente io farò così.
Un caro saluto!
se lo trovi fammi un fischio..ciao Nell
EliminaMai dire mai, carissima Nell. Confidiamo...in Dio :-) Niente è impossibile a Dio. Può riuscire perfino nel far emergere qualche politico onesto.
EliminaQuasi come guarire Bartimeo, il cieco di Gerico del Vangelo di oggi :-))
Ciao!
Più che altro serve una classe dirigente che sia in grado di sostituire l'attuale, e non c'è. Pensa un po' che tanti anni fa quando entrai nel direttivo locale della DC mi mandarono a fare il corso di dottrina economico sociale cristiana dai frati Oblati. :-))
EliminaOsservando i risultati delle elezioni in Sicilia, di fatto che gli cambia? Si ritrovano con il 53% di astensione al quale vanno aggiunte le schede bianche e nulle. Chi è stato eletto, con che faccia guarda i suoi amministrati quando neppure la metà gli ha dato la fiducia?
Come ho scritto nell'altro commento chi parla di rivoluzione probabilmente non ha un'idea di ciò che comporta. La campagna elettorale in corso in pratica consiste nel cercare di sedersi al posto migliore per assistere allo spettacolo più che pensare di risolvere i problemi del paese. Tra l'altro ho anche fatto una relazione per un movimento sul fatto che è giunta l'ora (anzi è proprio passata) che i nostalgici se ne vadano in pensione. Non si può più continuare a far politica demonizzando l'avversario, quando ora i tempi sono cambiati e di fatto ci sono due schieramenti: chi mangia, beve e vive nella crapula (sono i pochi) e chi a fine mese non ci arriva (sono i più).
Bisogna formattare tutto quanto e ripartire da zero (come col pc), si fa prima che non a cercare di mettere pezze. L'attuale sistema sta collassando su sé stesso un po' come avvenne nell'ex CCCP dove quando Gorbaciov tentò di fare qualche riforma e gli scoppiò tutto tra le mani dato che l'URSS di fatto cascò da sola in quanto non era più possibile mantenere il sistema e qua sta avvenendo più o meno la stessa cosa. E' solo questione di tempo.
Cosa succederà? Non lo so. Come ho scritto ipotizzare una rivoluzione di tipo comunista è impensabile e nessuno è disposto ad andare in battaglia sapendo di perdere la guerra in partenza. :-))
Per ridere un po':
http://www.youtube.com/watch?v=qHX34uMNXQ8&feature=related
mandi!
Pienamente d'accordo sull'impietosa analisi politica (e come non potrei?)
EliminaOrmai votano solo i "clienti"... ;-((
Davvero non so cosa prevedere, anche perché chi fa o non fa previsioni di terremoti va in galera... :-(
Cerchiamo di turarci il naso e votare chi sembra dare più affidamento, visto che per ora c'è solo lo strumento del voto.
Ma la classe dirigente attuale dovrebbe andare a casa, da sé, se ha un po' di pudore.
Sì, una polka alle 3, 30 di notte è quel che ci vuole... Mi fa andare a letto più sereno.
Rosamu' un' da!
Buona note (o buon giorno), carissimo Mstatus :-)
Mandi!
E come devo rispondere, carissima Mirta, a questo tuo fantastico commento illustrato??? :-))
RispondiEliminaCon i miei elementari emoticon :-((
Un grande abbraccio.
¡Feliz Domingo!
Antonio
Grazie della lezione di storia. Inteessanti i commenti.
RispondiEliminaIl canto russo mi è sempre piaciuto, ti entra nell'anima.
ciao
luisa
Non ho voluto, carissima Luisa, fare una storia della Russia in sintesi (sarebbe una cosa impossibile in un post), ma solo scrivere quanto io ami questo popolo che nel corso della sua storia ha scritto pagine grandiose, nel bene e nel male, come si può intuire ad esempio nelle figure dei fratelli Karamazov.
EliminaMi affascina "l'anima" di questo popolo, perché la Russia ha un'anima e l'Occidente fa di tutto per fargliela perdere.
Speriamo non ci riesca ;-)
Un grande abbraccio, e grazie a te del tuo commento :-)
Antonio